King, Stephen - La Torre Nera

312T4

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Ciao.
Pensate che io ho letto il primo da ragazzino, al mare.
Poi dopo forse uno e 2 anni scoprii che continuava! e lessi il secondo ed il terzo, mentre il quarto non lo trovai, e così abbandonai la serie.

Due anni fa li "ritrovai" in una bella edizione in inglese e ricomprai tutto, tranne l'ultimo, che non era disponibile, e ripresi la storia dall'inizio fino al sesto.

Ma forse ho esagerato perchè a metà del sesto non ne potevo più!

Così ad oggi ancora non ho idea di come finisca la storia!

Però volevo chiedervi una cosa:
ma quando avete preso in mano "Wizard and Glass", il quarto, e vi siete accorti che stava iniziando una parentesi lunga quanto tutto il libro e che quindi il viaggio non sarebbe andato avanti, non vi siete arrabiati??

Io si!
E quando alle prese coi lupi del quinto libro, si sono sprecate vagonate di pagine per scrivere della storia del prete Pere Callahan e il viaggio non prosegue in attesa dell'attacco?
Mi dava i nervi!

Ed al sesto, dopo aver letto tutto d'un fiato, non ne potevo più, ed ero delusissimo dalla piega che aveva preso la storia e di come l'idea del viaggio fosse ormai messa da parte..

I personaggi avevano percorso più strada e visto di più il mondo nei primi tre -relativamente brevi- romanzi, che in tutte quelle altre centinaia e centinaia di pagine!

Ora attraverso un periodo particolare e trovo difficilmente letture giuste.
Credo che la saga la finirò nei prossimi 10 anni, al momento debito.
 

smg2

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Ho letto i primi quattro, poi mi hanno consigliato di leggere anche altro di King, per poterlo apprezzare a fondo, in quando la Torre Nera ha molti richiami ad altri suoi libri. Così ora, mi sto dedicando ad altri suoi libri per poi concludere questa saga.
Per ora, il voto è certamente un 5!
Secondo me, il primo va letto assieme al secondo, per essere apprezzato a pieno. Altrimenti si rischia un po' di non comprenderlo...
Il secondo è per ora il mio preferito, senza dubbio. Lo rileggerei anche subito, mi ha proprio affascinato. Soprettutto le vicende legate a Eddie e a Jack Mort. La chiamata di Susannah è quella che m'è piaciuta di meno, tra le tre.
Nel terzo, Blane il Mono è davvero un tipo simpatico, hihiih. Molto interessante lo sviluppo della storia.
Nel quarto, mentre il mondo va avanti, la storia torna indietro. E scopriamo Cuthbert, che anche secondo me è il migliore. Le vicende di questi tre mi sono davvero piaciute, anche se ho trovato la storia d'amore inferiore a quella descritta da Robin Hobb nella sua Trilogia dell'assassino (le paragono perchè sono davvero molto simili).
Ora attendo di immergermi nel quinto, dopo aver letto ancora qualcosa di questo autore che mi ha davvero stupito (sono sempre stato prevenuto nei suoi confronti).
 

Thor

Dio Norreno
Che dire? Unico.

Riprende così tanti generi che è arduo classificarlo, ma va bene così!
 

smg2

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Ho finito qualche giorno fa' il quinto... Che dire, chapeau!
Aspetto a leggere il sesto (che ho già acquistato), voglio assaporarmi questi ultimi due capitoli poco alla volta, hehehe, ma sta davvero piacendo tantissimo questa serie, e i suoi continui rimandi ad altre opere kinghiane!
 

thefly

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Io ho letto l'ultimo cavaliere qualche anno fa, non mi era piaciuto molto tranne la parte finale quindi mi sono fermato li, ora sto pensando di riprendere la storia, che dite ne vale pena considerando che il primo non mi ha preso più di tanto?
Solo mi sa che dovrò rileggere il primo visto che non ricordo molto.
 

Spicy McHaggis

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La Torre Nera è una serie di romanzi di genere fantasy, fantascienza, horror e western dello scrittore americano Stephen King. È stata definita il magnum opus di King - oltre agli otto romanzi che compongono la serie, molti dei suoi altri libri sono collegati alla storia, introducendo concetti e personaggi che entrano in azione con il progressivo andamento della trama.

