Burton, Jessie - La confessione

qweedy

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"Londra, 1980. In un pomeriggio d’inverno ad Hampstead Heat, Elise Morceau, che fa la maschera a teatro e ha tutta la bellezza dei vent’anni, incontra Constance Holden, detta Connie, e ne rimane stregata. Connie è una scrittrice di successo, arrogante e seducente in egual misura, con un romanzo in procinto di diventare un film a Hollywood. Le due donne si innamorano e stringono un rapporto che velocemente scivola verso l’ossessione e la reciproca dipendenza. Connie convince Elise a seguirla a Los Angeles, ma, se la prima è elettrizzata dall’eccitazione di un nuovo mondo dove tutti mentono pur di diventare una stella, l’altra vi annaspa, esasperata dagli umori della sua compagna con cui si susseguono rotture e riappacificazioni, e dalla falsità di quell’ambiente competitivo e irreale. Così Elise prende una decisione impulsiva, che cambierà la sua vita per sempre: sparisce nel nulla, senza lasciare tracce. Trent’anni dopo, una giovane donna di nome Rose decide di mettersi alla ricerca di sua madre, scomparsa quando era ancora una bambina. Bussa così alla porta dell’ultima persona che l’ha incontrata, una scrittrice ormai anziana che vive reclusa dopo essersi ritirata dalla vita pubblica al picco della sua fama, e da cui Rose è determinata a ottenere una confessione: Constance Holden."

Posso dirlo? Il romanzo di questa scrittrice nata nel 1982 non mi è piaciuto, per quanto le 526 pagine si leggano abbastanza scorrevolmente. Parla di amore, ma è un amore davvero con l'iniziale minuscola, ma molto minuscola. Parla di maternità, ma di maternità negata, rifiutata, gettata via. E' un romanzo al femminile, gli uomini qui sono poco più che comparse accondiscendenti, ma le protagoniste sono donne in fuga, intimorite dalle responsabilità.

Si può anche fare a meno di leggerlo....
 
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