De Waal, Kit - Il mio nome è Leon

Roberto89

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Leon ha nove anni quando prende in braccio per la prima volta il suo fratellino appena nato, Jake, un neonato che sembra un bambolotto, con la pelle bianchissima, così diversa da quella di Leon, che ha la pelle scura. Ma ora che la loro mamma non si vede più in giro, e loro devono andare a vivere con Maureen, una signora dai capelli rossi e ricci e una pancia come Babbo Natale, Leon capisce che deve proteggere il suo fratellino: perché qualcuno vuole prenderselo, e avere quel bambolotto bianco tutto per sé. Anche se Maureen gli spiega che è per il bene di Jake, che c'è una famiglia che vuole dargli una casa e un sacco di amore, per Leon è solo un tradimento. È per questo che Leon adesso è triste e anche un po' arrabbiato Per fortuna alcune cose lo fanno ancora sorridere, come correre velocissimo in discesa con la bici, e rubare con Maureen abbastanza monetine per poter - un giorno - andare a prendere Jake e anche la mamma, come un vero supereroe. Con l'evocazione di un'Inghilterra in cui le divisioni sociali sono più che mai evidenti, e dal colore della pelle può dipendere il futuro di un bambino, Il mio nome è Leon è un romanzo che ha colto di sorpresa i lettori inglesi: la storia struggente e dolcissima, raccontata con lo sguardo del piccolo Leon, della forza di un amore e della capacità di superare il dolore e la perdita. E soprattutto la storia di che cosa vuol dire avere una famiglia, o trovarla dove meno ce lo si aspetta.

Fonte: IBS
 

Roberto89

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Questo libro è stato per me una vera sorpresa. Il romanzo è scritto dal punto di vista di un bambino di 9 anni (e in modo secondo me molto realistico e per nulla banale), ambientato nell'Inghilterra degli anni '80 durante le rivolte razziali.
Ma il lato politico-sociale non sta in primo piano, fa più da sfondo alla storia collegandosi però in modi diversi alle vicende narrate. L'autrice scrive in modo molto scorrevole e piacevole, riuscendo come ho detto a mettersi nei panni di Leon, il protagonista, e delle difficoltà che sta affrontando.

È difficile parlare del libro senza spoilerare qualcosa, ma in genere posso dire che riesce a raccontare in modo incredibilmente realistico e toccante le difficoltà di un ragazzo di colore che di colpo si trova a perdere tutti i suoi punti di riferimento. Quando sua madre non può più prendersi cura di loro e suo fratello Jake, che la madre ha avuto con un altro uomo, viene subito dato in adozione (sia perché molto piccolo, sia perché la sua pelle, diversamente da quella del fratello, è bianca), Leon resta invece con Maureen, la donna a cui è stato dato in affido, e molte domande e incertezze iniziano a crescere dentro di lui. Ed è proprio il fatto di vedere la storia dal suo punto di vista che ci aiuta a metterci nei suoi panni, a vedere il mondo come lo vede lui e a capire quanto sia difficile per un bambino separato dalla sua famiglia non solo accettare che le cose sono cambiate, ma anche capire come e perché stanno cambiando, e trovare una nuova stabilità.

Insomma, secondo me è un libro molto profondo, i cui temi principali sono amore e famiglia, ma che tocca appunto altri temi importanti come le discriminazioni razziali, il dolore, la difficoltà di affrontare la perdita di una persona che amiamo, il non sentirsi amati o capiti.
Una cosa che mi ha fatto riflettere è che, se mi fossi trovato vicino a questa situazione, magari come vicino di casa di Leon, lo avrei giudicato in modo forse completamente diverso. E invece l'autrice ci aiuta a farci domande importanti sul mondo che ci circonda, perché anche se il mondo è cambiato parecchio in questi decenni, molti problemi restano ancora attuali, hanno solo cambiato faccia, nome, e forse sono diventati più invisibili, ma non per questo meno importanti.

Voto: 5 stelle su 5
 
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