Dopo anni ho deciso di rileggere questa saga, non che mi sia piaciuta per intero, anzi molti punti mi sembravano contraddittori e Roland non lo sopporto proprio, ma è una storia molto particolare che per questa sua peculiarità risulta estremamente affascinante.
Di tempo ne è passato parecchio, ricordo ben poco e solo in modo frammentario, inoltre allora i volumi della saga erano 7, ora ce n’è uno in più che si piazza più o meno nel mezzo. Sono talmente su di giri per questo inizio lettura che ho persino cambiato lo sfondo allo smartphone, eccolo qui:

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Secondo me è fighissimo, chi non è d’accordo ha dimenticato il volto di suo padre :mrgreen:
 

Spicy McHaggis

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La Torre Nera I
L’ULTIMO CAVALIERE

Un classico della letteratura moderna, questo romanzo dalla concezione originalissima mostra un nuovo, appassionante aspetto dello straordinario talento creativo di Stephen King. Scritto in età giovanile, è stato ora completamente rivisto dall'autore - che l'ha anche arricchito di una nuova introduzione e di una nuova prefazione.
Una saga fantastica, ambientata in un mondo di sinistre atmosfere e macabre minacce, che appare come lo specchio oscuro di quello reale. Qui, in uno sconfinato paesaggio apocalittico, l'eterno, epico scontro fra il bene e il male s'incarna in uno dei più evocativi paesaggi concepiti dall'autore: Roland di Gilead, l'ultimo cavaliere, leggendaria figura di eroe solitario sulle tracce di un enigmatico uomo in nero, verso una misteriosa Torre proibita.



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”L’uomo in nero fuggì nel deserto
e il pistolero lo seguì.”

Ecco, sono proprio le frasi, diciamo pure un po’ “spaccone”, come quella qui sopra che sembrano uscite direttamente da uno spaghetti western ad affascinarmi tanto in questa saga.

ATTENZIONE SPOILER

In questo primo libro vediamo Roland, l’ultimo pistolero rimasto in circolazione, inseguire uno stregone, l’uomo in nero appunto.
Durante il tragitto il protagonista incappa in diversi personaggi, senza mai realmente sapere a priori se si tratti di un qualcosa di vero o di una trappola lasciata lì apposta per lui, data la natura ambigua dell’uomo cui da la caccia. Questo lo porta ad un sacco di pippe mentali, giochetti psicologici ed avvenimenti bizzarri, non meno degli individui con cui si ritrova ad avere a che fare… senza dimenticare i continui e nostalgici rimandi a quello che ha tutta l’aria di essere un intrigante mondo passato ormai decaduto, anzi “andato avanti”.
Conoscere il passato di questa gente è avvincente quanto seguire la presente solitaria caccia all’uomo; solitaria almeno sino all’ingresso in campo del ragazzino, Jake, una sorta di fido scudiero (e agnello sacrificale) al seguito di quello che è “l’ultimo cavaliere”. Particolarmente interessanti il rituale che consegnò le pistole al nostro protagonista (grazie al “colorito” istruttore Cort) e le motivazioni che lo spinsero a bruciare le tappe.
In chiusura il conciliabolo con l’uomo in nero, finalmente raggiunto, ci mette al corrente della natura enigmatica della tanto agognata Torre, obiettivo apparentemente inarrivabile per raggiungere il quale Roland Deschain è passato attraverso tanta morte e distruzione.
 

Spicy McHaggis

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ATTENZIONE SPOILER

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La Torre Nera II
LA CHIAMATA DEI TRE

Riprende la narrazione delle gesta di Roland, l'eroe solitario deciso a raggiungere la misteriosa Torre. Nel loro definitivo confronto-scontro l'uomo in nero aveva predetto la sorte a Roland con uno strano mazzo di tarocchi. Ora il pistolero si ritrova seduto su una spiaggia del Mare Occidentale, dopo un sonno che forse è durato anni. Sa che dovrà trovare le tre porte spazio-temporali per introdursi nel nostro mondo e raggiungere così i tre predestinati. Ma come individuarle? Mentre medita sul da farsi, mostruose creature emergono dalle acque e tentano di divorarlo, mutilandolo orrendamente.


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«Didacevi? Didadoci? Damaciami? Didarami?»

Questo secondo volume ci mostra la travagliata composizione del gruppo che (volente o nolente) si appresterà ad accompagnare Roland nella sua ricerca della Torre e le vicissitudini personali dei singoli elementi.
“Il prigioniero” Eddie Dean, un tossico… interessante e frenetica, quasi angosciante, la sua vicenda. Un uomo scaltro ma con un grosso difetto costituito dalla sua dipendenza ed un fratello che ne ha pesantemente influenzato la vita.
“La signora delle ombre” Detta/Odetta Holmes, una doppia personalità racchiusa in una donna bellissima e disabile dalle ampie risorse finanziarie, razionale ed educata una quanto sboccata ed irascibile l’altra. Questa faccenda invece mi è sembrata noiosetta, punti salienti sbocconcellati a malapena ed un continuo ripetersi di ragionamenti.
“Lo spacciatore” Jack Mort, spacciatore nel senso che spaccia (ovvero ammazza) le persone, uno stronzo fatto e finito.
Le vite e gli avvenimenti che caratterizzano questi tre possono essere più o meno interessanti, resta però impareggiabile la parte che si svolge nel mondo di Roland, sulla desolata ed interminabile spiaggia popolata dalle enigmatiche e temibili aramostre… che vede le peripezie del pistolero e il prigioniero alle prese con l’intrattabile (a dir poco) donna, alle cui due personalità già esistenti sembra spuntarne addirittura una terza.
Un volume quasi “preparatorio” per quello che sarà il salto vero e proprio nell’avventura che si appresta ad iniziare nel prossimo volume (anche se già ne abbiamo avuto un abbondante assaggio).
 

