79° Poeticforum - Le poesie che amiamo

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Apro il 79° Poeticforum dedicato, come sempre, alle proposte...poetiche.
Chiunque può proporre una poesia o anche due o tre, se vuole, considerato che i partecipanti sono sempre molto pochi.
Come al solito, una volta terminata la fase delle proposte scriveremo le nostre considerazioni.
 

Pathurnia

if you have to ask what jazz is you'll never know
La Signora di Shalott di Alfred Tennyson. Traduzione di Valentino Szemere
PARTE I

Sulle due rive del fiume lento
spighe d’orzo e segale in fermento
Dalla brughiera al cielo nel vento.
Corre la strada come un nastro argento
Verso le torri di Camelot

Avanti e indietro passa la gente
E guarda i gigli indifferente
Sulla riva che fende la corrente
Dell’isola di Shalott
Salici pallidi, alti pioppi tremanti
Brezze come alito d’amanti
Nella corrente che eterna scorre avanti
Cingendo l’isola di eterei diamanti

In corsa verso Camelot
Quattro le le torri grigie e le mura
Che guardano i fiori e la radura
Dove la vita silenziosa si misura
della Signora di Shalott
Presso le rive dai salici velate
Scorrono chiatte pesanti trainate
Da bestie lente mentre a vele issate
Fende uno scafo le onde increspate
Veloce verso Camelot
Ma chi vide mai un suo cenno di mano?
O della finestra stagliarsi nel vano?
Chi conosce il destino arcano
Della Signora di Shalott?
Solo chi miete di prima mattina
L’orzo barbato sulla riva e la china
Ode l’eco di una voce argentina

Lungo la limpida serpentina
Verso le torri di Camelot
E quando la luna disegna l’altopiano
Di ombre tra i covoni alti di grano
“È la maga” sussurrano piano
“La Signora di Shalott”
PARTE II
Lei tesse notte e giorno senza pace

Una tela magica di colore vivace
E nel suo cuore la condanna non tace:
Sarà maledetta se uno sguardo fugace
Getterà verso Camelot
Lei non conosce altra sorte

Se non di tessere fino alla morte
E altro non accade alla corte
Della Signora di Shalott
Ombre dai riflessi chiari vanno,

Nello specchio appeso, tutto l’anno
Ombre fugaci che di vita sanno

Lungo la strada da cui arriveranno
Le genti di Camelot
Si torce in mulinelli la corrente
Passano i giovani dalle spalle spente
E le ragazze dalla voce ardente
Vanno verso Camelot
A volte damigelle tintinnanti,
O un monaco in comunione con i santi
A volte un pastorello dai riccioli grondanti
E giovani paggi in livree rutilanti
Passano andando a Camelot

E a volte nello specchio incantato
Sfilano cavalieri lato a lato
Lei non possiede un braccio fidato
La Signora di Shalott

Ma nella tela lei trova la vita
Tesse i riflessi con sapienti dita

A volte di notte dalla torre avita
Vede la processione infinita

Di un funerale verso Camelot
O quando la luna nel firmamento

Accoglie amanti di fresco giuramento
“Odio le ombre” erompe il lamento
Della Signora di Shalott

PARTE III
Appare ora ad un tiro di dardo
Fende il grano a cavallo gagliardo
Fiero, nobile e diritto lo sguardo

Come fiamma riluce lo stendardo
Del fiero Sir Lancelot
Sul petto la croce, il cuore supino
Di un’altra donna fedele paladino
Brilla lo scudo nella luce del mattino

Presso la remota Shalott
Brilla al sole il finimento
Come una stella del firmamento

Risuonano di limpido accento
Sulle briglie campane d’argento
Mentre cavalca verso Camelot

E scende dall’imbrago stemmato
potente un corno argentato
risuona l’armatura al passo ritmato
Presso la remota Shalott
Il cielo terso, l’aria silente
Di gemme spesse la sella lucente
Sull’elmo il pennacchio fremente

brucia come brace ardente
Cavalcando verso Camelot
E mentre in cielo si danno convegno
Crocchi di stelle in antico disegno
Va nella notte il fulgido segno
Di una meteora su Shalott
L’ampia fronte al sole ardente
Su zoccoli bruni la bestia possente
Scendono lucidi dall’elmo splendente

