Kaufman, Charlie - Anomalisa

Pathurnia

if you have to ask what jazz is you'll never know
Questo film d’animazione è girato in stop motion, cioè invece di essere un’animazione fondata sui disegni è un’animazione in cui vengono fotografati oggetti che vengono man mano spostati in modo infinitesimale, il che al momento della proiezione dà l’idea del movimento.

La vicenda narra le vicende di un uomo realizzato nel lavoro ma afflitto da un grave disturbo neuropsichico, a causa del quale vede i volti tutti uguali e sente tutte le voci come un’unica voce maschile. Perfino la moglie ed il figlioletto gli appaiono con lo stesso volto e gli parlano con la stessa voce. Questa situazione, che lui riesce a nascondere benissimo perché comunque identifica le persone dagli abiti e dal comportamento, lo ha reso frustrato, depresso e incapace di relazioni.
Accade che egli debba recarsi in un’altra città per tenere una conferenza su di un libro scritto da lui stesso. Michael (il nostro protagonista) intraprende il viaggio con il presentimento di una svolta, di un allontanamento dall’opprimente ambiente familiare.
Giunto in albergo contatta una sua ex fidanzata ma l’incontro viene rovinato dalla mancanza di delicatezza di lui. Sempre più frustrato, cerca un negozio di giocattoli aperto tutta la notte per portare un regalo al proprio bambino, ma per sbaglio trova un negozio di accessori erotici, e compra comunque un regalo, una bambola giapponese. Poi tornato in albergo si accinge a dormire quando sente una voce vicina, ed è una voce diversa, melodiosa e fresca, che canta. Per cercarla spalanca molte porte dell’albergo e dopo un po’ di trambusto riesce a trovarla: è Lisa, una donna venuta in città per la medesima conferenza; è in compagnia di un’amica ma alla fine resta sola con Michael.
Lui è gioiosamente sorpreso dalla novità: Lisa è l’anomalia tanto attesa in mezzo alla grigia uniformità della sua esistenza, quindi “Anoma...lisa”. Continua a chiederle di parlare, avido di udire quella voce che spezza la monotonia del suo mondo. Lei è insicura, ha una parte del viso deturpata che continua a nascondere, ma si lascia conquistare dalla dolcezza di Michael e gli dona una notte di passione e tenerezza. La scena erotica, nel film, viene realizzata con maestria e delicatezza.
Durante la notte , dopo un terribile incubo, Michael capisce che non potrà più vivere senza Lisa. Così decide di sposarla dopo aver divorziato.

Fin qui sarebbe una bella favola, ma la mattina dopo le cose sono cambiate. Facendo colazione insieme a Lisa, Michael comincia a cogliere aspetti di lei sgradevoli e addirittura insopportabili “Stai sbattendo la forchetta sui denti, te ne rendi conto?" Le dice con insofferenza.
Lisa, dal canto suo, diventata sicura dell’amore del suo compagno, si mostra meno sensibile e responsiva e continua a comportarsi in maniera grossolana mentre il suo parlare perde ogni tono melodioso e inizia a risuonare come tutti gli altri.
La lontananza emotiva fra i due aumenta mentre la voce di Lisa si riempie di echi inquietanti.
Poco dopo Michael tiene la prevista conferenza ma tutto precipita: come in trance egli comincia a confidarsi con l’uditorio, perde il controllo e pronuncia un discorso eversivo in cui sfoga la propria rabbia e la propria confusione, destando l’indignazione del pubblico.

Quindi prende l’aereo e torna a casa. Qui scopre che la moglie ha organizzato una festa a sorpresa per il suo ritorno, ma come al solito le facce e le voci sono tutte identiche e l’unico accento diverso è quello della bambola giapponese che ha regalato al bambino.
Affranto, si siede sugli scalini e la ascolta, mentre forse lo sfiora il sospetto che tutta l’avventura sia stata un sogno, e che l’unico oggetto del suo amore sia stato un'illusione o un pupazzo.
Lisa, invece, torna nella sua città pervasa dalla dolcezza di quell’incontro che custodirà nella memoria come la cosa più incantevole mai vissuta.
A noi resta l’amaro gusto della solitudine di Michael, e ci chiediamo se quel suo vedere gli altri come “tutti uguali” non sia in fondo la rappresentazione di una estrema incapacità di amare, o forse di un'attitudine a vedere tutti gli esseri umani come oggetti, pupazzi da manipolare.
All’opposto la tenerezza con cui Lisa custodisce il ricordo di “quel breve amore” potrebbe essere il segno di un animo aperto alle sorprese della vita, capace di lasciarsi ferire ma anche di lasciarsi catturare dai sentimenti.
Voto: 8
 
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