_david
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Non posso fare altro che inchinarmi di fronte al genio immenso di Dick. Questo suo romanzo, forse tra i meno pubblicizzati e noti al grande pubblico, è un autentico capolavoro che mi ha appassionato come non mi accadeva da un pò di tempo. Come al solito i libri di Dick si prestano a differenti chiavi di lettura e sovente, quando ci si cala nell'universo creato dal geniale scrittore, si rischia di perdere il contatto con la realtà proprio perchè sembra di vivere un grosso grande delirio allucinogeno (do you remember Le tre stimmate di Palmer Eldritch?).
Indubbiamente un primo aspetto che mi ha colpito molto riguarda la momentanea perdita d'identità del protagonista che si sveglia in un mondo in cui nessuno lo riconosce. La celebrità è un "valore" importante per molti uomini dello spettacolo, tuttavia invece di essere smarrito Jason Taverner acuisce il sui istinto di sopravvivenza che si manifesta in maniera molto più marcata, come se fosse un animale in trappola. Decisamente splendida questa prima parte del romanzo in cui ho assistito con grande trasporto all'evolversi degli eventi, sempre con la percezione che stia per succedere qualcosa.
Un altro aspetto molto interessante riguarda le figure femminili che Taverner incontra durante il suo travaglio. La categoria di donne coperta da Dick è molto varia e tutte ci vengono presentate con una certa instabilità emotiva anche se non nego che la figura di Alys è quella più intrigante fra tutte.
Un menzione a parte merita sicuramente il poliziotto Buckman, antagonista di Taverner e personaggio decisamente controverso e complesso in cui convivono simultaneamente il bene ed il male; il bene che svolge con il suo lavoro, il male per il suo incesto con la sorella gemella. Buckman che nel finale si lascia andare ad un lento versare di lacrime, che lo rende ai nostri occhi decisamente vulnerabile. Perchè quest'uomo è triste? Perchè ha perso qualcuno? Perchè ha bisogno di amore? Perchè ha dei rimorsi di coscienza? Non lo sapremo mai, ma l'immagine finale che Dick ci rende è molto forte e carica di significato.
Infine c'è la droga, vera e propria compagna di viaggio nei libri di Dick che distorce la realtà, ingarbuglia le fila del romanzo e che contribuisce ad annebbiare i nostri sensi lasciandoci smarriti in alcuni punti. Chi è avvezzo alle opere dell'autore americano sa di cosa sto parlando, perchè la droga (sintetica o organica, fate voi) è il mondo di Dick, quasi trasuda dalle sue pagine.
In definitiva questo Scorrete lacrime, disse il poliziotto è forse il migliore libro di Dick che ho letto fino ad ora. Uno di quei romanzi dalle molte chiavi di lettura, degno di stare a fianco di perle come Ubik, Ma gli androidi sognano pecore elettriche? o Le tre stimmate di Palmer Eldritch. Se siete cultori di Dick è imprescindibile, ma direi soprattutto che questo romanzo potrebbe essere una buona base di partenza per chi ancora non conosce questo scrittore americano e vuole avvicinarsi ad un genere con un capolavoro. Mica roba da poco!