Palmaria
Summer Member
Jacomo Robusti, detto il Tintoretto, pittore vulcanico, ambizioso e anticonformista, pronto a combattere con ogni mezzo per affermarsi e a sacrificare tutto e tutti al suo talento.Venezia alla fine del Cinquecento, ricca e fragile, minacciata dalle guerre coi Turchi e dall'epidemia di peste. Le mille invenzioni di una carriera controversa. Una famiglia sempre più numerosa: i figli maschi ribelli, le femmine destinate al monastero. E al centro di questa vita creativa e febbrile, l'amatissima figlia illegittima Marietta, educata alla musica e alla pittura per restargli accanto. Bambina vestita da maschio, ragazzina e infine donna, Marietta diventa il suo sogno e la sua creazione più riuscita. Ma sarà proprio l'allieva a insegnare al maestro che cosa dà significato alla vita.
Questo ultimo libro della Mazzucco non fa che confermare le impareggiabili capacità narrative dell'autrice, in grado di scrivere pagine davvero poetiche ed emozionanti, anche se in questo romanzo il ritmo della storia a tratti rallenta bruscamente.
Il romanzo si propone di raccontare al lettore la storia, indubbiamente arricchita delle invenzioni della stessa scrittrice, del pittore Tintoretto e della sua famiglia, ma soprattutto del rapporto del noto artista con la figlia illegittima Marietta, rapporto estremamente profondo e quasi morboso, intimamente rafforzato dall'amore di entrambi per la pittura, il tutto sullo sfondo della Venezia di fine Cinquecento, ben affrescata dall'autrice e molto amata dallo stesso Tintoretto, che infatti non riesce mai ad abbandonarla. La struttura narrativa è quella di un lungo monologo in cui Tintoretto, ormai moribondo, si rivolge al Signore per ripercorrere la propria vita, strettamente intrecciata con le proprie ambizioni professionali, le proprie creazioni pittoriche ed il profondo legame con la sua Marietta.
Su un tema analogo ho molto amato il libro "La passione di Artemisia" di Susan Vreeland, ma, mentre ho trovato quest'ultimo un libro comunque gioioso e positivo, fortemente connotato dai colori, l'opera della Mazzucco appare più cupa ed incentrata essenzialmente sull'introspezione psicologica, più che su un susseguirsi di eventi capace di lasciare in suspence il lettore.
Comunque consigliato! Voto: 3,5/5!
Questo ultimo libro della Mazzucco non fa che confermare le impareggiabili capacità narrative dell'autrice, in grado di scrivere pagine davvero poetiche ed emozionanti, anche se in questo romanzo il ritmo della storia a tratti rallenta bruscamente.
Il romanzo si propone di raccontare al lettore la storia, indubbiamente arricchita delle invenzioni della stessa scrittrice, del pittore Tintoretto e della sua famiglia, ma soprattutto del rapporto del noto artista con la figlia illegittima Marietta, rapporto estremamente profondo e quasi morboso, intimamente rafforzato dall'amore di entrambi per la pittura, il tutto sullo sfondo della Venezia di fine Cinquecento, ben affrescata dall'autrice e molto amata dallo stesso Tintoretto, che infatti non riesce mai ad abbandonarla. La struttura narrativa è quella di un lungo monologo in cui Tintoretto, ormai moribondo, si rivolge al Signore per ripercorrere la propria vita, strettamente intrecciata con le proprie ambizioni professionali, le proprie creazioni pittoriche ed il profondo legame con la sua Marietta.
Su un tema analogo ho molto amato il libro "La passione di Artemisia" di Susan Vreeland, ma, mentre ho trovato quest'ultimo un libro comunque gioioso e positivo, fortemente connotato dai colori, l'opera della Mazzucco appare più cupa ed incentrata essenzialmente sull'introspezione psicologica, più che su un susseguirsi di eventi capace di lasciare in suspence il lettore.
Comunque consigliato! Voto: 3,5/5!