Il premio nobel per la letteratura è un premio importantissimo, e ho condiviso molte scelte del passato (l'amato Saramago, ad esempio), importante perchè rivendica l'uomo letterario come intellettuale "attivo".
Immagino che vi basti l'aspetto narrativo ma vi sfugge l'importanza di un premio simile in luoghi come l'America Latina.
Io non reputo che questo premio sia roba da poco, nè che designi lo scrittore in voga in quel momento.
Per farvi capire la portata di questa "lode" un'oretta fa le agenzie hanno riportato un articolo con questo titolo: "l'appena designato nobel Vargas Llosa aveva scritto il 27 settembre un articolo sulla reale disfatta di Chavez alle ultime elezioni".
Ecco, e non si tratta di una difesa bolivariana ma di una strumentalizzazione della situazione attuale che vede una destra debole appoggiata dalle lobbies economiche occidentali, europa compresa. Appena una settimana dopo il golpe in Ecuador, guarda un po'...
Questo nobel, che ha sempre premiato la resistenza "popolare" oggi diventa simbolo della dissidenza individuale.
Tutto il contrario del mio concetto di intellettuale.
Un po' di spirito critico, anche se da semplici lettori, non guasterebbe.
Così come coloro che vanno in chiesa devono ascoltare le parole del sacerdote senza occuparsi di come poi lui si comporta
beh, Michele, questa e' un po'..come dire...forzata.
Sai ,se uno fa la predica e razzola male ti vien voglia di ascoltarlo meno. Per niente direi, perche' presuppone che la sua " parlata" od opera non corrisponda alla sua intima convinzione e al suo impegno nel mondo.
Nel caso di uno scrittore o di un intellettuale ( lascia perdere se di destra o di sinistra) ci si augura almeno che la sua opera sia una testimonianza del suo "fare."
Poi, ovvio, ognuno di loro ha la sua visione delle cose politiche e meno politiche.
Julia da anni mi dice che Llosa ( di cui ho letto parecchio) e' criticabile per vari motivi. Probabilmente li spieghera' lei meglio.
Io, per tornare al discorso di prima , ti faccio un semplice esempio: leggendo J.J.Rosseau, che non fu un Nobel naturalmente, notai tantissimi discorsi sull'umanita' dell'uomo per l'uomo, per gli amici, la famiglia, i propri pari, ecc.ecc.
Poi vieni a scoprire che a fronte di tante parolone, il Sig. J.J. Rosseau mise al mondo cinque figli che abbandono' negli orfanatrofi d'europa.
Va da se' che ascoltare le sue parole.....perde un po' di stimolo.
Confesso di non conoscere l'opera di questo scrittore e di avere scoperto soltanto oggi, nei molti servizi trasmessi in occasione dell'assegnazione del Nobel, la sua interessante e variegata biografia.
Spero di essere presto favorevolmente colpita da un suo romanzo...
Il premio nobel per la letteratura è un premio importantissimo, e ho condiviso molte scelte del passato (l'amato Saramago, ad esempio), importante perchè rivendica l'uomo letterario come intellettuale "attivo".
Immagino che vi basti l'aspetto narrativo ma vi sfugge l'importanza di un premio simile in luoghi come l'America Latina.
Io non reputo che questo premio sia roba da poco, nè che designi lo scrittore in voga in quel momento.
Per farvi capire la portata di questa "lode" un'oretta fa le agenzie hanno riportato un articolo con questo titolo: "l'appena designato nobel Vargas Llosa aveva scritto il 27 settembre un articolo sulla reale disfatta di Chavez alle ultime elezioni".
Ecco, e non si tratta di una difesa bolivariana ma di una strumentalizzazione della situazione attuale che vede una destra debole appoggiata dalle lobbies economiche occidentali, europa compresa. Appena una settimana dopo il golpe in Ecuador, guarda un po'...
Questo nobel, che ha sempre premiato la resistenza "popolare" oggi diventa simbolo della dissidenza individuale.
Tutto il contrario del mio concetto di intellettuale.
Un po' di spirito critico, anche se da semplici lettori, non guasterebbe.
