Dory
Reef Member
Sei anni senza il Commissario Adamsberg sono tanti, troppi.
Aspettavo questo libro con trepidazione, i lunghi mesi per la traduzione italiana sono stati interminabili, e più volte avrei voluto mettermi a studiare il francese per poterlo leggere prima: con la smania che avevo, forse ce l'avrei fatta a impararlo in fretta
Non scrivo la trama perché è un giallo, dunque ci sono una serie di omicidi su cui Adamsberg e compagni devono indagare, con i loro soliti modi stravaganti.
Purtroppo devo dire che il libro non è all'altezza dei precedenti, anche se leggerlo è sempre un po' come tornare a casa, perciò per chi ama già i personaggi è bello comunque. Per chi invece non li conosce, non consiglierei di iniziare da qui, i libri della Vargas consiglio sempre di leggerli in ordine cronologico.
Il libro è bello, ma non brilla.
Innanzi tutto, manca Danglard, che fa una comparsa a inizio libro, ma poi viene lasciato a Parigi, mentre Adamsberg, chiamato a dirigere le indagini su alcuni omicidi in un paesino, si porta dietro solo una parte della squadra.
Poi, c'è qualcosa che non mi convince nella traduzione. Sono andata a vedere i precedenti traduttori: i primi libri sono tradotti dalla stessa traduttrice della saga Malaussene di Pennac (Yasmina Melaouah), che fa un lavoro superbo con questi testi francesi che io accomuno, e che amo, per la loro componente surreale, stravagante, ironica; da un certo punto in poi però la traduttrice cambia, e a me sembra che questa cosa traspaia nello stile, mi sembra come se mancasse qualcosa, una scintilla. Non so dire se sia vero, o se sia frutto della mia "testa", sta di fatto che questa sensazione l'ho avuta prima di sapere che la traduttrice fosse cambiata (ma potrebbe anche darsi che sia la scrittura stessa della Vargas ad essere cambiata).
Scusate se vi ho scritto tutto questo sproloquio sulla traduzione, ma è una mia fissazione
(più o meno dalla volta in cui confrontai in biblioteca due traduzioni di Sherlock Holmes - Uno studio in rosso, e rimasi scioccata dall'enorme differenza anche solo del primo periodo, del tipo che una delle due ti faceva chiudere il libro per quanto era contorta la sintassi).
Per quel che riguarda la trama del giallo, niente da eccepire, fila che è una meraviglia, anche se, come già detto, gran parte dei libri precedenti sono migliori, più complessi e scritti meglio in generale.
Non mancano alcune delle parti che io amo di più, quelle in cui succedono cose particolari che non hanno a che fare con la trama poliziesca, ma solo con la stravaganza di Adamsberg.
In conclusione, sicuramente da leggere, per piangere alla fine all'idea che non si sa quando e se potremo rivedere di nuovo Adamsberg


Aspettavo questo libro con trepidazione, i lunghi mesi per la traduzione italiana sono stati interminabili, e più volte avrei voluto mettermi a studiare il francese per poterlo leggere prima: con la smania che avevo, forse ce l'avrei fatta a impararlo in fretta
Non scrivo la trama perché è un giallo, dunque ci sono una serie di omicidi su cui Adamsberg e compagni devono indagare, con i loro soliti modi stravaganti.
Purtroppo devo dire che il libro non è all'altezza dei precedenti, anche se leggerlo è sempre un po' come tornare a casa, perciò per chi ama già i personaggi è bello comunque. Per chi invece non li conosce, non consiglierei di iniziare da qui, i libri della Vargas consiglio sempre di leggerli in ordine cronologico.
Il libro è bello, ma non brilla.
Innanzi tutto, manca Danglard, che fa una comparsa a inizio libro, ma poi viene lasciato a Parigi, mentre Adamsberg, chiamato a dirigere le indagini su alcuni omicidi in un paesino, si porta dietro solo una parte della squadra.
Poi, c'è qualcosa che non mi convince nella traduzione. Sono andata a vedere i precedenti traduttori: i primi libri sono tradotti dalla stessa traduttrice della saga Malaussene di Pennac (Yasmina Melaouah), che fa un lavoro superbo con questi testi francesi che io accomuno, e che amo, per la loro componente surreale, stravagante, ironica; da un certo punto in poi però la traduttrice cambia, e a me sembra che questa cosa traspaia nello stile, mi sembra come se mancasse qualcosa, una scintilla. Non so dire se sia vero, o se sia frutto della mia "testa", sta di fatto che questa sensazione l'ho avuta prima di sapere che la traduttrice fosse cambiata (ma potrebbe anche darsi che sia la scrittura stessa della Vargas ad essere cambiata).
Scusate se vi ho scritto tutto questo sproloquio sulla traduzione, ma è una mia fissazione

Per quel che riguarda la trama del giallo, niente da eccepire, fila che è una meraviglia, anche se, come già detto, gran parte dei libri precedenti sono migliori, più complessi e scritti meglio in generale.
Non mancano alcune delle parti che io amo di più, quelle in cui succedono cose particolari che non hanno a che fare con la trama poliziesca, ma solo con la stravaganza di Adamsberg.
In conclusione, sicuramente da leggere, per piangere alla fine all'idea che non si sa quando e se potremo rivedere di nuovo Adamsberg


