60° Poeticforum - Le poesie che amiamo

alessandra

Lunatic Mod
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Sempre più in ritardo inserisco la nuova proposta...

La tristezza fa rumore

dice che quando cade
la tristezza in fondo al cuore
non fa rumore
come la neve
vaccate

vi assicuro
la mia tristezza, almeno
è grossa
pesante
molto rumorosa

fa un casino della madonna
come un bue che si sfracella
dopo una caduta libera di trecento metri
sul tetto di un’Alfasud rossa
parcheggiata in doppia fila

Guido Catalano
 

Pathurnia

if you have to ask what jazz is you'll never know
Salto questo giro. La mia tristezza, oggi, è tutta rivolta all'Afghanistan ed ai suoi abitanti ma non è tristezza da farci poesia o commenti. Perdonatemi.
 
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alessandra

Lunatic Mod
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Il giorno in cui ho scelto questa poesia mi sentivo esattamente così. Anche se usa espressioni non proprio poetiche come "vaccate", "casino della madonna" etc. e l'immagine del bue che si sfracella sul tetto di un'Alfasud non rientra esattamente nel concetto classico di poesia, Catalano - che mi piace sempre per la sua fantasia e ironia - è riuscito a colpire perfettamente nel segno e a strappare un sorriso per me, in quel momento, amaro.
 

alessandra

Lunatic Mod
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Passiamo alla prossima poesia...


Ti parlo padre?
In difesa dell’inverno,
magro merlo scampato
all’eccidio delle foglie,
ti parlo come a un nulla
vastissimo senza cornice
grammaticale né stellare?
Ti dico piccole impronte
di creature votate al gioco?

Sono una bambina padre,
ripiego le ali su una luce
al centro del petto,
un nido per lo scempio
uno strappo logico.
Tu sei un soldato padre?
A guerra finita cosa
resta di te e quali
parole per dirlo,
per la tua divisa muta.

Sono un pugnale padre
quello che ti aprirà il cuore
e farà vita dei tuoi
delitti, farà fiera e lotteria:
a chi i tuoi occhi
a chi le mani
chi offre qualcosa
per il tuo grugno?

Io sono un libro padre
una legge dell’universo
stampata negli astri
e nelle cellule di noi
fogliame volato via
cenere di albero bruciato.
Sono viva padre
e non per vendetta
e nemmeno per diritto
sono viva per musica
per sintonia con lo spazio
che ci ama nelle vene
che le fa ridere le fa allegre
e spensierate in balli
di mattina, soli.

Ho paura di tutto padre,
perché tutto è vivo
e mi accompagna,
mi insegna gesti
parole fitte,
appartenenze vertiginose,
prima che naturali.

C’è un fiume padre,
più potente di qualsiasi seme,
fiume che ci nasce
prima di qualunque crollo
nella nascita,
c’è fede forte di animale bambina,
fede che ci precede
e ci invita,
come voce
terra mondo,
padre.
Chandra Candiani da 'Fatti vivo' (Einaudi)
 

Pathurnia

if you have to ask what jazz is you'll never know
Sarebbe quasi un delitto lasciar scivolare via questo meraviglioso canto di vita e d'amore.
Di fronte a un'entità maschile, forse un archetipo di padre-che-divora, forse l'espressione di un dio di una qualunque religione monoteista maschile basata sul potere e la distruzione, la piccola creatura eleva il suo canto che celebra la vita degli esseri teneri e indifesi. Ma il canto diventa disprezzo, odio, e promessa di un cambiamento che soppianterà la forza bruta :
Sono un pugnale padre
quello che ti aprirà il cuore
e farà vita dei tuoi
delitti, farà fiera e lotteria:
a chi i tuoi occhi
a chi le mani
chi offre qualcosa
per il tuo grugn
o?

La piccola creatura sa di essere destinata a vincere perché è fatta di forza vitale, perché è in sintonia con l'universo, anche se è atterrita dall'immensità del proprio destino.
Sa di essere destinata a vincere perché ha con sé il logos, (
io sono un libro, padre) e perché ha in sé la musica, la bellezza e la forza gentile delle cose che sono vive. Sa che è destinata a trionfare perché questa fede ci precede e ci invita.
Quest'ultima parte mi fa pensare 1) al movimento di lotta delle donne 2) ad una antica religione, un culto di dee madri, che precede gli attuali culti basati su divinità maschili.
E poi, ma questa è una chiosa tutta mia, mi fa pensare alla frase di De Andrè rivolta al "Potere":

voi non potete fermare il vento, gli fate solo perdere tempo.
Grazie Chandra Livia Candiani

Pathurnia
 

qweedy

Well-known member
Stupenda e potente questa poesia, che fa parte della raccolta "Fatti vivo", raccolta che già nel titolo mette a fuoco una rinascita, un farsi vivi nella vita che è data, ma che non «è» davvero fin quando non viene scelta, non viene fatta «nostra».
La presenza del padre rappresenta l'autorità creatrice che riempie in questa poesia tutti i “tu” della bambina. Questa figura è un’enorme assenza che certamente ha a che fare con l’evento biografico della morte paterna, accaduto quando la poetessa era ancora piccola.
«Ti parlo, padre?», «Sono una bambina, padre», «Sono un pugnale, padre», questi i versi che aprono le prime tre strofe, dove si percepisce una voce piccola, consapevole di essere nulla ma di essere in tutte le cose, intimamente connessa con la natura. La forza della vita è un fiume inarrestabile e travolgente, e la fede forte di animale bambina annuncia la nascita di se stessa.
Secondo me la fede che ci precede e ci invita è la forza vitale della natura, che spinge alla vita.
 
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alessandra

Lunatic Mod
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Se ho ben capito, la poetessa ha dato voce e trasformato in pensieri da adulta, e poi in versi, le sensazioni di bambina provate al momento della morte del padre. Lo invoca, si rivolge a lui con una vitalità strabordante, come se volesse riscattarlo, vivere pienamente anche ciò che a lui non è stato concesso, ma anche con rabbia per non poterglielo dimostrare, oltre che per la sua morte precoce. Bellissima.
 
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