Un gran bel libro, Parla del ventennio successivo alla presa del potere dell’ayatollah Khomeini. La cosiddetta “rivoluzione islamica dell’Iran”. Ma che rivoluzione!. E’ vero, la dittatura dello Scià aveva soffocato, con la forza, tutte le voci di dissenso del paese e molti erano stati costretti all’esilio, ma il peccato più grave che aveva commesso era che aveva “occidentalizzato” il paese.
E qui si vede come il fondamentalismo religioso, già di per se fonte di disastri, combinato con il potere politico, è causa addirittura di catastrofi. Si vede come un paese, che ha pur conosciuto nel passato una grande civiltà, possa regredire civilmente, in poco tempo, quasi di un secolo. Ogni libertà è preclusa, non si può pensare, l’unico valore è il dettato della religione islamica in chiave fondamentalistica.
Questo “regresso” riguarda tutti, ma particolarmente le donne. Già da come sono costrette a vestirsi (chador e velo) si può intuire quale sia la loro condizione nella società.
La realtà però è addirittura ben peggiore di quello che uno può immaginare!. Non può uscire se non accompagnata da marito padre fratello o fidanzato, non può mettere smalto, rossetto, ombretto ecc…. , non può mostrare i capelli. Se passeggia sola è sottoposta al controllo dei guardiani del popolo e se non è in regola al 100%, anche per un’inezia, la aspetta il carcere, con tutti gli orrori e vessazioni (compreso stupro e anche morte) che comporta.
In questa realtà una professoressa di letteratura inglese , che ha vissuto in occidente fino ai 30 anni, non rinuncia ad insegnare a scuola i libri degli autori occidentali, osteggiati dal regime, e di cui, piano piano, nel paese cominciano a sparire i testi (Nabokov, Fitzgerald, James, Austen, e anche altri). Costretta dagli eventi, ma per libera scelta, a lasciare la scuola, decide di tenere corsi a casa sua, nell’ anonimato, a un gruppo di studentesse di diversa estrazione ma, per lei, particolarmente dotate.
E qui, ogni giovedì della settimana si discutono con critiche e commenti molto approfonditi, le opere di questi autori, ancor più interessanti perché viste dall’angolazione di persone molto diverse da noi, che diamo per scontate molte cose che nell’Islam fondamentalista scontate non sono. E qui esce, prepotente, l’umanità di queste giovani ragazze a cui, pensandoci bene, il regime ha proibito anche di innamorarsi, il momento più sublime della giovinezza proibito per legge! Ci può essere qualcosa di più degradante e penalizzante? Questa è la struttura del libro, ma c’è molto altro.
Ora io sono molto tiepido con le religioni e non ne ho sufficiente conoscenza, ma non posso ignorare che, anche in nome di esse o con il loro pretesto l’umanità ha compiuto, e continua a compiere, gravissimi misfatti. Il fondamento della nostra religione è però “ama il prossimo tuo come te stesso”, non è così il fondamentalismo islamico che con i fatti, verificatisi anche in questi giorni, vorrebbe la morte di tutti gli “infedeli” e la distruzione del mondo occidentale. E’ una radice profonda, durissima da estirpare. Non sono state sufficienti due generazioni in Francia, di vita all’occidentale. Finché molti di questi giovani musulmani emarginati socialmente credono che uccidendo un “infedele” anche morendo, andranno in un paradiso di latte e miele con X vergini da godersi per tutta l’eternità questi attentati non avranno fine. Non possiamo difenderci. Dovranno essere gli stessi islamici , non fondamentalisti, ad insegnare ai loro figli che la morte è uguale per tutti (una “livella”) , fedeli o infedeli, e che, se hanno vissuto degnamente, li aspetta lo stesso paradiso.(O, se uno non crede, un metro di terra sopra una bara- che è una cosa molto triste).