Chatwin, B. & Teroux, P. - Ritorno in Patagonia

elisa

Motherator
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A quasi dieci anni dalla pubblicazione di "In Patagonia" (considerato uno dei più bei libri di viaggi dei nostri anni) Bruce Chatwin ritornava sull'argomento: l'occasione gli era offerta da una conferenza alla Royal Geographical Society tenuta a due voci con Paul Theroux (autore nel 1979 di "Old Patagonian Express"). Nel libro i due scrittori analizzano la ricorrenza del "tema patagonico" ('topos' che coincide con l'ignoto, l'inconoscibile ed il mistero) nelle loro storie personali, in letteratura e nell'immaginario collettivo. Apprendiamo così che per Chatwin la Patagonia è stata una terra delle meraviglie fino dall'età di tre anni, da quando scoprì la pelle di un misterioso animale nell'armadio della nonna; e che per Theroux partire per la Patagonia significava portare a termine un'avventura intrapresa dal bisnonno. In letteratura si scoprono impensabili collegamenti: la Patagonia fu scoperta da Magellano e le prime relazioni di quel viaggio influenzarono Shakespeare; al resoconto dell'esplorazione di un corsaro del Settecento sono debitori splendidi versi di Wordsworth e Coleridge e il "Viaggio verso il Polo Sud" di un certo capitano Weddel ispirò la missione in Patagonia di Darwin e "Le avventure di Gordon Pym" di Poe. Tra erudizione e 'divertissement', il libro conferma di pagina in pagina quanto Chatwin scrive in apertura: "Paul e io se mai siamo dei viaggiatori, siamo viaggiatori letterari. Un'associazione o un riferimento letterario possono entusiasmarci quanto una pianta o un animale raro".

Il libretto è un'operazione editoriale che nulla lascia e nulla toglie. Una sequela di brani e di citazioni. Meglio Chatwin che Teroux.
 

unkadunka

New member
Che bello questo libretto,tratto dalla conferenza di questi due viaggiatori marpioni,che ne sanno una più del diavolo per coinvolgere il pubblico con il loro show. Favoloso.
 
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