ampersand
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Ciao a tutti.
All'anagrafe sono Federica Stefania Zozzoli Santini, ma ho autopubblicato il mio primo romanzo come F. Santini usando il cognome di mio padre (sperando che mi porti un po' di fortuna). Ho scelto di definire Andòrax un fantasy medievale perché ho cercato di inserire la trama fantastica in un contesto il più possibile realistico e oggettivo, quello medievale, ancorato a una realtà arcaica e tangibile nella quale l'elemento magico si fa strada in sottofondo come collante di volta in volta accettato o respinto dai vari personaggi.
A questo link trovate una presentazione più completa dell'opera: Home - Andorax
Ringrazio in anticipo per i commenti o la curiosità che il mio lavoro sarà in grado di suscitare e che saranno davvero molto apprezzati.
Prologo
"Fin dove il ricordo era in grado di spingersi, là dove le storie avevano iniziato a prendere
forma sulla bocca dei vecchi e le leggende a proliferare alimentate dai viaggiatori, da sempre erano
esistiti i Guardiani degli elementi.
Nahìma.
Un tempo elfi.
Custodi degli elementi su cui si fondava il mondo – acqua, terra, fuoco, aria – si trovavano
alla base dell’ordine delle cose e dell’organizzazione del tutto. Incarnavano la natura stessa di
quegli elementi, che ne occupavano il corpo mortale. La respiravano. Se ne nutrivano e ne
venivano nutriti. Attorno a loro gravitava l’equilibrio, la ruota perenne e immutabile della ciclicità,
del tempo, della vita.
Quando l’equilibrio veniva minacciato allora interveniva il caos, che portando distruzione
creava le basi per la nascita di un nuovo equilibrio e di nuovi nahìma.
La devastazione arrivava con l’elemento quinto, ultimo e primo, supremo padrone del mondo,
nucleo e alito vitale: l’elemento che a differenza degli altri non dominava la materia plasmabile di
cui erano fatte le creature viventi, bensì l’immateriale, l’invisibile, eppure ciò senza il quale niente
avrebbe avuto vita.
Nahysmi.
L’anima."
Sinossi.
La magia sembra essere scomparsa da più di duecento anni dalla terra di Alghend in favore dell’acciaio e della forza umana.
Un ultimo stregone, Élian, è però sopravvissuto allo sterminio nel silenzio, attraverso i secoli. Nel suo anonimo vagabondare, un sogno ricorrente lo spinge fino ai confini di una leggendaria città, Gwynnélas: quella che viene chiamata la città del Dio. Nel sogno gli appaiono immagini enigmatiche che rimandano alla Profezia pronunciata da Andòrax, ultimo capo degli stregoni: essa annuncia il ritorno della magia in seguito alla nascita di un predestinato mortale che porta su di sé una piccola ala stilizzata, il segno del nahysmi, elemento supremo – un mortale la cui vita o la cui morte possono essere portatrici allo stesso tempo di salvezza e di equilibrio, così come di caos e terrore. A Gwynnélas Élian si imbatte per un caso fortuito in Armin, una ragazza soldato sohlohst che si rivela essere proprio la predestinata di cui parla la Profezia.
Assieme alla ragazza Élian si mette in viaggio attraverso Alghend spinto dalla speranza di far rinascere grazie ad Armin lo scomparso ordine di stregoni custodi dei segreti della magia. I due troveranno un aiuto inaspettato negli erdemiani, cavalieri ribelli seguaci di Erdem, un cavaliere che secoli prima aveva fondato un esercito in difesa degli stregoni e combattuto al loro fianco. A tutti loro si opporranno sia i quattro ordini di cavalieri regolari supportati dai religiosi, sia una coalizione di elfi guidati dai nahìma, immortali guardiani elfici dei quattro elementi naturali – acqua, terra, fuoco e aria – che sono a loro volta all'inseguimento di Armin: il loro intento è quello di liberare attraverso il predestinato della Profezia l'anima esiliata di un elfo stregone e imporre così il dominio degli elfi e degli elementi su Alghend.
Le scelte compiute da ciascuno influenzeranno il destino di tutti.
L'equilibrio di Alghend si trova pericolosamente in bilico fra la schiavitù e la rinascita.
