isola74
Lonely member
"Il vicequestore sorrise nel pensare alla somiglianza che sentiva tra lui e quel cane da punta". Rocco Schiavone ha la mania di paragonare a un animale ciascuna delle fisionomie umane che gli si para davanti. E uno sbirro manesco e tutt'altro che immacolato, romano di conio trasteverino, con una piaga di dolore e di colpa che non può guarire. Ad Aosta, dove l'hanno trasferito d'ufficio, preferirebbe tenere le sue Clarks al riparo dall'acqua e godersi i suoi amorazzi, che non imbarcarsi in un'altra inchiesta piena di neve. Una donna, una moglie che si avvicinava all'autunno della vita, è trovata cadavere dalla domestica. .. Intorno la devastazione di un furto. Ma Rocco non è convinto. E una successione di coincidenze e divergenze, così come l'ambiguità di tanti personaggi, trasformano a poco a poco il quadro di una rapina in una nebbia di misteri umani, ambientali, criminali. Per dissolverla, il vicequestore Rocco Schiavone mette in campo il suo metodo annoiato e stringente, fatto di intuito rapido e brutalità, di compassione e tendenza a farsi giustizia da sé, di lealtà verso gli amici e infida astuzia." (dal sito Mondadori)
E' la seconda inchiesta di Rocco Schiavone (ho la mania- se posso- di leggere i libri nell'ordine in cui sono stati pubblicati, specie se i protagonisti sono gli stessi
) e mi è piaciuta più della prima (Pista nera). Forse perchè ho preso un po' confidenza con questo romano che a prima vista sembra antipatico e che invece è solo uno che sta soffrendo, ma che -soprattutto- è molto bravo nel suo lavoro.
La scrittura è piacevole. A tratti fa anche sorridere.
Io lo consiglio a tutti gli amanti del giallo.
E' la seconda inchiesta di Rocco Schiavone (ho la mania- se posso- di leggere i libri nell'ordine in cui sono stati pubblicati, specie se i protagonisti sono gli stessi
La scrittura è piacevole. A tratti fa anche sorridere.
Io lo consiglio a tutti gli amanti del giallo.
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