Apostol, Gina - La rivoluzione secondo Raymundo Mata

lettore marcovaldo

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Questo romanzo è del tutto particolare e descrivere come è strutturato è già una storia a sè.

La vicenda si basa sull'invenzione del ritrovamento di un manoscritto opera di Raymundo Mata.
L'autore è descritto come un personaggio minore della guerra di indipendenza delle Filippine, pressochè sconosciuto agli studiosi.
Siamo alla fine dell'ottocento e quanto viene narrato ha come sfondo la guerra di indipendenza contro la Spagna.
Parte dei personaggi citati sono inventati altri invece sono realmente esistiti.
Aiuta molto leggere il primo riassunto disponibile sul web che citi i principali protagonisti della guerra di indipendenza delle Filippine contro la Spagna e poi contro la successiva occupazione da parte degli Stati Uniti.
Acquisite poche informazioni essenziali su José Rizal, Andrés Bonifacio e Emilio Aguinaldo si capiscono facilmente la gran parte dei riferimenti specifici del romanzo.
In generale poi lo spirito è paragonabile a qualcosa che parli in modo ironico e dissascratore di personaggi del nostro Risorgimento.

Il manoscritto è composto da fogli sparsi, note e un diario. Viene riferito che è scritto in diverse lingue: spagnolo, lingue indigene delle Filippine e parlate creole frutto della mescolanza di spagnolo e vari dialetti locali. Visto il contesto geografico, storico e culturale ci sono alcuni riferimenti al latino, al francese, il cinese e altre lingue.
Nelle vicende narrate nel manoscritto il protagonista si trova coinvolto suo malgrado in alcuni fatti della Rivoluzione e incrocia la strada di alcuni personaggi storici.

Tre studiose, una psicologa, una storica e una traduttrice filippine, nella finzione sono coloro che hanno curato la pubblicazione dell'opera e la commentano in più punti. Le loro note al manoscritto sono una sorta di conversazione dove i commenti delle tre si incrociano e confliggono.
Quello che viene riportato sembra detto in presenza mentre altre volte potrebbero essere il resoconto di scambi di email o telefonate.

L'insieme costituito dal manoscritto e dalle note risulta venato di umorismo a tratti anche comicità. Potremmo descriverla come una satira sugli studiosi accademici e sulla storia di un paese.

La dinamica generale del libro è questa: all'inizio il manoscritto è costituito di fogli sparsi dove sostanzialmente Raymundo sembra prendere confidenza con la scrittura: usa lingue diverse e scrive pensieri e brevi descrizioni. Questa parte copre più o meno la sua adolescenza e prima giovinezza.
Di queste pagine "la psicologa" sottolinea gli aspetti che rivelano la personalità dell'autore con svariate interpretazioni psicologiche.
La "storica" ribatte contestando alcune interpretazioni della psicologa che trova di volta in volta errate per vari motivi e si lancia piuttosto in interpretazioni di carattere storico dei fatti narrati. Secondo lei molte volte il linguaggio e le parole usate sarebbero "cifrate".
Come ci dice una nota la storica, a causa di un esaurimento nervoso e altri malanni, è ricoverata in una clinica nelle Filippine. Non stupisce quindi che delle tre sia quella che perde spesso la pazienza e inizia a litigare e insultare le altre due.
Infine la "traduttrice" ha spesso l'ingrato compito di smorzare gli entusiasmi per quanto sembra che stia rivelando Raymundo. Precisa più volte che certi passaggi che ha cercato di tradurre al meglio in realtà non sono molto affidabili. Raymundo fa un uso disinvolto di lingue diverse, scrive frasi che sembrano banali esercizi poetici o fantasie piene di doppi sensi. A volte molto semplicemente sui fogli originali del manoscritto ci sono macchie che rendono difficile la lettura.

C'è infine la seconda parte del manoscritto dove nella finzione finalmente Raymundo ha raggiunto una buona capacità di scrittura, usa con consapevolezza solo una lingua (per cui le ambiguità vengono meno) e la storia narrata è più lineare e articolata. Infatti in questa parte le note delle tre si riducono perchè c'è mano spazio per le speculazioni.

Non è un romanzo "facile". Credo che non ci siano vie di mezzo: o ti piace dall'inizio oppure diventa insopportabile dopo poche pagine.
Devo dire che fin dalla prima parte mi è piaciuto. Qualche incertezza a metà circa della lettura quando i conflitti tra le studiose mi sono sembrati piuttosto ripetitivi. Poi comunque inizia la seconda parte dove la storia entra nel vivo e si capisce che il caos e le note della prima parte hanno fornito gli strumenti per seguire molti dettagli della parte successiva.
 
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