Presento il mio libro del 2009, "Nietzsche legge Platone", in uscita un po' ovunque ma, al momento in cui scrivo, acquistabile solo direttamente nel sito dell'editore.
Questo libro confronta il pensiero di Platone e quello di Nietzsche, tradizionalmente l'inaugurazione della filosofia come metafisica e la sua lenta ma inesorabile dissoluzione. Dopo la pubblicazione in Italia dell'Introduzione ai dialoghi platonici, il corso che Nietzsche tenne a Basilea nei semestri invernali 1871-72 e 1873-74 e nel semestre estivo 1876, gli esperti si sono chiesti se non fosse il caso di rivedere questa netta contrapposizione.
Il dibattito che ne è sorto ha mostrato che l'idea, inizialmente ipotetica e indiziaria, secondo cui "nelle sue tesi più radicali e più importanti, Nietzsche è sempre stato un platonico" (così afferma Biuso), aveva dei solidi fondamenti. In questo testo non solo essi sono stati analizzati mediante una ricostruzione testuale sugli scritti dei due filosofi, ma si è cercato in più di individuare il criterio ermeneutico più plausibile con il quale leggere impensabili assonanze e comprendere le motivazioni effettive delle residue distanze.
Dal confronto ne è risultato un fondamentale nucleo comune di carattere etico-politico, incardinato nelle figure del filosofo-re e dello Zarathustra. L'avversario comune dei due filosofi è la cultura dominante del loro tempo, che impegna Nietzsche contro il nichilismo e Platone contro i Sofisti. In comune vi è il grande disegno di una nuova umanità dove i migliori (il filosofo per Platone, il genio per Nietzsche) portano al tramonto una generazione corrotta e decadente per inaugurare una nuova umanità sorta da una educazione alla sapienza e all'intelligenza. La grande speranza dei due filosofi consiste esattamente nell'educazione, nell'allevamento dell'uomo migliore il quale, sorto sporadicamente e per caso nel tempo, deve essere finalmente un voluto, un programmato.
Quale che sia stato il successo di tale pianificazione, resta che, dopo la lezione di Platone e Nietzsche, nulla può più restare come prima. L'attualità delle loro rispettive rivendicazioni si riflette con inaspettata concretezza nel nostro vivere quotidiano. Chi prevedeva astrattezze per addetti ai lavori deve, invece, cominciare ad interrogarsi su ogni aspetto del proprio vissuto, sia individuale, sia collettivo, e scoprire, con tutta la meraviglia di cui solo la filosofia è capace, se il proprio stile di vita rientra o meno nella repubblica dei "migliori".
Se è vero che "la filosofia merita questo nome solo se cambia qualcosa", allora l'obbiettivo posto dai due filosofi è stato raggiunto.
Una presentazione molto più approfondita, e la possibilità di leggere quanto meno l'introduzione e la bibliografia, nel mio sito http://www.riccardodri.it
Se qualche interessato lo leggerà, ascolterò molto volentieri impressioni e critiche.
Ciao e buona lettura ...
Questo libro confronta il pensiero di Platone e quello di Nietzsche, tradizionalmente l'inaugurazione della filosofia come metafisica e la sua lenta ma inesorabile dissoluzione. Dopo la pubblicazione in Italia dell'Introduzione ai dialoghi platonici, il corso che Nietzsche tenne a Basilea nei semestri invernali 1871-72 e 1873-74 e nel semestre estivo 1876, gli esperti si sono chiesti se non fosse il caso di rivedere questa netta contrapposizione.
Il dibattito che ne è sorto ha mostrato che l'idea, inizialmente ipotetica e indiziaria, secondo cui "nelle sue tesi più radicali e più importanti, Nietzsche è sempre stato un platonico" (così afferma Biuso), aveva dei solidi fondamenti. In questo testo non solo essi sono stati analizzati mediante una ricostruzione testuale sugli scritti dei due filosofi, ma si è cercato in più di individuare il criterio ermeneutico più plausibile con il quale leggere impensabili assonanze e comprendere le motivazioni effettive delle residue distanze.
Dal confronto ne è risultato un fondamentale nucleo comune di carattere etico-politico, incardinato nelle figure del filosofo-re e dello Zarathustra. L'avversario comune dei due filosofi è la cultura dominante del loro tempo, che impegna Nietzsche contro il nichilismo e Platone contro i Sofisti. In comune vi è il grande disegno di una nuova umanità dove i migliori (il filosofo per Platone, il genio per Nietzsche) portano al tramonto una generazione corrotta e decadente per inaugurare una nuova umanità sorta da una educazione alla sapienza e all'intelligenza. La grande speranza dei due filosofi consiste esattamente nell'educazione, nell'allevamento dell'uomo migliore il quale, sorto sporadicamente e per caso nel tempo, deve essere finalmente un voluto, un programmato.
Quale che sia stato il successo di tale pianificazione, resta che, dopo la lezione di Platone e Nietzsche, nulla può più restare come prima. L'attualità delle loro rispettive rivendicazioni si riflette con inaspettata concretezza nel nostro vivere quotidiano. Chi prevedeva astrattezze per addetti ai lavori deve, invece, cominciare ad interrogarsi su ogni aspetto del proprio vissuto, sia individuale, sia collettivo, e scoprire, con tutta la meraviglia di cui solo la filosofia è capace, se il proprio stile di vita rientra o meno nella repubblica dei "migliori".
Se è vero che "la filosofia merita questo nome solo se cambia qualcosa", allora l'obbiettivo posto dai due filosofi è stato raggiunto.
Una presentazione molto più approfondita, e la possibilità di leggere quanto meno l'introduzione e la bibliografia, nel mio sito http://www.riccardodri.it
Se qualche interessato lo leggerà, ascolterò molto volentieri impressioni e critiche.
Ciao e buona lettura ...
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