bonadext
Ananke
«Questo libro canterà sul vostro scaffale. È troppo soffocato d’amore per suscitare invidia, troppo umile per gli encomi, e tuttavia è così impressionante da non poter eludere lo stupore». Così Derek Walcott salutò In fondo al fiume – primo libro di Jamaica Kincaid –, che radunava i racconti poetici già accolti dai lettori del «New Yorker» come rari gioielli letterari: a scorci di una natura lussureggiante che suscita inquietudini profonde si alternano i ricordi di un’infanzia caribica fatta di scoperte minute e preziose, di dolenti rapporti familiari dominati da una madre che tutto dona e poi tutto nega – «Mi cinse con le braccia, stringendomi sempre più la testa al petto, finché non soffocai» –, e che verrà magistralmente celebrata nella torrida e furente Autobiografia di mia madre. Nulla è come sembra, in questo libro breve ma inesauribile: e quando i paesaggi si accendono di colori violenti è per meglio accogliere nell’ombra i sentimenti più riposti di una creatura ancora «primitiva e senza ali». La voce della giovane Kincaid («il mio nome mi riempie la bocca») è schietta, capricciosa e ingannevolmente semplice, e vi risuonano i ritmi laceranti di quella prosa visionaria e incantatoria che sarà soltanto sua.
Jamaica Kincaid è stata la mia scoperta dell'anno! Questa breve raccolta di racconti o meglio di frammenti l'ho scoperta grazie ai racconti d'autore in uscita con il Sole24Ore, e ne sono rimasto incantato!
Una poesia in prosa in chiave autobiografica che racconta in "immagini" frammenti di vita, di ricordi, di amore, di sensazioni, di colori, di luci e di ombre... una scrittura visionaria, a tratti può sembrare non comprensibile e disconnessa (lo stile e la punteggiatura strizza l'occhio a Joyce) ma che comunque risulta molto fluida al punto di non riuscire più a staccarsi fino all'ultima pagina.
Un libro che non lascia indifferenti, dove il potere della parola fa breccia nell'animo del lettore con forza (qui ricorda molto la poetica esasperata della Woolf) in una poetica sublime. Sono curioso di leggere altre sue cose.
Voto 5
Jamaica Kincaid è stata la mia scoperta dell'anno! Questa breve raccolta di racconti o meglio di frammenti l'ho scoperta grazie ai racconti d'autore in uscita con il Sole24Ore, e ne sono rimasto incantato!
Una poesia in prosa in chiave autobiografica che racconta in "immagini" frammenti di vita, di ricordi, di amore, di sensazioni, di colori, di luci e di ombre... una scrittura visionaria, a tratti può sembrare non comprensibile e disconnessa (lo stile e la punteggiatura strizza l'occhio a Joyce) ma che comunque risulta molto fluida al punto di non riuscire più a staccarsi fino all'ultima pagina.
Un libro che non lascia indifferenti, dove il potere della parola fa breccia nell'animo del lettore con forza (qui ricorda molto la poetica esasperata della Woolf) in una poetica sublime. Sono curioso di leggere altre sue cose.
Voto 5