Spicy McHaggis

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La Torre Nera III
TERRE DESOLATE

Roland di Gilead, il Prigioniero e la Signora delle Ombre sono impegnati ad acquisire le doti indispensabili per proseguire la ricerca della Torre Nera. Grazie alla guida tenace ed imperturbabile dell'ultimo cavaliere, Eddie e Susannah, (la nuova donna nata dalla fusione di Detta e Odetta) stanno infatti sviluppando insospettabili abilità: Susannah si rivela una pistolera provetta e Eddie riscopre la capacità di sentire la voce nascosta delle cose. Ma soprattutto i tre stanno imparando a fidarsi reciprocamente, via via sempre più consapevoli che la loro diversità è la loro forza, la forza del ka-tet, cui però manca ancora un elemento. Cioé il piccolo Jake, che per un paradosso temporale è di nuovo a New York...


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"Non farmi domande sciocche,
Sciocchi scherzi non ti farò.
Sono un semplice trenino
E nient'altro mai sarò.
Voglio correre soltanto
Sotto il grande cielo blu.
Solo un semplice trenino
Voglio essere e niente più."

Il titolo di questo terzo volume è ”Terre desolate” e io trovo che sia particolarmente indicato… partiamo con il nostro terzetto (Roland, Eddie Dean e la compagna Susannah Dean, nuova e a quanto pare definitiva identità di Odetta/Detta Holmes/Walker) impegnato a percorrere uno dei vettori che conducono alla Torre e affrontare uno dei guardiani, un mastodontico e millenario orso cyborg costruito dagli Antichi ormai reso folle dalla malattia. Si vedono poi altri “costrutti” e tecnologia in generale, ormai ridotti ad un mucchio di rottami che trasudano una sconsolante desolazione, appesantiscono letteralmente l’aria impregnandola di tristezza. Persino gli edifici, e addirittura i gruppi di persone che incontrano, sono ridotti ad un gruppo di rottami… e considerate che quelle non sono nemmeno i veri Drawers (le terre desolate) che i nostri protagonisti avranno l’occasione di vedere solo a bordo di Blaine.
Altro punto focale è la maturazione dei due accompagnatori di Roland e l’ingresso di un nuovo membro, il ragazzo Jake Chambers, arrivato pure lui dal suo dove e quando in questo Medio-Mondo; ognuno di loro sta sostenendo una dura prova interiore per non sbroccare completamente.
“Uomo +”, se così si può dire, di questo terzo libro è senza ombra di dubbio Blaine il Mono, dapprima associato a Charlie Ciu-ciu, una non troppo rassicurante locomotiva protagonista di un libro per bambini, si rivelerà essere un treno (rosa) che viaggia a velocità supersonica, un malandrino... per non dire uno schizzato figlio di buona donna… Partendo dalla Culla (la stazione) nella decaduta città di Lud, un ricettacolo di disgraziati, è importante nel far macinare parecchia strada al nostro gruppo in quello che altrimenti si sarebbe rivelato un assai più lungo e forse interminabile viaggio verso la Torre.
Il suddetto treno ha una gran passione per gli indovinelli, una cosa dannatamente seria nel Medio-Mondo, e proprio gli indovinelli sono l’unica via d’uscita dalla terribile situazione in cui il nostro quartetto, anzi quintetto (mi ero dimenticato l’animaletto di Jake, il bimbolo Oy) si è andato a cacciare. Il libro termina infatti con Blaine lanciato a tutta velocità che dichiara i propri intenti suicidi (con i nostri protagonisti a bordo), è disposto a desistere dal proprio intento e giungere a Topeka (la stazione di destinazione) solo a patto che uno dei passeggeri riesca a porgli un indovinello di cui non conosca la soluzione… e qui finisce... cliffhanger!
 

Spicy McHaggis

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La Torre Nera IV
LA SFERA DEL BUIO

Roland di Gilead, Eddie, Susannah e Jake sono intrappolati in una carrozza di Blaine il Mono, il treno teleguidato dalla stessa intelligenza malefica che ha sterminato la cittadina di Lud. L'ultimo cavaliere si salva vincendo una sfida davvero particolare... solo per ritrovarsi in un'America alternativa, spopolata da una misteriosa superinfluenza. In un mondo che "va avanti" sempre più rovinosamente, è infatti facile sconfinare in luoghi e tempi paralleli attraverso le insidiose porte per l'altrove via via più frequenti. Nello spiegare ai suoi compagni di avventura che cosa sia questo fenomeno, Roland è costretto a rituffarsi nel proprio lontanissimo passato e narra la tragica storia di Susan Delgado, del loro amore immortale...