Riccioli neri come carbone lucente
Cavalcando verso Camelot
E dal fiume e dalla riva

Nello specchio già appariva
“Tirra lirra” ora si udiva
Dalla voce di Sir Lancelot
Lei abbandona tela e spola

Fa tre passi col cuore in gola
Vede nell’acqua i gigli viola
Vede l’elmo, il pennacchio e la stola
Guardando verso Camelot
Il telo vola fluttuando spiegato
Lo specchio è incrinato da lato a lato
“Sono maledetta” è il grido accorato

Della Signora di Shalott
PARTE IV
Nel vento dell’est che sa di tempesta
Gli alberi pallidi piegano la testa
Tra rive distanti il fiume protesta
Dal cielo basso una pioggia mesta

Sopra le torri di Camelot
Viene alla riva e trova legato

Sotto un salice uno scafo lasciato
E sulla prua ha presto vergato:
“La signora di Shalott”
E lungo la pallida, fredda corrente

Come nell’estasi di una veggente
Che senta la propria sorte imminente
Volge lo sguardo con aria assente
Ancora verso Camelot
E mentre il giorno muore piano
Rilascia l’ormeggio con trepida mano
Il largo fiume porta lontano
La signora di Shalott
Giace, le vesti di candida neve,
Che il vento agita di un tremito breve
Cadono le foglie sull’acqua greve

Canta la notte un sussurro lieve
Scendendo verso Camelot
E mentre la barca solca le onde
Tra salici e campi lungo le sponde
S’ode il canto che i sensi confonde

Della signora di Shalott
Un inno triste, un inno santo

Ora forte, ora debole canto
Finchè la sua voce è solo pianto
Sugli occhi le scende nero un manto

Lo sguardo alle torri di Camelot
Quando la corrente la portò a riva
Alla prima casa che l’acqua lambiva

Cantando sommessa moriva
La signora di Shalot
t Sotto le torri, i balconi, i loggiati

lungo i vasti giardini ombreggiati
Forma splendente sui flutti dorati
pallida morta fra alti caseggiati

Silente dentro Camelot
Alla banchina da tutto il reame
Nobili, borghesi, Lord e Dame

Leggono il nome sul fasciame
Della Signora di Shalott
Chi è? Chi c’è, che cosa é stato?
Nel vicino palazzo illuminato
L’applauso è subito smorzato
E si segnano trattenendo il fiato

