A me di E.A.Poe sono piaciuti tanto "Ligeia" e "Lo scarabeo d'oro"
LIGEIA
Un uomo ci parla della propria donna, Ligeia, i suoi tratti fisici misteriosi, la sua straordinaria erudizione, gli occhi grandi come metro del sentimento. La donna si ammala e muore.
Si risposa con lady Rowena Trevanion e parte alla volta di un ex abbazia. L'edificio si presenta riccamente arredato coi più disparati stili architettonici, tra cui spicca la camera da letto tappezzata di arazzi, i quali cambiano forma a seconda del punto di osservazione.
Perseguitato dal ricordo di Ligeia, l'uomo si da all'oppio detestando cordialmente la nuova consorte che, nel frattempo, complice la malattia, ode voci e vede figure simili a spiriti (gli arazzi?). Mentre va a prendere un vino benefico scorge un'ombra su un incensiere; subito dopo, mentre la moglie beve il vino, vede alcune gocce cadere nel bicchiere. Lady Rowena peggiora progressivamente fino alla morte. L'uomo, sconvolto, considera quanto visto effetto dell'oppio o prodotto della fervida immaginazione dovuta allo stress e all'ora tarda.
Nella veglia funebre, l'uomo assiste a un evento prodigioso: più volte nel corso della notte, annunciato sempre da un singhiozzo, il cadavere riprende il colorito vivo, accenna movimenti di palpebre e labbra. Poi infine si alza piazzandosi al centro della stanza.
Caduto il velo sepolcrale, lady Rowena assume gradualmente le sembianze di Ligeia.
LO SCARABEO D'ORO
La vicenda è ambientata nell'isola di Sullivan, presso la città di Charleston, nella Carolina del Sud e viene raccontata dall'autore in prima persona.
William Legrand, amico del narratore, è l'ultimo discendente di una ricca famiglia di origine ugonotta che per una serie di avversità si trova in miseria e si è ridotto a vivere con un fedele servo di colore di nome Jupiter, ex-schiavo liberato ancora dai familiari di William, in una capanna eretta nella boscaglia della menzionata isola di Sullivan, un lembo di terra sabbiosa di tre miglia per mezzo miglio circa, coperta di arbusti.
Un giorno William, girando per i boschi della terraferma, trova un particolare scarabeo, color oro lucente. La sera stessa il narratore gli fa visita e William gli parla dello scarabeo in termini entusiastici ma, non potendoglielo mostrare in quanto imprestato poco prima ad un amico tenente, ne improvvisa, su un foglio gualcito rinvenuto nel taschino del panciotto, uno schizzo. L'amico, spaventato dall'arrivo del cane di Mr. Legrand, avvicina inavvertitamente la mano al fuoco del camino e lo schizzo gli appare come il disegno di un teschio, fatto che esterna commentando scherzosamente le scarse qualità di disegnatore di William. Questi, dispiaciuto per tale commento, sta per gettare il disegno nel fuoco ma ci ripensa e lo conserva nel portafogli.
Circa un mese dopo Jupiter si reca a Charleston, su incarico di William, per chiedere all'amico di raggiungerlo al più presto nella sua capanna. Quivi, nonostante il suo aspetto non molto salutare (Jupiter aveva dichiarato all'amico la sua preoccupazione per la salute del padrone), convince il narratore ad andare con lui e Jupiter a compiere una ricerca sulla terraferma.
Orientandosi con l'aiuto di una mappa gualcita e portandosi dietro lo scarabeo, William individua un luogo trovato grazie alla decrittazione di un messaggio, ove i tre si impegnano a scavare una profonda fossa rinvenendo quello che dovrebbe essere stato il mitico tesoro di Capitan Kidd.[2]....ecc....ecc
Li ho trovati scontatissimi (3.90 euro) in un ipermercato L.Eclerc