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I Grandi Cacciatori della Bara
da sinistra: Reynolds, Depape e Eldred Jonas

Il volume si apre con la conclusione della sfida con Blaine, sfida vinta dal nostro gruppo grazie all’umorismo superficiale di Eddie… gli indovinelli infantili tenuti insieme da una logica che fa cascare le braccia mandano in tilt quel freddo calcolatore che è il monorotaia, spiazzato dalla mancanza di razionalità si ritrova senza risposte. Questo andamento delle cose sottolinea implicitamente la mancanza di umanità di Blaine, mettendo ancora una volta in evidenza il fatto che per quanto intelligente e complesso si tratta pur sempre soltanto di una macchina. Devo ammettere che l’andamento di questo scontro non è stato così ricco di tensione come mi aspettavo, Roland gli pone gli indovinelli che ricordava e Jake quelli del proprio libro, ma entrambi lo fanno sin dal principio con rassegnazione, Susannah si limita a star sulle spine, mentre Eddie che per tutto il tempo se ne stava “in bambola” (come diceva il saggio ed eminente tossico fratello Henry) era naturale che prima o poi tirasse fuori una soluzione dal cilindro. Non che mi sia dispiaciuto, ma la cosa è stata più moscia di quanto immaginavo, il classico: “si poteva fare di più”.
Comunque, siamo ora giunti a Topeka e per far capire subito che non c’è da gioire, perché la situazione è ancor più drammatica di prima, Roland specifica che da qui in avanti non si trovano più nel Medio-Mondo ma ha invece inizio il Fine-Mondo.
Si parla inoltre delle sottilità, ovvero quei luoghi in cui la realtà è letteralmente “più sottile”, a guardarli le immagini appaiono distorte, appannate, come quando si fissa un punto sopra l’asfalto bollente; inoltre si avverte un suono continuo e acuto, disturbante, che non ti entra solo nelle orecchie ma ti si insinua in tutto il corpo. Insomma, posticini che anche a debita distanza metterebbero a disagio chiunque.
Ma il fatto più importante è che qui viene dato ampio spazio alla narrazione della gioventù del nostro protagonista (fattore che rende questo volume uno dei migliori dell’intera saga). Ci verrà raccontato infatti di ciò che accadde a Mejis, a Roland e all’amata Susan Delgado, agli amici Cuthbert e Alain, senza dimenticare Sheemie… ai tre Grandi Cacciatori della Bara, a Rhea la strega del Cöos con i suoi famigli (il serpente Ermot e il gatto mutato Musty), e a molti altri ancora. Una parentesi davvero toccante, anche perché se è pur vero che da molto si vociferava che il mondo stesse andando avanti, dopo quegli avvenimenti si può affermare con assoluta certezza che per il giovane pistolero non sarebbe mai più potuto tornare indietro.
L’ultima parte della storia non viene narrata dal pistolero ma il suo ka-tet (persone unite da un forte legame) può assistervi direttamente guardando nel Pompelmo di Maerlyn, una delle tredici sfere magiche colorate conosciute come Iride di Maerlyn, andate perdute da tempo. Ognuna di loro è dotata di un diverso colore e un diverso potere, le prime dodici rappresentano i Guardiani del Vettore, la tredicesima e ultima, quella nera, rappresenta la Torre.
Attraverso la sfera del mago abbiamo potuto assistere alla scena in cui, allora quattordicenne…
Roland è immobile, con le pistole che fumano nelle mani, il volto accartocciato in una maschera di sorpresa e orrore, sta cominciando in quel momento ad assimilare la verità che dovrà portare con sé per il resto dei suoi giorni:
ha usato le pistole di suo padre per uccidere sua madre.
 

Spicy McHaggis

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La Torre Nera IV S
LA LEGGENDA DEL VENTO
Un romanzo della torre nera