I cavalieri di Camelot
Ma Lancelot concede solo un sorriso

Dice: “Di certo mostra un bel viso.
Che Dio le conceda il paradiso,

La signora di Shalot
 
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Pathurnia

if you have to ask what jazz is you'll never know
Sì, questa volta ho proprio esagerato, più che una poesia è un poemetto, ma visto che ho fatto 30 adesso faccio 31 e vi propongo l'antefatto della storia della dama di Shalott e i riferimenti al Ciclo di Re Artù, di cui questa storia fa parte.
<<Il poema The Lady of Shalott di Sir Alfred Tennyson è una delle leggende piu affascinanti dell’intero Ciclo Arturiano. Esistono più versioni della leggenda della Dama di Shalott, a cui Tennyson e molti pittori dell’area preraffaelita si sono ispirati; la più conosciuta è forse quella ambientata alla corte di Re Artù nel 972 d.C. e precisamente nei dintorni di Camelot.
Poco lontano dalla città fortificata, infatti, sorgeva la rocca di Shalott, posta su di un isolotto nel mezzo del fiume Avon che attraversa Camelot.
Nella rocca di Shalott viveva una giovane maga, la Dama di Shalott, il cui nome, Elaine di Astolat, non era conosciuto da alcuno, e che si diceva essere bellissima.
La Dama aveva passato i tutti i suoi 22 anni d’ età sempre rinchiusa nella torre più alta del castello, quella che guardava verso la ricca e festosa Camelot. Non era mai uscita e passava il suo tempo a tessere. Sua madre era morta poco dopo il parto e suo padre era stato ucciso in guerra.
Era triste la Dama, molto triste. Su di lei gravava una pesante maledizione: il giorno in cui avrebbe osato guardare fuori dalla finestra in direzione di Camelot o uscire dalla Rocca sarebbe morta.
Per questo la Dama passava il suo tempo nella sua stanza in cima alla torre a tessere una magica trama in cui erano intessute le vicende del mondo che lei osservava attraverso un specchio d’argento incantato che rifletteva le luci e le immagini di Camelot e dei campi di grano intorno a Shalott.
Sua madre prima di morire aveva rivelato il suo nome ed il suo destino solamente alla fedele balia Isotta, credendo, cosi, di impedire alla maledizione di fare il suo corso.
*
Lancillotto era giunto alla corte di Artù quando il Re e Ginevra erano sposati da 5 anni. Era diventato subito il campione di Ginevra e il migliore tra i cavalieri ma trascorreva gran parte del tempo in giro per il regno e distante da Camelot a causa del suo amore segreto per la Regina.
Però egli torno a Camelot in un pomeriggio d’estate, cavalcando al passo per la prima volta davanti alla Rocca di Shalott.
La sua immagine di cavaliere bellissimo e valente venne riflessa dallo specchio della Dama che se ne invaghì immediatamente e presa da un amore ardente decise di guardare fuori dalla finestra per osservare il suo amore con i suoi occhi.
Nello stesso istante in cui La Dama guardò Lancillotto, anche egli la vide ed ella seppe che il cuore di Lancillotto sarebbe per sempre appartenuto a Ginevra e che il suo amore non aveva alcuna speranza.
Proprio in quell’istante la maledizione si avverò, lo specchio si spaccò e cadde a terra e la Dama capì che la sua sorte era segnata. Immediatamente corse dalla balia, le rivelò di avere sfidato la maledizione per amore e, con il cuore spezzato, decise di fuggire per andare a morire il più lontano possibile dall’uomo che non avrebbe mai potuto essere suo.
La sera stessa, di nascosto, la Dama fuggì dalla rocca e, su di una barca, scese lungo il fiume Avon scomparendo per sempre dalla vista di tutti. La sua salma sul battello entrò silenziosamente in Camelot e la sua barca-bara viaggiava silenziosamente, forse "magicamente" lungo l’Avon, il fiume che percorre Camelot.
Faceva pietà… tutti domandavano chi fosse, e si capì soltanto dal nome scritto sulla barca. Lancillotto stesso concluse che questa era veramente una dama bellissima.>>
Fonte del riferimento storico-letterario: https://terencegranchester.forumfree.it/?t=63627039

+*+++*++*++*++********
1200px-John_William_Waterhouse_The_Lady_of_Shalott.jpg


Questo è il famoso dipinto con il quale il pittore Waterhouse ha immortalato la fine della dama di Shalott.
Buona lettura.:giggle:



 
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Shoshin

Goccia di blu
Luce,io,fiore,acqua


Non c'è una nuvola. Non c'è il vento.
Mi siedo al bordo della vasca:
pesciolini, luce, io, fiore, acqua. Grappolo puro della vita.


Mia madre coglie basilico.
Pane, basilico e formaggio, cielo senza nubi, petunie fresche. La redenzione è vicina:
qui, tra i fiori del cortile.


Che carezza versa la luce nella coppa ramata!
La scala, dall'alto del muro, porta il mattino sulla terra. Tutto è nascosto dietro un sorriso.
Le mura del tempo hanno uno spiraglio, dove si intravede il mio volto. Ci sono cose che non so.
So che morirò, se colgo un filo d’erba.
Vado su, fino in cima, con le ali che mi colmano Scorgo le vie nelle tenebre, con il lume che mi riempie Sono pieno di luce, di sabbia
pieno di alberi e fronde.
Sono pieno di vie, ponti, fiumi, onde. Pieno dell’ombra di una foglia nell'acqua: Come è solo l'intimo mio!



Sohrab Sepehri
سهراب سپهری
 

Pathurnia

if you have to ask what jazz is you'll never know
Arte poetica

Guardare il fiume ch’è di tempo e di acqua
e ricordare che anche il tempo è un fiume,
saper che ci perdiamo come il fiume
e che passano i volti come l’acqua.

