Mi dispiace Julia, ma non sono d’accordo e penso sia inutile continuare.
Le nostre teorie sono talmente “nostre” che possiamo rigirarle come ci pare, le troveremo sempre perfette. E se peccheranno in qualcosa, riusciremo in qualche modo a sistemarle. Da uno scritto non sempre traspare l’attività espressiva o la linea politica; io ho scritto storie d’amore dolcissime e storie malefiche con destini inquieti e angoscianti. A volte si è ciò che si scrive, spesso no. Pensa che stanotte ho descritto una scena di sesso che rileggendola pochi minuti fa mi son chiesta:
-Oddio, da dov’è uscita sta cosa? E’ orribile!- Eppure l’ho scritta io
aura:.
E non parliamo di coerenza, una cosa che non sopporto, ma cos’è la coerenza se non una forma di stupidità! La vita si trasforma e ci trasforma, come si fa a essere coerenti? Io oggi voglio pensarla in un modo e domani in un altro chi me lo vieta? La coerenza… ma dai! Io dalla vita pretendo anche la libertà di essere incoerente
xaaa evvai!).
Il fatto di leggere un bel romanzo senza curarsi della vita dell’autore, per te sarà “ipocrisia da lettore medio” per me è invece “capacità da lettore speciale”, su Marquez si sono dette cose orribili su “Memoria delle mie ******* tristi” e il libro stesso la racconta tutta, eppure un “lettore speciale” non coglie ciò che vuol intendere il lettore medio (cre, aggiungerei) perché il racconto è meraviglioso.
E poi l’ignavia… Julia, ti prego! Se c’è una categoria alla quale non appartengo per natura, come sono certa non vi appartenga nessuno di quelli che ha scritto qui, è quella degli ignavi! Béh, diciamo che questa te la perdono per simpatia e per alleanza di penna. (E per dirla tutta, dopo il complimento ricevuto ti perdonerei anche peggio).
Spero di aver dissipato ogni dubbio, concludo con la certezza che: “la pensiamo semplicemente in maniera diversa” e con ciò… sono certa di aver terminato.
(un bicio anche a Skitty)