LETTERE DI UNA NOVIZIA
E’ un libro scritto tra la fine degli anni ‘30 e l’inizio degli anni ’40, in forma epistolare, probabilmente già un po’ arcaica all’epoca. Ciò non togli nulla però alla qualità del romanzo, scritto magnificamente. In verità resto un po’ meravigliato dalla grande qualità degli scrittori italiani di quell’epoca, ma, si sa, noi italiani siamo piuttosto esterofili, ma devo dire che la qualità dei nostri scrittori e la nostra magnifica lingua non hanno nulla da invidiare ai migliori scrittori di lingua inglese, molto più celebrati, dell’epoca.
Qui tratta del profondo conflitto tra una madre, giovane vedova, e la figlioletta.
La madre vuole vivere pienamente la sua vita superando la tragedia della vedovanza, avendo la consapevolezza dei molti anni che ancora le restano per trovare una sua felice dimensione. In questo vede la figlioletta più come una ostacolo al suo desiderio di libertà che a una consolazione per il suo stato. La bimba sente questa mancanza di amore della madre e, benché riceva le cure affettuose di una nonna, il suo carattere profondamente egocentrico, la porta a comportamenti inspiegabili che inducono la madre ad affidare la sua educazione a un convento di suore. La ragazzina sembra accettare la dura disciplina del collegio e, addirittura, il suo comportamento esemplare induce la direttrice del convento a pensare che ella potrà essere una futura monaca.
La madre però, probabilmente per esorcizzare un senso di colpa che deriva dal suo comportamento, decide di riaccogliere la figlia, che non è più una ragazzina, nella sua casa, ma più che una figlia vorrebbe un’amica, una confidente, e questo inasprisce, se possibile, i conflitti…….e non dico altro per non privare i lettori del piacere della lettura della parte più interessante del libro.
Ci sono altri comprimari molto importanti nello sviluppo della storia contenuta nel libro, e dato il contesto, soprattutto nel mondo ecclesiastico. Un buon libro , senza dubbio, che oltre a trattare temi sempre attuali in ogni tempo, si avvale di una qualità di scrittura veramente notevole che, ovviamente, migliora ogni cosa.
Inutile dire che è un libro che consiglio a tutti.
E’ un libro scritto tra la fine degli anni ‘30 e l’inizio degli anni ’40, in forma epistolare, probabilmente già un po’ arcaica all’epoca. Ciò non togli nulla però alla qualità del romanzo, scritto magnificamente. In verità resto un po’ meravigliato dalla grande qualità degli scrittori italiani di quell’epoca, ma, si sa, noi italiani siamo piuttosto esterofili, ma devo dire che la qualità dei nostri scrittori e la nostra magnifica lingua non hanno nulla da invidiare ai migliori scrittori di lingua inglese, molto più celebrati, dell’epoca.
Qui tratta del profondo conflitto tra una madre, giovane vedova, e la figlioletta.
La madre vuole vivere pienamente la sua vita superando la tragedia della vedovanza, avendo la consapevolezza dei molti anni che ancora le restano per trovare una sua felice dimensione. In questo vede la figlioletta più come una ostacolo al suo desiderio di libertà che a una consolazione per il suo stato. La bimba sente questa mancanza di amore della madre e, benché riceva le cure affettuose di una nonna, il suo carattere profondamente egocentrico, la porta a comportamenti inspiegabili che inducono la madre ad affidare la sua educazione a un convento di suore. La ragazzina sembra accettare la dura disciplina del collegio e, addirittura, il suo comportamento esemplare induce la direttrice del convento a pensare che ella potrà essere una futura monaca.
La madre però, probabilmente per esorcizzare un senso di colpa che deriva dal suo comportamento, decide di riaccogliere la figlia, che non è più una ragazzina, nella sua casa, ma più che una figlia vorrebbe un’amica, una confidente, e questo inasprisce, se possibile, i conflitti…….e non dico altro per non privare i lettori del piacere della lettura della parte più interessante del libro.
Ci sono altri comprimari molto importanti nello sviluppo della storia contenuta nel libro, e dato il contesto, soprattutto nel mondo ecclesiastico. Un buon libro , senza dubbio, che oltre a trattare temi sempre attuali in ogni tempo, si avvale di una qualità di scrittura veramente notevole che, ovviamente, migliora ogni cosa.
Inutile dire che è un libro che consiglio a tutti.