Lo starkblast è una tempesta di violenza inimmaginabile, un vento gelido che trasforma in statua di ghiaccio tutto ciò che trova sulla sua strada. Quando lo starkblast infuria, solo tre cose possono salvarti: solide pareti, un focolare, una buona storia per scaldare il cuore nella notte paurosa. E se il narratore è Roland il pistolero, uno dei più grandi personaggi creati da Stephen King, il racconto è pura magia. Sorpresi dalla tormenta durante il cammino, Roland e i suoi compagni trovano rifugio in uno spettrale villaggio abbandonato. Qui, barricati nell'unico edificio sicuro, aspettano l'alba ascoltando affascinati ben due storie, l'una racchiusa nell'altra come scatole cinesi. La prima è un drammatico episodio della giovinezza di Roland: un tempo, il padre lo mandò ai confini del territorio ad affrontare uno skin-man, un mutante capace di trasformarsi in un orribile essere che già ha lasciato una lunga scia di sangue. La seconda è la vicenda fantastica che, in quell'occasione, in una notte altrettanto infernale, Roland - ancora un ragazzo lui stesso - raccontò al piccolo Bill, l'unico testimone di una di quelle stragi. Mentre l'assassino si aggirava nell'ombra e raffiche polverose frustavano ululando le mura di pietra, Roland, per fare coraggio al bambino, ritrovò ricordi sepolti nella memoria: una fiaba che l'aveva cullato tanto tempo prima la sera, tratta dai "Racconti magici dell'Eld", e usata da sua madre per farlo addormentare. Una vera leggenda.

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Limited Edition Hardcover

Lo ammetto, già prima di partire ero leggermente prevenuto nei confronti di questo volume, il perché è presto detto… a saga già completata spunta fuori questo tomo aggiuntivo che si colloca all’incirca a metà storia (per la precisione fra il IV e il V libro con la numerazione di “IV S” - numero preso dal sito ufficiale della Torre Nera), non necessario alla comprensione dell’opera ma che la arricchisce… solitamente volumi di questo genere escono più per arricchire l’autore che altro… però ho pensato anche che trattandosi di King (uno che certamente non vive nell’indigenza e non ha bisogno di questi escamotage per restare sulla cresta dell’onda) la mia diffidenza, forse, fosse infondata.

Comunque, si parte da dove eravamo rimasti, con il nostro gruppetto in viaggio che deve però correre subito ai ripari a causa dell’imminente arrivo di un vento devastante, lo starkblast. Approfittando di questa pausa forzata il pistolero coglie l’occasione per narrare un’altra delle sue storie, nello specifico racconta della caccia allo skin-man, un mutaforma, un uomo capace di assumere le fattezze di vari animali che uccide a volontà e lo fa in modo brutale. Fin qui tutto ok, anzi i “racconti intorno al fuoco” sul passato di Roland sono il vero pezzo forte della saga, ma, esatto c’è un ma…
Ad un certo punto infatti all’interno del racconto stesso troviamo il giovane Roland che si mette a raccontare una antica e inquietante favola (intitolata ”La leggenda del vento” appunto), caruccia per carità, ma del tutto superflua… la “storia nella storia” si prende quasi 200 pagine di spazio (oltre metà libro!), troppo per una favoletta che, per quanto apprezzabile, mi ha lasciato inappagato. Interessante invece l’altra questione che, prendendosi lo spazio restante, aggiunge un capitoletto sfizioso sulle dis-avventure del protagonista.
Quindi, alla domanda se questo libro si poteva tranquillamente evitare rispondo con un ”nì”, condizionato però dal mio forte attaccamento verso l’intera saga nel suo complesso…

P.S.
Già che ci sono vi mostro il nuovo sfondo che ho messo sul PC, questo sì che è veramente fico ;)
(cliccate sull’immagine per ingrandirla)

 

Spicy McHaggis

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La Torre Nera V
I LUPI DEL CALLA

Rumore di passi sul Sentiero del Vettore. Roland, l'ultimo cavaliere di un mondo che è "andato avanti", e il suo bizzarro seguito - il giovane Jake, Eddie e sua moglie Susannah - cercano di raggiungere la Torre per arrestare il disfacimento della realtà e il suo annullamento nel caos. Ma attraversando le foreste del Calla si imbattono nella tragedia di una piccola comunità rurale sfinita dalle incursioni di un nemico ignoto e spaventoso. Non sono infatti predoni comuni quelli che scendono dalle alture circostanti, ma creature dal muso di lupo che assaltano le case con armi invincibili seminando morte e distruzione. E portandosi via i bambini, ai quali, prima di restituirli, fanno qualcosa di orribile.

