Bryndza, Robert - La donna di ghiaccio

MaxCogre

Well-known member
“Il corpo congelato. Occhi spalancati e labbra socchiuse. Come se fosse morta mentre era sul punto di parlare... Quando un ragazzo scopre il cadavere di una donna sotto una spessa lastra di ghiaccio in un parco di Londra, la detective Erika Foster viene subito incaricata dell'indagine sull'omicidio. La vittima, giovane, ricca e molto conosciuta negli ambienti della Londra bene, sembrava condurre una vita perfetta. Ma quando Erika comincia a scavare più a fondo tra le pieghe nascoste della sua esistenza, trova degli strani punti di collegamento tra quell'omicidio e l'uccisione di tre prostitute, assassinate secondo un macabro e preciso rituale. Ma chi era veramente la ragazza nel ghiaccio? Quali segreti nascondeva? Il ritratto che ne dà la famiglia corrisponde alla verità? Erika ha l'impressione che tutti gli elementi cui si aggrappa nel corso delle ricerche le scivolino via dalle dita, ma è cocciuta, determinata e disposta a qualunque cosa pur di arrivare a capire che cosa si cela dietro quella morte violenta...”

Questo è il primo libro di Bryndza, che nel frattempo è diventato il fenomeno da n.1 in inghilterra 4 milioni di copie tradotto in 29 paesi. Incredibilmente, dopo tutta questa fuffa propagandistica in copertina, il libro è buono davvero, come tutti quelli che, come l’autore confessa, si è diffuso tramite un sano e genuino passaparola.



Dovete però passare sopra alcune cose: il libro è poco bilanciato, alcune cose cascano dall’alto o sono troppo improvvise o, analizzate al microscopio, poco credibili. Ci sono delle descrizioni ambientali a volte davvero fine a sé stesse, e dei rallentamenti incredibili della storia, tipo dopo un inizio molto coinvolgente ed emotivo, un cento pagine di trascinarsi, per poi regalarvi una escalation mozzafiato.

Ma se riuscite ad accettare questo (sono curioso se nei volumi successivi è migliorato), vi godrete una figura di detective memorabile. Erika Foster, londinese, è una detective tostissima, specializzata nel risolvere casi ad alta esposizione mediatica, dove la polizia si gioca la faccia, e al contempo refrattaria ad ogni autorità o gerarchia. Al tempo stesso, questo era ieri, prima che, durante l’ennesima mission impossible, riuscita peraltro, perdesse il collega di squadra e marito Mark. Quando Erika viene richiamata sul caso della “ragazza di ghiacchio” è una donna che non sa bene ancora se vuole vivere o morire, dilaniata dai sensi di colpa, ferita e confusa.

Ma direte voi, questo è un topos della narrazione, la parabola dell’eroe ferito e in cerca di guarigione, un cliché. Vero, ma la potenza del personaggio è di essere, come Bryndza lo disegna, appassionato, trasparente, istintivo. Non è reticente a farsi conoscere profondamente dal lettore, che in effetti, si sente dentro la storia con tutta la emotività possibile. Alla fine, se è vero come ho ascoltato da qualche parte che si legge per conoscere nuove persone, alla fine del romanzo potrete ben dire di avere conosciuto Erika Foster, anzi, probabilmente ci sarete andati a sbattere contro! Voto 9/10 (ma attenti a non mollare sulle 100 pagine ‘lente’)
 
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