Agus, Milena - Un tempo gentile

Minerva6

Monkey *MOD*
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È l'ultimo romanzo di questa scrittrice di cui ormai ho letto tutto.
È stato pubblicato nel 2020... almeno qualcosa di buono l'anno scorso c'è stato :wink:.
Ho trovato molto presente e interessante l'aspetto religioso perché da più punti di vista: cattolico, evangelico, islamico. Un valido confronto tra persone che la pensano in modo diverso.
Anche i riferimenti, più o meno espliciti, al sesso non potevano mancare, l'autrice gioca spesso con questo tema nei suoi libri ma qui partono solo da metà narrazione.
Non si dimenticano facilmente i personaggi invasori e i volontari, come il Professore, l'Ingegnere, Robin, Lorena, Ziuccia e tutti gli altri che interagiscono con i personaggi locali (coro delle paesane in primis).
Sono citati Pierre e Natasa di Guerra e pace... Ho notato questa coincidenza letteraria per me che quest'anno mi cimentero' nella sua lettura in GdL.
Unica critica l'uso di "fummo ammirate" ... Ormai in tv si sente spesso, però a me dà fastidio, preferisco dire io ammiro piuttosto che sono ammirata da...:BLABLA
Tra gli invasori mi sono sentita vicina a Said per la rabbia che prova:
Ce l'aveva contro se stesso quando si macchiava la camicia o lasciava cadere in terra qualcosa, anche se non si rompeva.
Said Amal era prepotente, rancoroso, divorato dalla rabbia...
 

Minerva6

Monkey *MOD*
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Citazioni

Non si ama la persona,
ma l'ideale che ci siamo costruiti.
Chi ti ama è il tuo peggior nemico
perché cerca sempre di cambiarti in base alle sue necessità.

Fa sempre un certo effetto la
placidità della natura nei momenti
di preoccupazione e tormento,
rassicura su un ordine universale
che governa tutte le cose.

Chi era per la provvidenza divina, chi per la divina indifferenza. Chi aspettava l'aiuto del Signore e chi pensava fosse meglio che se ne stesse lontanissimo, in solitudine
assoluta.

Dio si dimostrava cosi duro con noi perché il nostro modo di vivere era colpevole e folle? Lo avevamo deluso e si era pentito di
averci creato?

Ci sentiamo soli e abbandonati,
in fondo Dio è stato abbandonato da noi molto tempo fa ed è ormai solissimo, di un'infinita e perfetta solitudine.
 

alessandra

Lunatic Mod
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Come al solito l'autrice si fa riconoscere per il suo stile limpido e fintamente ingenuo. Qui non ci troviamo di fronte a un vero e proprio romanzo, è quasi un diario inventato in cui la voce narrante femminile parla a nome di un coro, un gruppo di donne che si ribellano alla mentalità diffidente e chiusa del loro piccolo villaggio, compresi i loro compagni, e accolgono con solidarietà e curiosità un gruppo di immigrati accompagnati da alcuni volontari.
Il racconto è onesto perché descrive gli immigrati - o, per meglio dire, alcuni di loro - come persone, almeno inizialmente, ostili: un'ostilità comprensibile poiché alla fine di un viaggio traumatico e per certi versi tragico si sono ritrovati in un villaggio sperduto che non lascia loro alcuna prospettiva. Mi è piaciuta la semplicità con cui la Agus ha raccontato i sentimenti e le opinioni di ognuno, ad esempio quelle legate alla religione, poche frasi comprensibili a chiunque, che spesso strappano un sorriso e colgono nel segno. Non mancano poi personaggi particolari come il Professore, l'allieva di lui innamorata, l'Ingegnere e le due signore, mamma e figlia con la puzza sotto il naso, abitanti del luogo.
Consigliato a tutti anche perché si legge in poche ore, per me ritrovare la Agus è sempre un po' come tornare a casa.
 
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