Balzano, Marco - Il figlio del figlio

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"Tre uomini che tirano le somme della propria vita. Tre lingue diverse per raccontare l'emigrazione e la perdita delle radici; il bisogno di partire e la conquista di un posto in cui tornare. Nicola ha ventisei anni e fa l'insegnante precario a Milano. È figlio di Riccardo, un emigrante invecchiato troppo presto, e nipote di Leonardo, un contadino analfabeta e senza terra, che un giorno sorprende tutta la famiglia con una decisione importante: bisogna vendere la casa al mare, diventata l'oggetto ingombrante che divide fratelli, genitori e cugini. Così, una mattina di prima estate, partono a bordo di una Punto amaranto, nonno padre e nipote, per raggiungere la Puglia, a cui sono legati in maniera diversa. Il viaggio tra i luoghi e le memorie che hanno costruito la famiglia Russo diventa un viaggio iniziatico in cui i rapporti di confronto-scontro tra padri e figli si sciolgono in rapporti fra tre uomini, ognuno con i propri imbarazzi, affetti, difficoltà."

Ben scritto, è un lungo racconto introspettivo sulla famiglia, dove si convive, ci si incontra, ma in fondo non ci si conosce. I rapporti tra le tre generazioni, nonno, padre e nipote, sono intrisi di silenzi un po' amari, di parole inespresse, di rimpianti. Vivono tutti a Milano, ma le loro radici stanno nelle crepe di una vecchia casa a Barletta, in Puglia, da dove il padre se ne è andato da adolescente. Bisogna vendere la casa delle origini, ormai abbandonata ai piccioni che vi hanno fatto il nido, lasciata alle intemperie che ne hanno crepato i muri, come la distanza e il tempo hanno crepato i rapporti della famiglia che la abitava.
Il viaggio da Milano a Barletta per andare a disfarsi della casa al mare che cade a pezzi, diventa occasione di conoscenza e confronto delle tre generazioni di uomini.

Questo è il primo romanzo pubblicato da Marco Balzano (Premio Corrado Alvaro-Opera prima nel 2012) e quello in cui si inaugura una delle poetiche ricorrenti dell’autore, ossia l’emigrazione come forma e simbolo della condizione umana.


"A me quelle strade non mostravano l'anima cruda del loro passato, erano solo il teatro dell'infanzia smemorata. Le stesse cose che a me rivelavano un volto, un'atmosfera, a babbo rivelavano un'anima. E arrivava anche a mio padre quest’anima e lui ci sentiva ancora un ricordo, un affetto, anche se non diverso da quello che si porta a una vecchia fidanzata con cui non si riusciva ad andare d'accordo."

"La famiglia non c'è più. È rimasto il perno dell'ingranaggio che muoveva tutti gli altri e che ora ne fa ruotare a fatica uno per volta. Ma rotto che sarà anche quello, chiusa che rimarrà anche l'altra casa dei nonni, nessuno forse si incontrerà più."

"Forse partii non solo per fargli dispetto, ma anche per vederlo nei suoi panni di figlio. O forse per consolarmi di non essere buono ad andarmene da solo da un'altra parte, non importa dove ma da un'altra parte."
 
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