Il protagonista, su cui nel libro non compare menzione del nome (difatti viene descritto come "il Viaggiatore del Tempo"), riesce, in un periodo non meglio precisato nell'Inghilterra di fine epoca Vittoriana, a costruire una macchina del tempo e a spostarsi in un lontanissimo futuro.
La società viene assunta come un organismo biologico che evolve mantenendo però sempre gli stessi standard "ricco" e "povero", e che, alla fine, inesorabilmente degrada in un qualcosa di completamente diverso (e perciò sbagliato) per chiunque lo possa vedere dal di fuori.
Grande influenza del pensiero di quei tempi sullo scrittore, ce ne sarebbe da discutere per dei giorni; non si tratta più di immaginare cosa ne sarà dell'uomo tra 1000 o 2000 anni, l'autore va molto oltre.
Lo si vuole leggerlo come semplice storia, lascia l'amaro in bocca perchè incompiuto.
Comunque, per me, da provare.
La società viene assunta come un organismo biologico che evolve mantenendo però sempre gli stessi standard "ricco" e "povero", e che, alla fine, inesorabilmente degrada in un qualcosa di completamente diverso (e perciò sbagliato) per chiunque lo possa vedere dal di fuori.
Grande influenza del pensiero di quei tempi sullo scrittore, ce ne sarebbe da discutere per dei giorni; non si tratta più di immaginare cosa ne sarà dell'uomo tra 1000 o 2000 anni, l'autore va molto oltre.
Lo si vuole leggerlo come semplice storia, lascia l'amaro in bocca perchè incompiuto.
Comunque, per me, da provare.