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I Lupi del Calla

A farla da padroni in questo quinto volume della saga sono proprio i cosiddetti “Lupi del Calla” che danno il titolo al libro, o quantomeno la loro incombente minaccia… più di un gruppo di semplici masnadieri, si tratta infatti di una sessantina di individui (che si scoprirà essere dei robot) organizzati che dispongono di quei rimasugli di tecnologia degli antichi ormai anacronistica che li rende estremamente temibili, vengono chiamati “lupi” per le maschere dell’animale che copre loro il volto. Ogni generazione (20 o 30 anni circa) scorrazzano per il Calla sui loro cavalli di ferro e si portano via un bimbino per ogni coppia (dovete sapere che i parti gemellari sono la norma da queste parti, e no non ho sbagliato, i piccoli si chiamano proprio bimbini).
Tornando a noi, i lupi si portano via i piccoli (di età compresa fra i 5 e i 13 anni se non ricordo male) uno ogni due e li conducono a Rombo di Tuono da dove provengono; dopo qualche settimana li rendono ai rispettivi genitori… il fatto è che quando tornano i bimbini sono “guasti” (così li chiamano) nella mente e crescendo anche nel corpo. La cosa induce loro stessi e i familiari a sofferenze davvero tragiche sotto diversi aspetti, inoltre ognuno di coloro che è stato portato via dai lupi sembra sempre rivolgersi con malinconia verso Rombo di Tuono, come se avesse lasciato là una parte di sé che non potrà mai tornare indietro, un’impotente e triste consapevolezza.
La gente non sa se opporsi o meno a questa barbarie, ogni volta che ci hanno provato in passato i lupi hanno raso al suolo tutto. Quindi da una parte sta il vivere nello sconforto e nella passiva accettazione di tale situazione per poter comunque tirare avanti, e dall’altra l’opporsi a ciò rischiando letteralmente tutto… a far pendere l’ago della bilancia verso la seconda opzione stanno un gruppo di abitanti guidati da padre Callahan e ovviamente l’arrivo in zona dei nostri protagonisti.
E’ estremamente pittoresco ed esaltante vedere la gente del Calla contrastare il nemico lanciandogli contro piatti dal bordo affilato e tagliente a mo di dischi piuttosto che le tradizionali e classiche armi da fuoco. Dopotutto dovete ricordare il dogma dei nostri pistoleri:
Io non miro con la mano; colui che mira con la mano ha dimenticato il volto di suo padre.
Io miro con l’occhio.
Io non sparo con la mano; colui che spara con la mano ha dimenticato il volto di suo padre.
Io sparo con la mente.
Io non uccido con la pistola; colui che uccide con la pistola ha dimenticato il volto di uso padre.
Io uccido con il cuore.
Non dimentichiamoci poi dell’avanzamento della gravidanza di Susannah che incide sulle sue abitudini notturne. La donna infatti che ha un’altra nuova identità corrispondente al nome di Mia (tra i vari significati assume anche quello di “madre”) quando cala il buio e tutti dormono se ne va a zonzo per le paludi rifocillandosi di animali… vivi, li azzanna proprio mentre ancora scalpitano. Dato il comportamento il pistolero ha potuto facilmente intuire che la creatura (il termine qui assume un doppio significato) non è frutto dei lombi dell’amico Eddie bensì del demone che aveva posseduto la donna tempo addietro.
Ci sta pure una capatina a New York, al ”Ristorante della Mente”, la libreria dell’eccentrico Calvin Toren, uno che preferisce acquistare volumi rari (e tenerseli) piuttosto che venderli.
E per concludere fa la sua apparizione anche la più famigerata delle sfere magiche di Maerlyn, la Tredici Nera… che Roland sostiene essere l’occhio osservatore del Re Rosso, il loro vero nemico.

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Pére Callahan, personaggio chiave de “I lupi del Calla”
e protagonista del libro di King “Le notti di Salem”

P.S.
Apro una parentesi in merito all’intreccio delle varie opere di King (cosa che in questo 5° volume è palesemente evidente)… la Torre Nera infatti riprende personaggi apparsi in altre opere dell’autore. Ovviamente non è necessario conoscerle per la lettura della saga ma come al solito il farlo renderebbe la nostra esperienza più ricca di dettagli e sfumature… e questa è una cosa che me le fa abbastanza girare.
Io mi considero un po’ un completista a cui piace procedere in modo lineare (lo dimostra anche il fatto che non sto intervallando altri libri alla Torre Nera, ed è ciò che faccio solitamente quando leggo una saga). Quindi, da un lato sarei attratto dal poter avere una conoscenza maggiore di alcuni personaggi “secondari” ma d’altra parte per farlo dovrei leggermi un’altra decina di libri di King (cosa che non intendo fare perché ho già fin troppa roba in lista che vorrei davvero leggere per dedicarmi ad altra di cui invece mi frega relativamente). Questo però va ad intaccare in parte il mio modus operandi in chiave di lettura, facendomi storcere il naso.
Preferisco i racconti o le saghe a “compartimenti stagni” perché nonostante anche gli altri (come in questo caso) siano perfettamente godibili mi lasciano comunque un certo qual senso di incompiuto su cui ogni tanto torno a rimuginare.
 

Spicy McHaggis

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No i fumetti, per forza di cose dato il minor spazio a disposizione, prendono episodi circoscritti della storia tralasciando praticamente tutto il resto.
Ogni volume a fumetti mi pare di ricordare che affronti un evento ben preciso limitandosi soltanto a quello (io non li ho letti tutti e ogni tanto ne pubblicano uno nuovo, l'ultimo uscito è del settembre 2014)
Se vuoi la storia completa "the books are the way :wink: " l'edizione a fumetti la vedo meglio come lettura successiva alla saga originale, una cosa non sostitutiva, al massimo complementare ma neanche troppo.
 

