Possibili spoilers
Lo scoglio delle prime 150 pagine mi aveva un po' "raffreddato" e temevo che le recensioni positive sparse per il web fossero troppo lusinghiere. Fin lì salvavo lo stile e il linguaggio, sboccato e tagliente come piace a me (adoro Palanhiuk) ma non riuscivo a godere appieno della storyline. Adesso, a lettura finita, mi rendo conto che il "puzzle" della prima parte non solo era nella testa di Barney, il protagonista affetto da una malattia degenerativa, ma espressamente voluto da Mordecai per renderla su pagina, quella condizione di salute mentale. Ribadisco che certi riferimenti socio-politici sono troppo specifici e poco fruibili per un lettore medio del vecchio continente, così come il ricorso troppo frequente a termini ebraici e francesismi (mi han dato spesso fastidio, non andavo nemmeno a consultare il glossario hyddish per pigrizia).
Dopo pagina 150 circa, invece, la storia comincia ad intrattenere e appassionare il lettore a 360 gradi perchè immedesimarsi in Barney è giocoforza: umano, molto umano nei suoi vizi e difetti, fragile nella sua dipendenza da alcool e nicotina (quasi sempre compulsioni che celano un grido di aiuto), romanticone e pieno di amore per la donna che ama e orgoglioso dei suoi tre figli, anche se, come tanti padri, sono più le parole non dette e i sentimenti non espressi che non il contrario.
I personaggi, alcune macchiette, alcune figure quasi caricaturali sono fenomenali: a me su tutte han fatto "morire" la seconda signora e suocera Panoski, le loro telefonate mi facevano scompisciare. Le protagoniste femminili sono ritratte da Mordecai con maestria, non parlo delle descrizioni fisiche, ma dell'essere donna in tutte le sue sfaccettature: Clara e l'insofferenza, la ribellione, la "follia", La seconda signora Panoski e il perbenismo, l'apparenza e la superficialità, Miriam e la sua grazia, il suo essere donna con la D maiuscola.
Un libro da leggere almeno due volte nella vita. Le ultime 50 pagine mi hanno fatto commuovere. E' un libro che fa ridere, sì, ma sotto il velo ironico e irriverente c'è dolore, rimpianto, c'è tanto senno di poi. Anche l'ultima aggiunta da parte del figlio Mike mi ha colpito, per profondità e sincerità di sentimenti. Davanti alla vita, alla salute e alla morte, le scaramucce che ha avuto con il padre per 30 anni, che hanno contribuito a un rapporto complicato e problematico, passano in secondo piano. Il problema è che recuperare, adesso, è troppo tardi.
4 stelle e mezzo, meritatissime.