una lettura che dipende fortemente dalla visione del film-capolavoro che ne è stato tratto, nel senso che i parallelismi e le reminiscenze delle scene mi si presentavano a ogni piè sospinto. La scrittura di Blatty è semplice e immediata, lo stile è scorrevole e fluido, i dialoghi diretti ma non banali, secchi ma mai aridi. La psicologia dei personaggi è resa con metafore che a tratti ho trovato forzate e artificiose, quasi che l'autore non avesse il talento necessario per tratteggiarla se non ricorrendo a questa tecnica/espediente narrativo. Devo confessare che non sono d'accordo sul fatto che il libro faccia più paura del film. A mio parere le immagini, alcune scene col loro impatto visivo, avranno sempre più forza e pathos di quanto possa evocare una pagina scritta.
Consigliato, voto 4/5