Transtromer - Notturno
Non che il Nobel mi entusiasmi, ma è sempre un premio importantissimo. Chi lo vincerà quest'anno? I bookmakers danno favorito un poeta, lo svedese: Tomas Transtromer. Confesso la mia ignoranza, non l'ho mai sentito.
Di Tomas Trastromer tempo fa m'è capitato di sfogliare una raccolta di poesie dal titolo "I ricordi mi vedono". Troppo poco per avere una opinione mia se merita il Nobel o meno, non saprei dire.
Lui, almeno come appare in terza di copertina ha l'aspetto di un simpatico vecchietto che si potrebbe immaginare con facilità dietro il bancone della ferramenta sotto casa. In Svezia, almeno a giudicare dalla sua massiccia presenza nelle vetrine delle librerie, è una celebrità.
I suoi versi di primo acchitto non mi hanno colpito granchè ma io non faccio testo: di solito leggo narrativa oppure saggi e la poesia in generale, fatte salve alcune clamorose eccezioni non è il mio genere. Mah...! Forse dovrei rileggerlo con più attenzione
A parte un bellissimo ed onirico notturno che invece mi ha colpito molto. Abbastanza almeno da salvarlo nella cartella delle mie cose nel sul pc. Copia, incolla... et voilà. Ecco qui.
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Attraverso il villaggio di notte,
gli edifici avanzano
alla luce dei fari – sono svegli, vogliono bere.
Case, fienili, insegne, vetture vuote –
è ora che si vestono di Vita.
Gli uomini dormono:
alcuni dormono in pace, altri
hanno tratti tesi
come se si allenassero per l’eternità.
Non osano lasciar andare tutto,
nonostante il sonno pesante.
Riposano come sbarre abbassate
mentre il mistero scorre.
Fuori dal paese la via s’inoltra
tra gli alberi del bosco.
E gli alberi, gli alberi tacciono
d’accordo tra loro.
Hanno il colore teatrale del bagliore
del fuoco.
Come sono chiare le loro foglie!
Mi seguono fino a casa.
Sdraiato, mi sforzo di dormire,
vedo immagini sconosciute
e segni che si annotano da soli
dietro le palpebre
sulla parete del buio. Nella fessura
tra veglia e sogno
una grande lettera cerca di infilarsi invano.
(Notturno - T. Transtromer)
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Alcune delle immagini le trovo profondamente evocative e dense, come gli uomini che si allenano per l'eternità e
"non osano lasciar andare tutto", "
i segni che si annotano da soli, e, notevole davvero, la grande lettera che cerca di infilarsi invano nella fessura tra sonno e veglia.