Sentire che la veglia è anch’essa un sonno
che sogna d’esser desto e che la morte
che teme il nostro corpo è quella morte
di ogni notte, che chiamiamo sonno.

Decifrare nel giorno o nell’anno un simbolo
dei giorni dell’uomo e dei suoi anni,
convertire l’oltraggio empio degli anni
in una musica, un rumore e un simbolo,

dire sonno la morte, nel tramonto
vedere un triste oro, è la poesia
eterna e povera. La poesia
che torna come l’aurora e il tramonto.

A volte appare nelle sere un volto
e ci guarda dal fondo d’uno specchio:
l’arte deve esser come questo specchio
che ci rivela il nostro stesso volto.

Narran che Ulisse, stanco di prodigi,
pianse d’amore nello scorgere Itaca
Verde e umile. L’arte è anch’essa un’Itaca
di verde eternità, non di prodigi.

È anch’essa come il fiume interminabile
che passa e resta e riflette uno stesso
Eraclito incostante, che è lo stesso
ed un altro, come il fiume interminabile.

Jorge Luis Borges


Traduzione: Domenico Porzio
Fonte: https://potlatch.it/poesia/la-poesia-della-settimana/jorge-luis-borges-arte-poetica/
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff

Io sono originale di Benjamin Giroux

Io sono originale, io sono diverso.
Mi chiedo se lo sei anche tu.
Sento voci nell’aria.
Vedo che tu non le senti e questo non è giusto.
Non voglio sentirmi triste.
Io sono originale, io sono diverso.
Mi comporto come se lo fossi anche tu.
Mi sento come un bambino nello spazio.
Tocco le stelle e non mi sento al mio posto.
Mi preoccupo di quello che pensano gli altri.
Io piango quando la gente ride, mi fa sentire piccolo.
Io sono originale, io sono diverso.
Ora capisco che lo sei anche tu.
Dico ‘Mi sento come un naufrago’.
Sogno di un giorno in cui sarà tutto ok.
Cerco di trovare il mio posto.
Spero che un giorno ci riuscirò.
Io sono originale, io sono diverso.

***********************

I am odd, Benjamin Giroux

I am odd, I am new,
I wonder if you are too
I hear voices in the air
I see you don’t, and that’s not fair
I want to not feel blue
I am odd, I am new
I pretend that you are too
I feel like a boy in outer space
I touch the stars and feel out of place
I worry what others might think
I cry when people laugh, it makes me shrink
I am odd, I am new
I understand now that so are you
I say I, “feel like a castaway”
I dream of a day that that’s okay
I try to fit in
I hope that someday I do
I am odd, I am new.

Ho trovato in rete questa poesia scritta da un ragazzino di 10 anni colpito da sindrome di Asperger.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Vediamo se qualcuno se la sente di scrivere le proprie considerazioni su questa proposta poetica!

La Signora di Shalott di Alfred Tennyson. Traduzione di Valentino Szemere
PARTE I

Sulle due rive del fiume lento
spighe d’orzo e segale in fermento
Dalla brughiera al cielo nel vento.
Corre la strada come un nastro argento
Verso le torri di Camelot

Avanti e indietro passa la gente
E guarda i gigli indifferente
Sulla riva che fende la corrente
Dell’isola di Shalott
Salici pallidi, alti pioppi tremanti
Brezze come alito d’amanti
Nella corrente che eterna scorre avanti
Cingendo l’isola di eterei diamanti

In corsa verso Camelot
Quattro le le torri grigie e le mura
Che guardano i fiori e la radura
Dove la vita silenziosa si misura
della Signora di Shalott
Presso le rive dai salici velate
Scorrono chiatte pesanti trainate
Da bestie lente mentre a vele issate
Fende uno scafo le onde increspate
Veloce verso Camelot
Ma chi vide mai un suo cenno di mano?
O della finestra stagliarsi nel vano?
Chi conosce il destino arcano
Della Signora di Shalott?
Solo chi miete di prima mattina
L’orzo barbato sulla riva e la china
Ode l’eco di una voce argentina

