Camilleri, Andrea - La setta degli Angeli

Pathurnia

if you have to ask what jazz is you'll never know
Questo libro è la trasposizione, in forma romanzata, di uno scandalo che turbò l'Italia all'inizio del novecento, e che suscitò interesse e condanna anche da parte di don Luigi Sturzo.

La vicenda: a Palizzolo, paese di settemila abitanti nel bel mezzo di grandi latifondi, c'è un gruppo di preti talmente ferventi😟 da premiare le parrocchiane più devote (rigorosamente giovani e belle, meglio se minorenni), con una mezza giornata di esercizi spirituali, da trascorrere in un convento fatto riaprire appositamente. Peccato però che di spirituale gli esercizi abbiano poco o nulla, rivelandosi a dir poco abusi ignominiosi e contro natura.
Il romanzo, pur prendendo le mosse da questo fatto realmente accaduto, a un certo punto si allontana dalla verità e dalla cronaca dei fatti per assumere una connotazione beffarda e caricaturale. Gli ingredienti sono quelli del romanzo storico e civile e gli ingredienti sono lavorati con la solita perizia per servire al lettore una pietanza a tutta prima succulenta e dolce al palato, che poi però diventa, mano a mano, sempre più pungente e agra, al punto da lasciare l'amaro in bocca. Anche se l'abbrivio è talmente macchiettistico e iperbolico da risultare irresistibile, ambientato in quello che la letteratura isolana ha consacrato come un topos: il circolo di conversazione, elevato a emblema della Sicilia da altri grandi scrittori come Leonardo Sciascia.
A proposito di questo fatto di cronaca e della sua trasposizione letteraria, in una intervista del 2011, il giornalista chiede a Camilleri:
<<- Si diceva della storia vera: pare di capire dalla sua nota che lei l'ha incrociata per caso: è così?
"Proprio così - risponde l'Autore - Ho scoperto questa storia spulciando la prefazione dell'ex sindaco di Alia, Gaetano D'Andrea, alla ristampa anastatica di una raccolta di articoli di tale Matteo Teresi, avvocato socialista umanitario. Il libro me lo sono trovato tra le mani non so come: incuriosito dal titolo, "Con la patria nel cuore", ho iniziato a leggerlo. Inutile dire che la storia dei preti che fondano una setta segreta al fine di mobilitare giovani fanciulle ancora vergini m'ha folgorato. Si trattò di un caso che varcò lo Stretto causando lo sdegno di molti esponenti politici e religiosi, tra i quali Turati e Sturzo: un socialista e un prete che si trovano insieme, dalla stessa parte della barricata".
Dall'altra parte, invece, gli agrari, la mafia e il clero fanatico, fanno lega, imponendo il silenzio alla popolazione...
"L'avvocato Matteo Teresi, che aveva pure una laurea in farmacia, scrive articoli infuocati sul suo giornaletto. Con il risultato di incorrere nell'ira del vescovo di Cefalù, che organizza una processione solenne e riparatrice. Alla fine, con le ossa rotte, è costretto a prendere armi e bagagli e partire per gli Stati Uniti. Insomma, a venire fuori è il solito, vecchio vizio italiano: quello di trasformare il denunziante in denunziato, l'innocente in colpevole, il giudice in reo">>.

L'abilità dell'Autore d'altronde non ci consegna impreparati al finale amaro e alla sconfitta del protagonista: la sua partenza per l'America anzi scioglie il timore - che aleggia nelle ultime pagine - di un ben più tragico epilogo. A me rimane un po'di amarezza per l'immarcescibile capacità del male di rivolgere a proprio vantaggio ogni tentativo di cambiare l'esistente ma anche una specie di divertita ironia per questa storia narrata così magistralmente da Camilleri.
Fonte:https://palermo.repubblica.it/crona...e_preti_camilleri_torna_in_libreria-23534636/
 
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