Intanto stabiliamo un fatto.... Chavez ha vinto le elezioni e non le ha perse.Onestamente non riesco a capire. Il fatto che Llosa abbia " osato " effettuare una critica su Chavez e sull sua oggettiva sconfitta elettorale fà del Nobel un complotto politico appoggiato dal solito " crudele " Occidente ?
Da quanto scrivi sembra che il Nobel sia meritato solo a chi sostiene movimenti popolari di sinistra anche se aspiranti ad una dittatura, mentre a chi critica questi movimenti è di sicuro regalato e non meritato.
Parli di spirito critico, bè forse anche da parte di chi sostiene queste teorie ci sarebbe bisogno di spirito critico e non pensarla sempre che se un premio vada a chi si oppone ad un certo tipo di politica sia immeritato, mentre se accade il contrario tutto va bene.
L'assegnazione l'anno scorso del Premio Nobel per la Pace a Obama allora è stato lo stesso scandalo.
(...)
Inoltre aspetto non meno importante è di stabilire se il premio nobel per la letteratura venga dato ai meriti letterari oppure politici di un autore. Se il premio nobel per la pace ha giustamente (almeno a mio parere) un significato politico, altrettanto non dovrebbe essere per il premio alla letteratura.
Ribadisco un dato di fatto: alcuni anni fa l'ambito premio fu dato ad un certo signor Dario Fo scatenando l'ira di una parte (non certo intellettuale) della società italiana. Quindi se allora si gridò allo scandalo non capisco perchè ora si dovrebbe tacitamente accettare un premio che solleva qualche dubbio sul suo significato
Intanto stabiliamo un fatto.... Chavez ha vinto le elezioni e non le ha perse.
Inoltre aspetto non meno importante è di stabilire se il premio nobel per la letteratura venga dato ai meriti letterari oppure politici di un autore. Se il premio nobel per la pace ha giustamente (almeno a mio parere) un significato politico, altrettanto non dovrebbe essere per il premio alla letteratura.
Ribadisco un dato di fatto: alcuni anni fa l'ambito premio fu dato ad un certo signor Dario Fo scatenando l'ira di una parte (non certo intellettuale) della società italiana. Quindi se allora si gridò allo scandalo non capisco perchè ora si dovrebbe tacitamente accettare un premio che solleva qualche dubbio sul suo significato
Grossomodo mi sento di quotare pigreco (con alcuni distinguo) mentre non mi trovo granché (fatte salve alcune convergenze) con la linea esposta da Julia prima e ripresa da Sergio poi.
Caravaggio era un violento ed un omicida, Mozart praticamente un mezzo matto, Bach era chiacchieratissimo, Marinetti e Marconi sostenitori del regime fascista, Karpov di quello comunista, a Rosseau ha pensato Sergio, ad Edwards il Vaticano, Pirandello incapace di gestire uno straccio di rapporto decente con la figlia, Wagner un nazista, Michelangelo e Leonardo in sospetto di pedofilia… ciascuno di noi insomma, vuoi per oggettività di fatto, vuoi per visuale delle cose dal proprio punto di vista appunto, potrebbe in questo modo allungare la lista a dismisura. Ma è veramente questo il core dell'interesse?
Va da sé che una coerenza, intesa come corrispondenza tra pensiero ed azione, o produzione artistica e non solo, ove fosse, non ci starebbe male… Ci mancherebbe.
Ma nessuno mi toglie dalla testa che una produzione artistica, letteraria o di genio in generale, quando tale, ha un valore intrinseco in sé, contribuisce al corredo culturale dell’umanità, genera bellezza, oppure utilità… insomma è scorrelata un bel pò dalle qualità etiche o morali, o di coerenza, o dalle idee politiche… In qualche modo insomma prescinde, nella sua valenza per l’umanità intera, dal suo autore/creatore.
Bisogna considerar tutto, autore incluso, periodo storico, contesto e così via, quando ci si mette di fronte ad una produzione letteraria o artistica o quant’altro. Concordo. Ci mancherebbe. Non fosse altro che per capirla meglio e/o a fondo.
Ma il focus prevalente della nostra osservazione, e di gran lunga a parer mio, si baricentra ben più sull’opera che non sul suo autore.