Barrett, A. Igoni - Culo nero

qweedy

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"La mattina dell'ennesimo colloquio di lavoro, Furo Wariboko, trentatré anni, nigeriano, si sveglia e scopre di essersi trasformato in un oyibo, un uomo bianco, con i capelli rossi e gli occhi verdi. Una metamorfosi inspiegabile, che gli lascia un'unica possibilità, fuggire di casa e cercare fortuna nella babele di Lagos. Anche se nel suo quartiere i bianchi si contano sulla punta delle dita, e la gente da loro vuole sempre qualcosa: denaro, amicizia, favori. Se però conosci il pidgin e l'arte di arrangiarsi di ogni lagosiano, avere la pelle bianca può offrire dei vantaggi. Può farti entrare in un'azienda dalla porta principale; può spingerti tra le braccia di una donna bellissima che sa come manovrare i «paparini» di qualsiasi colore; può garantirti amicizie altolocate e una macchina con l'autista. In un clima sospeso tra sogno e incubo kafkiano, l'avventura di Furo Wariboko, alias Frank Whyte, si snoda intorno ai labili confini della razza e dell'identità, sullo scenario della più chiassosa e seducente tra le metropoli africane, una città in cui ognuno è «un re a casa sua, e ogni casa una nazione sovrana». Dove aggirarsi con le fattezze di un oyibo può essere esilarante ma molto rischioso, specie per Furo, che nella metamorfosi ha conservato un dettaglio della sua vecchia vita: ha ancora il sedere di un «bel nero gagliardo»."


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Il primo romanzo dello scrittore nigeriano A. Igoni Barrett può essere considerato un omaggio alla metamorfosi kafkiana, e la rende attuale e umoristica.

Svegliarsi bianco quando sei un trentatreenne di Lagos dalla pelle nera cambia la vita del protagonista, deve nascondersi dalla famiglia perché non scopra la sua nuova dimensione epidermica, sopportare per strada le occhiate di stupore e i risolini delle persone nel sentirlo - lui un oyibo, un uomo bianco – parlare in perfetto kalabari o in un disinvolto pidgin, non riesce ad ottenere un prezzo onesto per una corsa in taxi, ma ha il vantaggio di vedersi offrire lavori ben pagati.
La metamorfosi però non è completa, il suo fondoschiena è rimasto nero, e il protagonista teme di tornare come prima, ha il terrore che «la macchia nera si allargasse fino a diventare visibile, che strisciasse sulla pelle fino a inghiottirlo per intero, che lo smascherasse per l’impostore che era».
Un nuovo lavoro, una nuova partner, nuove frequentazioni, un cambio di città, nulla riesce a mitigare il senso di incompiutezza.

Con ironia pungente lo scrittore nigeriano sottolinea come ancora al giorno d’oggi la carnagione bianca rappresenti uno status sociale che difficilmente può raggiungere chi è di colore, anche se appartenente a classi sociali agiate.
Il tema centrale è l'identità, come ci vedono gli occhi degli altri, cosa vuol dire essere al centro dell'attenzione per il colore della propria pelle.

Consigliato, con una scrittura brillante e lampi di ironia, l'autore ci invita a metterci nei panni, anzi nella pelle, degli altri!

"Unica faccia bianca in quel mare nero, Furo imparò in fretta. A camminare con la schiena dritta e il passo regolare, a tenere gli occhi bassi e l'espressione assente, a ignorare gli sguardi fissi, le battute mordaci, la curiosità sfacciata. E imparò come ci si sente a essere considerato un capriccio della natura: vulnerabile allo stupore, invisibile alla comprensione."

 
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