All'anagrafe sono Federica Stefania Zozzoli Santini, ma ho autopubblicato il mio primo romanzo come F. Santini usando il cognome di mio padre (sperando che mi porti un po' di fortuna). Ho scelto di definire Andòrax un fantasy medievale perché ho cercato di inserire la trama fantastica in un contesto il più possibile realistico e oggettivo, quello medievale, ancorato a una realtà arcaica e tangibile nella quale l'elemento magico si fa strada in sottofondo come collante di volta in volta accettato o respinto dai vari personaggi.
A questo link trovate una presentazione più completa dell'opera: Home - Andorax
Ringrazio in anticipo per i commenti o la curiosità che il mio lavoro sarà in grado di suscitare e che saranno davvero molto apprezzati.
Prologo
"Fin dove il ricordo era in grado di spingersi, là dove le storie avevano iniziato a prendere
forma sulla bocca dei vecchi e le leggende a proliferare alimentate dai viaggiatori, da sempre erano
esistiti i Guardiani degli elementi.
Nahìma.
Un tempo elfi.
Custodi degli elementi su cui si fondava il mondo – acqua, terra, fuoco, aria – si trovavano
alla base dell’ordine delle cose e dell’organizzazione del tutto. Incarnavano la natura stessa di
quegli elementi, che ne occupavano il corpo mortale. La respiravano. Se ne nutrivano e ne
venivano nutriti. Attorno a loro gravitava l’equilibrio, la ruota perenne e immutabile della ciclicità,
del tempo, della vita.
Quando l’equilibrio veniva minacciato allora interveniva il caos, che portando distruzione
creava le basi per la nascita di un nuovo equilibrio e di nuovi nahìma.
La devastazione arrivava con l’elemento quinto, ultimo e primo, supremo padrone del mondo,
nucleo e alito vitale: l’elemento che a differenza degli altri non dominava la materia plasmabile di
cui erano fatte le creature viventi, bensì l’immateriale, l’invisibile, eppure ciò senza il quale niente
avrebbe avuto vita.
Nahysmi.
L’anima."
Sinossi.
La magia sembra essere scomparsa da più di duecento anni dalla terra di Alghend in favore dell’acciaio e della forza umana.
Un ultimo stregone, Élian, è però sopravvissuto allo sterminio nel silenzio, attraverso i secoli. Nel suo anonimo vagabondare, un sogno ricorrente lo spinge fino ai confini di una leggendaria città, Gwynnélas: quella che viene chiamata la città del Dio. Nel sogno gli appaiono immagini enigmatiche che rimandano alla Profezia pronunciata da Andòrax, ultimo capo degli stregoni: essa annuncia il ritorno della magia in seguito alla nascita di un predestinato mortale che porta su di sé una piccola ala stilizzata, il segno del nahysmi, elemento supremo – un mortale la cui vita o la cui morte possono essere portatrici allo stesso tempo di salvezza e di equilibrio, così come di caos e terrore. A Gwynnélas Élian si imbatte per un caso fortuito in Armin, una ragazza soldato sohlohst che si rivela essere proprio la predestinata di cui parla la Profezia.
Assieme alla ragazza Élian si mette in viaggio attraverso Alghend spinto dalla speranza di far rinascere grazie ad Armin lo scomparso ordine di stregoni custodi dei segreti della magia. I due troveranno un aiuto inaspettato negli erdemiani, cavalieri ribelli seguaci di Erdem, un cavaliere che secoli prima aveva fondato un esercito in difesa degli stregoni e combattuto al loro fianco. A tutti loro si opporranno sia i quattro ordini di cavalieri regolari supportati dai religiosi, sia una coalizione di elfi guidati dai nahìma, immortali guardiani elfici dei quattro elementi naturali – acqua, terra, fuoco e aria – che sono a loro volta all'inseguimento di Armin: il loro intento è quello di liberare attraverso il predestinato della Profezia l'anima esiliata di un elfo stregone e imporre così il dominio degli elfi e degli elementi su Alghend.
Le scelte compiute da ciascuno influenzeranno il destino di tutti.
L'equilibrio di Alghend si trova pericolosamente in bilico fra la schiavitù e la rinascita.