"Il ballo delle pazze" è un film storico-drammatico francese del 2021, adattato fedelmente dall'omonimo romanzo di Victoria Mas. Libro e film sono ambientati a Parigi, nella clinica psichiatrica della Salpetrière (in realtà un vero e proprio manicomio femminile dal quale si entra ma non si esce), dove a fine Ottocento venivano rinchiuse le donne ritenute scomode, alienate, strane, in una parola, pazze. Inutile dirlo: a portarle lì, senza possibilità di replica o ribellione, erano gli uomini, loro familiari, mariti, padri, fratelli. Bastava poco perché costoro decidessero senz'appello della vita di queste donne: un'inclinazione diversa, letture inconsuete per una donna, attitudini poco femminili per l'epoca (ovvero, poco sottomesse). E' qui che finisce, contro la sua volontà, Eugènie, una giovane ed intelligente donna di buona famiglia che ha la colpa di voler partecipare ai salotti letterari, di essere intelligente, di non voler abbassare la testa, ma soprattutto di parlare con gli spiriti. Qui la ragazza incontra Geneviève, infermiera capace e convinta della giustezza di quanto si compie alla Salpetrière, in un cieco amore per la scienza e forse - segretamente - per l'affascinante dottor Charcot. Un evento chiave nella routine annuale della Salpetrière è il "ballo delle pazze", in cui la Parigi-bene può incontrare - ed avere l'illusione di mischiarsi con - le "ospiti" della struttura. E' una serata in cui crollano le maschere, in cui non si sa chi sia folle e chi no, in cui tutto può accadere. E quest'anno, qualcosa certamente succederà...
Il film, come detto, è molto fedele al libro, ne rappresenta bene l'angoscia e la cupezza di scenari e contesti, anche se forse manca un po' di profondità e coinvolgimento. Ho avuto la percezione, ex post, che si sia trattato di un compitino ben svolto e niente più, tantopiù che la regista (co-sceneggiatrice e co-protagonista) non ha dovuto neppure lavorare molto alla sceneggiatura, giacché la prosa del libro era già di per sé molto, molto cinematografica. In ogni caso, film promosso, ma senza entusiasmi spropositati.
Il film, come detto, è molto fedele al libro, ne rappresenta bene l'angoscia e la cupezza di scenari e contesti, anche se forse manca un po' di profondità e coinvolgimento. Ho avuto la percezione, ex post, che si sia trattato di un compitino ben svolto e niente più, tantopiù che la regista (co-sceneggiatrice e co-protagonista) non ha dovuto neppure lavorare molto alla sceneggiatura, giacché la prosa del libro era già di per sé molto, molto cinematografica. In ogni caso, film promosso, ma senza entusiasmi spropositati.
