Matsumoto, Seicho - Tokyo Express

Meri

Viôt di viodi
Nella baia di Hakata vengono ritrovati i corpi senza vita di un uomo e una donna. La causa iniziale della morte sembra un doppio suicidio, ma l'investigatore Jutaro e il suo collega Kiichi dopo un'attenta analisi non ne sono convinti. Inizia così un'indagine che porterà la polizia a parlare di omicidio.

La trama è molto semplice, ma il colpevole ha elaborato un piano così contorto da rendere la lettura a tratti noiosa e il racconto improbabile.
 

LettriceBlu

Non rinunciare mai
Indagine con pochissima azione ma tantissima attenzione ai dettagli, che si deve cercare di tenere in mente il più correttamente possibile altrimenti si rischia di non raccapezzarcisi più. Per me questa lentezza e la "pesantezza" che un caso tutto basato sugli orari dei treni porta non sono per niente un problema, anzi. Ho amato che il colpevole avesse organizzato tutto talmente bene che i poliziotti che indagavano hanno dovuto veramente sudare e ci hanno messo mesi prima di smascherarlo. Non avevo affatto previsto il colpo di scena finale, mi ha fatto dire "Wow" e l'ho trovato più verosimile di tanti thriller di autori straquotati letti ultimamente.
 

bouvard

Well-known member
Quante false convinzioni scopro di avere! Ridete pure, ma io ero stra-convinta non esistessero scrittori giapponesi di gialli. Perché avevo questa convinzione? Forse perché li immaginavo poco portati, o poco interessati, verso questo genere letterario, o forse perché riducevo gli scrittori giapponesi ai soliti quattro o cinque nomi noti: Kawabata, Mishima, Tanizaki (di Murakami e Yoshimoto riuscivo a dimenticarmi con grande facilità). Poi mi sono imbattuta casualmente nel nome di Matsumoto Seicho (1909-1992) ed ho scoperto che era considerato addirittura il “Simenon giapponese”. Anche se io ho letto solo il Simenon-no-Maigret di fronte ad una tale considerazione non potevo esimermi dal leggere Matsumoto.
Tokio Express è un giallo in cui si conosce il nome dell’assassino già dalla prima pagina, perciò la bravura dell’investigatore non sta nel trovare il colpevole, bensì nello smontare un alibi inattaccabile. E’ un libro che ad un certo punto mi ha “portato scema” per i nomi dei tanti treni e i loro orari di arrivo e partenza. Effettivamente un giallo basato tutto sulla precisione degli orari dei treni poteva essere ambientato solo in Giappone e poteva essere scritto solo da un giapponese. Se lo stesso libro fosse stato ambientato in Italia più che un giallo sarebbe stato un libro di fantascienza! Provate solo ad immaginarvi un assassino che da noi basa l’inattaccabilità del suo alibi sulla precisione dell’orario dei treni e su un “vuoto” di quattro minuti. Tanto varrebbe che confessasse subito!
Comunque il libro a me è piaciuto davvero tanto ed ho deciso di approfondire ulteriormente questo “Simenon giapponese”… comunque nonostante si conosca il nome dell’assassino dall’inizio aspettatevi lo stesso un colpo di scena finale!

 

Jessamine

Well-known member
Non sono una grande appassionata di gialli, e ancora una volta mi sto ritrovando a recensire un giallo scrivendo che forse non si tratta di una lettura in grado di soddisfarre un vero appassionato di gialli, ma che mi ha soddisfatto proprio per questo. E considerando che "Tokyo Express" non ha proprio niente in comune con "La donna del lago", inizio a pensare che il punto sia solo che io non so leggere i gialli. O che in fondo i gialli mi piacciono, non lo so.
Questo romanzo è piuttosto distante da ciò che mi appassiona di solito: i personaggi sono lontani, li conosciamo solo in superficie, non c'è nessun tentativo di avvicinarci alla loro intimità. È un romanzo misurato, asettico a tratti, quasi una piccola dissertazione per dimostrare una tesi. Eppure, mi è piaciuto. Mi è piaciuta la macchinosità cervellotica di questa indagine, mi è piaciuto contare i minuti per incastrare gli orari dei treni (sì, ho preso anche appunti, ho disegnato anche io i miei schemi, i miei binari, ho fatto i miei calcoli e poi ho buttato tutto via al grido di "ma tanto io viaggio con Trenord, qui i treni arrivano se e quando capita). Mi è piaciuto anche il fatto che l'indagine non servisse tanto a scoprire qualcosa di inaspettato, ma che fosse piuttosto la spiegazione di un enigma sotto gli occhi di tutti.
Più di tutto, mi è piaciuto cercare stazioni, paesi e città, concedendomi un viaggio immaginario in un Giappone che conosco ancora troppo poco.
 
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