Lungo la limpida serpentina
Verso le torri di Camelot
E quando la luna disegna l’altopiano
Di ombre tra i covoni alti di grano
“È la maga” sussurrano piano
“La Signora di Shalott”
PARTE II
Lei tesse notte e giorno senza pace

Una tela magica di colore vivace
E nel suo cuore la condanna non tace:
Sarà maledetta se uno sguardo fugace
Getterà verso Camelot
Lei non conosce altra sorte

Se non di tessere fino alla morte
E altro non accade alla corte
Della Signora di Shalott
Ombre dai riflessi chiari vanno,

Nello specchio appeso, tutto l’anno
Ombre fugaci che di vita sanno

Lungo la strada da cui arriveranno
Le genti di Camelot
Si torce in mulinelli la corrente
Passano i giovani dalle spalle spente
E le ragazze dalla voce ardente
Vanno verso Camelot
A volte damigelle tintinnanti,
O un monaco in comunione con i santi
A volte un pastorello dai riccioli grondanti
E giovani paggi in livree rutilanti
Passano andando a Camelot

E a volte nello specchio incantato
Sfilano cavalieri lato a lato
Lei non possiede un braccio fidato
La Signora di Shalott

Ma nella tela lei trova la vita
Tesse i riflessi con sapienti dita

A volte di notte dalla torre avita
Vede la processione infinita

Di un funerale verso Camelot
O quando la luna nel firmamento

Accoglie amanti di fresco giuramento
“Odio le ombre” erompe il lamento
Della Signora di Shalott

PARTE III
Appare ora ad un tiro di dardo
Fende il grano a cavallo gagliardo
Fiero, nobile e diritto lo sguardo

Come fiamma riluce lo stendardo
Del fiero Sir Lancelot
Sul petto la croce, il cuore supino
Di un’altra donna fedele paladino
Brilla lo scudo nella luce del mattino

Presso la remota Shalott
Brilla al sole il finimento
Come una stella del firmamento

Risuonano di limpido accento
Sulle briglie campane d’argento
Mentre cavalca verso Camelot

E scende dall’imbrago stemmato
potente un corno argentato
risuona l’armatura al passo ritmato
Presso la remota Shalott
Il cielo terso, l’aria silente
Di gemme spesse la sella lucente
Sull’elmo il pennacchio fremente

brucia come brace ardente
Cavalcando verso Camelot
E mentre in cielo si danno convegno
Crocchi di stelle in antico disegno
Va nella notte il fulgido segno
Di una meteora su Shalott
L’ampia fronte al sole ardente
Su zoccoli bruni la bestia possente
Scendono lucidi dall’elmo splendente

Riccioli neri come carbone lucente
Cavalcando verso Camelot
E dal fiume e dalla riva

Nello specchio già appariva
“Tirra lirra” ora si udiva
Dalla voce di Sir Lancelot
Lei abbandona tela e spola

Fa tre passi col cuore in gola
Vede nell’acqua i gigli viola
Vede l’elmo, il pennacchio e la stola
Guardando verso Camelot
Il telo vola fluttuando spiegato
Lo specchio è incrinato da lato a lato
“Sono maledetta” è il grido accorato

Della Signora di Shalott
PARTE IV
Nel vento dell’est che sa di tempesta
Gli alberi pallidi piegano la testa
Tra rive distanti il fiume protesta
Dal cielo basso una pioggia mesta

Sopra le torri di Camelot
Viene alla riva e trova legato

Sotto un salice uno scafo lasciato
E sulla prua ha presto vergato:
“La signora di Shalott”
E lungo la pallida, fredda corrente

Come nell’estasi di una veggente
Che senta la propria sorte imminente
Volge lo sguardo con aria assente
Ancora verso Camelot
E mentre il giorno muore piano
Rilascia l’ormeggio con trepida mano
Il largo fiume porta lontano
La signora di Shalott
Giace, le vesti di candida neve,
Che il vento agita di un tremito breve
Cadono le foglie sull’acqua greve

