zaratia ha scritto:sì, ho letto "Viaggio al termine della notte" molto tempo fa, però è uno di quei libri che non ricordo bene. E' un libro dai toni piuttosto pessimistici... non so se consigliartelo!
siasiqueneau ha scritto:Ho iniziato Viaggio al termine della notte (il titolo originale ha un suono meraviglioso) ma poi l'ho abbandonato... Che dite lo ricomincio?
Viaggio al termine della notte,nell'edizione Corbaccio curata da ernesto ferrero.
Un capolavoro europeo della coscienza del novento.uno dei liibri piu' importanti(tra i romanzi) che un uomo del nostro tempo possa incontrare sulla sua strada.
Fin dalla citazione della canzone delle Guardie Svizzere del 1793....:"Nostre vie est un voyage/Dan l'hinver et dans la Nuit/........"
alle pagine sulla "solitudine"americana.
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Ottima edizione.
Leggi anche Morte a credito...
qui credo non ci sia ancora la recensione di questo libro,prima o poi la inserirò io.Di tutti i suoi libri è quello che ho amato di più.
Anche a me è piaciuto Morte a credito ma non quanto Viaggio al termine della notte (secondo me uno dei più bei romanzi del XX secolo)……ho trovato quest’ultimo più a largo respiro, nel senso che tratta di problematiche che investono l’uomo in quanto tale e in quanto inserito in un determinato periodo storico e sociale.
In Morte a credito (sorta di antefatto del capolavoro celiniano), a mio parere, il contesto è più autoriferito, quasi una sorta di pungente autobiografia claustrofobica.
In ogni caso Cèline come autore è decisamente geniale (al di là di idee e atteggiamenti personali criticabili) e in entrambe le opere citate l’autore adotta una prosa cruda e allucinata per descrivere miserie e degradazioni umane, analizzate in un’ottica introspettiva: le umiliazioni personali, lo stato di indigenza in cui sembra condannato a vivere, le ossessioni onnipresenti rappresentano lo strumento attraverso il quale l’autore denuncia i mali della società contemporanea.
Soprattutto nel Viaggio, l’autore critica, con brutalità e fermezza, l’assurdità della guerra (mi sembra sia attribuibile a lui la prima descrizione di “sindrome post-traumatica da stress” ossia lo stato psicologico in cui versano i reduci di eventi traumatici), la follia del colonialismo, la disumanizzazione del sistema industriale: il tutto condito da un profondo senso di solitudine e smarrimento personale, forse i mali più frequenti nell’uomo moderno.
La genialità di Cèline per me si ricava proprio dalla capacità di trasmettere al lettore forti emozioni accompagnate da una visione disincantata della vita.