"Giovedì 31 gennaio 2008, Il Giornale ha pubblicato la seguente inchiesta: “Saranno Famosi? Vi racconto la beffa dei falsi versi d’autore. Smascherato il business degli aspiranti esordienti (ma disposti a pagare…). Una ragazza risponde a una casa editrice che seleziona opere inedite. Manda 30 testi di cantanti e poeti, dicendo che sono opera sua. Dopo pochi mesi la risposta: il suo lavoro ci ha ben impressionato…”. Si sta (s)parlando proprio de Il Filo, colpevole di aver abboccato (c’erano, tra gli altri, testi di Gaber e Califano…) allo “scherzetto”. L’articolo fa discutere e riaccende la polemica sull’editoria a pagamento. Eppure, almeno una volta nella vita a (quasi) tutti noi sarà capitato di leggere in basso alla prima pagina di un quotidiano nazionale la famosa inserzione pubblicitaria pagata da Il Filo dal titolo “Scrittori emergenti”, dove si parla della possibilità per chiunque di pubblicare testi inediti (basta inviare il manoscritto, non meno di 40 pagine per la prosa, non meno di 30 liriche per la poesia). Peccato che nell’annuncio non si parli di un contributo in euro (o meglio, i libri da comprare) da parte dell’autore selezionato. Contributo che, a quanto pare, invece c’è quasi sempre, e a dimostrarlo ci sono decine di casi raccontati nel web e non solo (non ultimo quello della protagonista del pezzo su Il Giornale… Monica, dopo essersi vista accettare con entusiasmo le “proprie” poesie, infatti, capiva, alla fine di una lunga lettera inviatale dall’editore, di dover pagare (o meglio, così recita la missiva firmata Il Filo: “Siamo pronti a pubblicare la Sua Opera all’interno della collana “Nuove voci”, qualora possa fare acquistare (o acquistare direttamente), presso la nostra casa editrice, n. 150 copie del Suo libro, al prezzo di copertina di euro 12”. Monica avrebbe dovuto quindi pagare 1800 euro, a rate, e il libro sarebbe uscito a 4 mesi dal saldo. Niente male."