Terminato ieri sera.....semplicemente stupendo!!!! Si legge davvero tutto d'un fiato come un romanzo!!!!
L’abile penna di Calasso riesce a far immergere il lettore nel clima culturale della Francia del XIX secolo attraversato da una ventata di modernità che investe ogni campo della conoscenza: “la folie Baudelaire” è un’espressione coniata da Sainte-Beuve, con evidenti intenti denigratori, ma che ben inquadra l’attività di Baudelaire che va al di là dei confini del romanticismo conosciuto, un chiosco bizzarro, assai ornato, assai tormentato, ma civettuolo e misterioso, dove si leggono libri di Edgar Allan Poe, dove si recitano sonetti squisiti, dove ci si inebria con haschish per ragionarci poi sopra, dove si prendono oppio e mille droghe abominevoli in tazze di porcellana finissima. Questa “folie” non è riferita ad un singola figura o un gruppo di artisti ma investe tutta la città di Parigi.
L’autore analizza, quindi, non solo Baudelaire ma tutta un’epoca, soffermandosi molto sulla pittura, considerata la più remota e cifrata fra le varie forme di conoscenza: le descrizioni dei quadri sono così accurate, ricche di analisi dei dettagli e dei significati reconditi che, anche se presenti piccole illustrazioni degli stessi, sono andata a riguardarmi (purtroppo solo in foto) tutte le immagini delle opere descritte.
Bellissima l’analisi delle opere di Ingres (anche lui inserito in questo clima “moderno”, nonostante la sua manifesta opposizione a quest’ultima e la sua dichiarata classicità) e di Degas (singolare figura di “impressionista” che aborriva l’ideologia del plein air ed era intimorito dall’intimità con le donne, nonostante queste rappresentino uno dei soggetti predominanti dei suoi quadri).
Saggio meraviglioso: voto 5/5.