Spicy McHaggis

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La Torre Nera VI
LA CANZONE DI SUSANNAH

La fine della Torre Nera è sempre più vicina. Solo due Vettori sono rimasti a sorreggerla, e quando crolleranno il perno dell'universo salterà e la realtà sarà sommersa dalle tenebre. Roland Deschain, l'ultimo cavaliere, e la sua banda combattono valorosamente l'avanzata del male, ma ora il gruppo non è più compatto. Il demone-femmina che si è impadronito del corpo di Susannah, la moglie di Eddie, ha usato la sfera del buio per trasportarsi dal Medio-Mondo nella New York del 1999: proprio qui, in un punto preciso di Manhattan, dovrà partorire la creatura concepita per distruggere la Torre. Sulle sue tracce si precipitano il piccolo Jake, Oy, il "bimbolo" parlante, e Père Callaban, per impedire che la donna arrivi all'appuntamento fatale.

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Stephen King

Questo sesto volume è il peggiore della saga… i nostri protagonisti si dividono in coppie e viaggiano nello spazio e nel tempo, tutto ciò che succede viene descritto in modo quasi esasperante, la cosa si fa pesante soprattutto perché i capitoli sono farciti con alcuni episodi di dubbia utilità per non dire completamente fini a se stessi. Quindi, oltre all’aspetto concettuale dell’allungare la minestra in merito alla trama l’autore ci si ferma pure sopra a ricamare dal lato descrittivo. Il libro ingrana giusto nella parte finale dove si viene a creare una sorta di preambolo per l’avvenimento vero e proprio, a cui si potrà assistere solo nel libro successivo.
Come se non bastasse lo stesso King si fa una capatina all’interno della storia, e nonostante all’apparenza sembra trattarsi di poco più di un semplice cameo viene affermato a chiare lettere che il suo contributo è fondamentale per la missione di Roland. Detto fuori dai denti, se “il paroliero” non si da una svegliata, riprende in mano la Torre Nera e va avanti con la storia il nostro gruppetto è destinato a fallire miseramente. Inoltre nell’ultimo capitolo scritto a mo di diario troviamo passo passo le tappe che hanno portato l’autore alla decisione di proseguire la storia di Roland, “rimasta nel cassetto” per diversi anni. Viene poi introdotto il tema dei walk-in (viaggiatori spazio temporali di altri mondi) e pure ulteriori aneddoti sulla vita dello scrittore… se tali accorgimenti sono un tentativo di conferire maggior realismo alla storia a mio avviso non fanno invece che sortire l’effetto contrario… Avrei preferito lo stesso approccio tenuto fino a questo momento, con King sullo sfondo che narra una storia frutto della fantasia, non un autore che ruba la piazza ai propri personaggi raccontando il suo “incontro ravvicinato del terzo tipo” ecc… che hanno dato il via a tutto quanto.



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La Torre Nera Prologo
LE PICCOLE SORELLE DI ELURIA

"Le Piccole Sorelle di Eluria" è un prequel del primo volume della saga della Torre Nera. L’Amata città di Roland, Gilead, ha ceduto alle forze del Buono, e i pistoleri sono stati macellati nella battaglia di Jericho Hill. Roland è ora un viandante solitario, alla ricerca di tracce dell’inafferrabile stregone noto come l'Uomo in Nero. In una calda giornata durante la stagione di Piena Terra, Roland entra in una città deserta dei monti Desatoya. La città si chiama Eluria, ed è vuota tranne che per un cane zoppo, un ragazzo annegato, e il suono inquietante di tintinnanti campanelli d'argento. Mentre Roland cerca gli abitanti scomparsi dalla città, viene attaccato dai lenti mutanti noti come le creature verdi. Il nostro eroe inconsapevole viene salvato da una banda itinerante di guaritori donne che si definiscono le Piccole Sorelle di Eluria. Ma i soccorritori di Roland non sono quello che sembrano, e il nostro pistolero deve combattere le loro pozioni narcotiche per rimanere sveglio, e vivo.