Canta la notte un sussurro lieve
Scendendo verso Camelot
E mentre la barca solca le onde
Tra salici e campi lungo le sponde
S’ode il canto che i sensi confonde

Della signora di Shalott
Un inno triste, un inno santo

Ora forte, ora debole canto
Finchè la sua voce è solo pianto
Sugli occhi le scende nero un manto

Lo sguardo alle torri di Camelot
Quando la corrente la portò a riva
Alla prima casa che l’acqua lambiva

Cantando sommessa moriva
La signora di Shalot
t Sotto le torri, i balconi, i loggiati

lungo i vasti giardini ombreggiati
Forma splendente sui flutti dorati
pallida morta fra alti caseggiati

Silente dentro Camelot
Alla banchina da tutto il reame
Nobili, borghesi, Lord e Dame

Leggono il nome sul fasciame
Della Signora di Shalott
Chi è? Chi c’è, che cosa é stato?
Nel vicino palazzo illuminato
L’applauso è subito smorzato
E si segnano trattenendo il fiato

I cavalieri di Camelot
Ma Lancelot concede solo un sorriso

Dice: “Di certo mostra un bel viso.
Che Dio le conceda il paradiso,

La signora di Shalot
 

Pathurnia

if you have to ask what jazz is you'll never know
Vado con un piccolo spunto, anzi uno spuntino al volo perché tra due minuti devo vedere una persona.
Volevo dire solo questo: a volte l'amore è proprio così, meglio vedere l'amato attraverso uno specchio perché vederlo dal vivo è pericoloso. In questo l'amore non è forse come Medusa?
A dopo :)
 

Pathurnia

if you have to ask what jazz is you'll never know
L'ho finalmente letta tutta, è bellissima!
Ne sono contentissima, era un bel po' che volevo metterla qui, ma poi mi dicevo che poteva essere pesante. E forse lo è, ma solo prima di averla letta, nel senso che la sua lunghezza spaventa un po'. Ma poi, leggendola, c'è tutto. Amore e morte. La fanciulla imprigionata per impedire che si avveri una profezia. Il mondo cavalleresco, che incanto, con le sue spade-nella-roccia, il Graal, e tutta la magica processione di incantatrici, Morgana e le altre, e poi Merlino, e l'amore casto e passionale di Ginevra e Lancillotto.
E poi il topos dello specchio, un altro filone di storie fino ai nostri giorni con Alice e Dorian Gray..
E la fanciulla che muore annegata per amore non è un po' anche Ofelia?
Che meraviglia questo intreccio di leggende e punti fermi nel nostro immaginario, secondo me sono storie che non possono morire, anche se rinascono in atre sembianze.
Sono convinta che se approfondissi la conoscenza del mondo "anime" troverei anche lì le stesse narrazioni anche se in forma diversa.
Ah, dimenticavo: la dama di Shalott ha ispirato molti dipinti, eccone un altro di Waterhouse sullo stesso tema
il_1140xN.4023597756_glsi.jpg

🙋‍♀️
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Nei prossimi giorni cercherò di commentare, ora inserisco la prossima poesia.


Luce,io,fiore,acqua


Non c'è una nuvola. Non c'è il vento.
Mi siedo al bordo della vasca:
pesciolini, luce, io, fiore, acqua. Grappolo puro della vita.


Mia madre coglie basilico.
Pane, basilico e formaggio, cielo senza nubi, petunie fresche. La redenzione è vicina:
qui, tra i fiori del cortile.


Che carezza versa la luce nella coppa ramata!
La scala, dall'alto del muro, porta il mattino sulla terra. Tutto è nascosto dietro un sorriso.
Le mura del tempo hanno uno spiraglio, dove si intravede il mio volto. Ci sono cose che non so.
So che morirò, se colgo un filo d’erba.
Vado su, fino in cima, con le ali che mi colmano Scorgo le vie nelle tenebre, con il lume che mi riempie Sono pieno di luce, di sabbia
pieno di alberi e fronde.
Sono pieno di vie, ponti, fiumi, onde. Pieno dell’ombra di una foglia nell'acqua: Come è solo l'intimo mio!



Sohrab Sepehri
سهراب سپهری
 
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