La scuola uccide la voglia di leggere?

Daedalus

New member
In linea di massima la risposta è sì, la scuola uccide in ogni modo la voglia di leggere. Almeno questo è vero nel caso in cui si faccia leggere per costrizione come compito estivo o come approfondimento per il programma della materia. Tutt'al più si possono dare consigli, come faceva la mia prof al liceo.
La cosa che invece di deve assolutamente fare, a mio modo di vedere, è leggere in classe alcuni passi memorabili o racconti che poi possano indurre curiosità al fine di un eventuale approfondimento personale dello studente. Così come si fa con Dante proponendo alcuni canti e magari dei versi particolari di altri (esempio dei canti "comici" dell'inferno), o con più fortuna con gli esponenti della letteratura inglese, divagando con schede di approfondimento.
Personalmente infatti solamente la breve lettura in seconda media del racconto joyciano Eveline mi ha cambiato la vita.
 

Marty Wilde

Outsider is better
non è la scuola che uccide il piacere della lettura ma è la mancanza di passione che alcuni insegnanti hanno nei confronti dei libri che ti fanno leggere. Se non ami qualcosa non puoi pretendere che gli altri la amino, leggere diventa un compito come un altro.
Io ho avuto insegnati che mi hanno reso leggera la lettura di opere impegnative ed insegnanti che avrebbero reso un mattone anche il libro più attraente.
Perché dovrei amare un libro che non ho scelto se tu non mi comunichi la passione o lo spirito critico con cui leggere quel libro.
Capolavori come I Malavoglia vengono odiati e sarebbe successo anche a me se fossi solo stata obbligata a leggerlo e non fossi invece stata stimolata alla lettura da un'insegnante che prima di proporcelo ce lo aveva fatto conoscere ed era diventato un amico di famiglia.
Non si obbliga alla passione per la lettura ma si coinvolge, si comunica, si appassiona.
Forse a 15 anni si cerca questo...

Ecco Elisa, io la penso esattamente come te!
Anch'io ho avuto insegnanti di letteratura italiana fantastiche (tutte donne!) che mi raccontavano i grandi classici (la Divina Commedia, le opere di Pirandello, di Svevo, di Foscolo...) in un modo davvero fantastico senza mai essere noiose o altro, con vera passione tipica di chi ama il proprio lavoro...
Questo serve ai ragazzi per avvicinarsi alla lettura: i libri devono essere descritti come se fossero qualcosa di incredibile, non come una punizione o un compito.
 
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