Levi, Primo - I sommersi e i salvati

Valuzza Baguette

New member
Quali sono le strutture gerarchiche di un sistema autoritario e quali le tecniche per annientare la personalità di un individuo? Quali rapporti si creano tra oppressori e oppressi? Chi sono gli esseri che abitano la "zona grigia" della collaborazione? Come si costruisce un mostro? Era possibile capire dall'interno la logica della macchina dello sterminio? Era possibile ribellarsi? E ancora: come funziona la memoria di un'esperienza estrema? Le risposte dell'autore di Se questo è un uomo nel suo ultimo e per certi versi piú importante libro sui Lager nazisti. Un saggio imprescindibile per capire il Novecento e ricostruire un'antropologia dell'uomo contemporaneo.

Ultimo libro di Primo Levi,si tratta di un saggio che affrontando argomenti crudi senza il "fascino"di un romanzo ci induce a pensare ai rapporti tra oppressi e oppressori,al senso di vergogna provato dai prigionieri nei lager,a quanto troppo spesso si pensi in maniera troppo stereotipata a questa tragedia,essendo ormai lontani nel tempo e nella storia.
Mi ha impressionato particolarmente il capitolo "la zona grigia"dove appunto si parla delle interazioni tra kapo e prigionieri dei lager,di cui Levi riporta testimonianza diretta,sono rimasta molto colpita dall'intelligenza acuta dell'autore,che non si lascia sopraffare dall'odio ma molto lucidamente espone quelle violenze aberranti(soffermandosi per lo piu sull aspetto psicologico) che sono state perpetrate a danno di milioni di persone(se ne parla ampiamente nel capitolo la vergona)
Un altro capitolo molto interessante è "stereotipi"l'autore qui risponde a tre domande: perchè non siete scappati prima?perchè non vi siete ribellati?perchè non siete fuggiti dai campi?
Toccante e molto acuto.
Assolutamente consigliato.
 
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Zingaro di Macondo

The black sheep member
Anche secondo me la forza di Levi risiede nel fatto di descrivere senza coinvolgimenti fatti durissimi che lo avevano coinvolto.

La lucidità che hai sottolineato risalta ancor di più in "se questo è un uomo", una specie di presa diretta in cui non traspare odio nei confronti degli aguzzini, i quali, anzi, vengono compatiti (nel senso etimologico e "cristiano" del termine) tanto quanto le vittime.

Pensiamo a ciò che ha subito Levi e al contrasto con le sue "lievi" parole, parole che non suonano nè come una comprensibile condanna, ma nemmeno come un perdono che poteva elevarlo a padrone della morale.
 
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