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a sinistra “L’Uomo in Nero”
a destra John Farson “il Buono” e le sue truppe

Il prologo, esatto della Torre Nera esiste pure un prologo, vi starete domandando come mai allora io non l’abbia letto all’inizio (ma ve lo dico anche se non ve ne frega niente), la questione è semplice, me ne ero completamente dimenticato. Dato che poi mi manca solo l’ultimo volume e una volta concluso quello volevo chiudere definitivamente il capitolo Torre Nera ho pensato di leggermelo ora. Non esiste un libro che contenga il solo prologo, e dovrei controllare ma mi pare che non ci sia manco l’e-book, potete però trovarlo in ”Tutto è fatidico”, una raccolta di brevi racconti di King.
Parlando della storia non è niente di eclatante, se si esclude il medesimo protagonista l’attinenza con la saga è praticamente nulla; insomma, letteralmente una storia “sulla Torre” scritta tanto per…




P.S.
Ora tocca all’ultimo volume :HIPP
 
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Spicy McHaggis

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ATTENZIONE SPOILER

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La Torre Nera VII
LA TORRE NERA

L'uomo in nero fuggì nel deserto e il pistolero lo seguì. Così esordiva la storia, sette libri fa. Ora la caccia è finita: Roland di Gilead, con i compagni che ha raccolto attorno a sé nel viaggio, è di fronte al suo destino. Nelle prime pagine di questo volume ritroviamo il gruppetto sano e salvo, sebbene sparso per ogni dove e ogni quando. Susannah-Mia è stata trasportata dal Dixie Pig di New York in una stanza degli orrori di Fedic, dove vedrà la luce suo "figlio". Jake e il Père Callahan, con Oy sono entrati nel locale ad armi spianate per salvare la ragazza, ignorando il pericolo in agguato. Roland e Eddie, con John Cullum, sono nel Maine del 1977, e incominciano a capire che il mondo da cui stanno cercando di fuggire è l'unico reale.

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a sinistra il Re Rosso a destra Mordred

L’ultimo (e il più voluminoso) dei tomi della saga, ammetto che l’interesse dal volume precedente venendo avanti è andato sempre più scemando. Siamo alla resa dei conti e ci sono diverse sfide in ballo e questa è una bella cosa (particolarmente godibile quella fra il più vecchio nemico del pistolero, “l’uomo in nero”, e Mordred, figlio di Susannah, del nostro protagonista e pure del Re Rosso). Assistiamo a diverse dipartite eccellenti prima di giungere alla Torre, ma questi episodi sono stati in qualche modo attenuati… da cosa? in primis dai personaggi banali comparsi ultimamente come funghi e poi dal lungo e periglioso cammino; quando dico lungo e periglioso cammino non mi riferisco all’evolversi della storia ma ai ripetuti, onnipresenti, estenuanti ed interminabili scambi di battute che danno sempre lo stesso risultato: 19… oppure: ka-battelapesca… con i personaggi in atteggiamento compiaciuto. È come quelle vecchie barzellette che tutti ormai conoscono e non fanno più ridere nessuno, ma qualcuno continua imperterrito a raccontarle. In questo caso a farlo è King che, come Bastian nella Storia Infinita, deve portare avanti il racconto col frutto della propria fantasia se vuole salvare quel mondo (ed in questo caso anche tutti gli altri).
Da quando sono rimasti solo Roland e Susannah la storia riacquista un po’ l’equilibrio ormai da tempo perduto anche se si tende comunque a tergiversare (vedi ad esempio l’avventura col brucone nella grotta, buttata lì proprio a caso…). Comunque l’avvicinarsi alla Torre si fa sentire anche per il lettore, ravviva il fuoco dell’interesse e della passione che si era affievolito sotto pagine e pagine di ka, di 19 e di termini inventati da King che hanno reso davvero snervante procedere. Forse proprio per questo si ha quasi la sensazione che per il finale l’autore se la sia cavata a buon mercato: Susannah va a ricomporre il quadretto familiare in un classico felici e contenti, Patrick che se ne va per la sua strada, Mordred messo sotto scacco dal bimbolo Oy, la prevedibile sorte del folle Re Rosso (intendo proprio la modalità con la quale sarebbe stato levato di mezzo ad un certo punto divenuta facilmente intuibile). Insomma, al finale ci si arriva letteralmente stanchi, non meno dello stesso Roland che arriva alla tanto agognata Torre e… la ruota del ka ricomincia a girare.

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”L’uomo in nero fuggì nel deserto
e il pistolero lo seguì.”

Dando un giudizio finale (senza considerare “La leggenda del vento” che è ininfluente), posso dire che con i primi 5 volumi siamo di fronte ad un’opera straordinaria che tutti dovrebbero leggere, i due ultimi tomi però mi portano a ritrattare l’affermazione. Un autore invadente che tende a ripetersi e a farcire di banalità quello che era, e nonostante tutto rimane, un racconto davvero unico.
Resto comunque dell’opinione che pur con tutti i suoi difetti la Torre Nera è una storia che merita di essere letta per la sua particolarità, e alla fine del viaggio anche voi vi sentirete spossati ma soddisfatti da quel lungo cammino che è la sua lettura.
 

Kira990

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L'ultimo cavaliere

Per il momento ho letto il primo libro della saga, sto per iniziare il secondo. Non mi ha preso come altri libri per il momento. L'ho trovato un pò lento. Spero sia solo perchè sta gettando le basi per i prossimi libri. Vedremo
 
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