Caruso, Emanuele - La terra buona

Pathurnia

if you have to ask what jazz is you'll never know
Questo film del 2018 è interessante per molti motivi.
Innanzitutto ci fa conoscere un posto incomparabilmente bello dell’estremo nord d’Italia, la Valgrande (Parco Nazionale di Valgrande), che è la più grande area selvaggia del nostro paese. Situato in provincia di Verbano-Cusio-Ossola, questo è un luogo che fa capire quanto la bellezza della natura sia qualcosa da scoprire e amare in maniera totale. I paesaggi sono emozionanti perfino sullo schermo, e suscitano un acuto desiderio di immergervisi realmente.
Già solo per questo varrebbe la pena di vedere questo lungometraggio.
Inoltre è molto particolare il sistema di finanziamento che ne ha permesso la realizzazione, cioè il crowdfunding, e questo esperimento fa pensare alla possibilità di far nascere un cinema libero e indipendente.
E poi, non ultimo aspetto, uno dei protagonisti della vicenda è un personaggio realmente esistito, Padre Sergio De Piccoli, un monaco benedettino plurilaureato che proprio lì, nella Valle Maira, a 1580 metri di quota, ha realizzato un’inimmaginabile biblioteca di 59.000 volumi .

La trama è imperniata su una giovane donna malata, Gaia, che arriva nell’eremo con un suo fedelissimo amico per trovare in quel posto sperduto un’ultima speranza o forse un estremo conforto. La speranza è costituita da uno scienziato che – al di fuori della legge – ha un farmaco sperimentale che non è ancora riuscito a perfezionare ma che diventa per Gaia un nuovo, tenue legame con la vita. Il conforto è dato dalla bellezza del posto e dalla pace che esso ispira. Nella cornice dei monti e dei pendii della Valgrande la giovane Gaia ritrova armonia e accettazione della propria (forse) inevitabile fine.
La vicenda si sviluppa quasi evolvendo in un thriller, c’è una fuga misteriosa su un trenino fra monti e gallerie e infine qualcuno trova la propria realizzazione nella pace di quel luogo perfetto e misterioso.
In tutti questi aspetti positivi forse l’unico lato discordante è la mancanza di profondità dei personaggi, soprattutto dei due giovani protagonisti, che sembrano solo abbozzati.
In definitiva, però, il film è del tutto apprezzabile e ciò che manca alla caratterizzazione dei protagonisti è ampiamente compensato dall’incanto del paesaggio naturale e dall'aver conosciuto la storia di Padre Sergio De Piccoli e della sua incredibile biblioteca fra i monti.
🙋‍♀️
 
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