Stassi, Fabio - Mastro Geppetto

MonicaSo

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Se le avventure di Geppetto, il creatore di Pinocchio, fossero del tutto diverse da come le conosciamo? Se accanto alle peripezie del burattino che si è fatto bambino vi fossero anche quelle di un padre che tanto ha voluto un figliolo da costruirselo con le proprie mani? Fabio Stassi ha scritto una storia nuova a partire da una storia classica, quella di uno dei più grandi romanzi della letteratura italiana. Nelle sue pagine l’anziano falegname diviene un uomo febbrile animato dal desiderio della paternità, vittima di uno scherzo crudele dei suoi concittadini. Le gesta del burattino, buffe, drammatiche, violente, si mischiano alle sue avventure, a loro volta sorprendenti e a tratti sconcertanti. L’uomo Geppetto sembra uscire dalla fiaba per grandi e piccini di Collodi e spostarsi su un palcoscenico contemporaneo dove la povertà, la malattia, il bisogno di amore, la crudeltà e il riscatto sono al centro della scena, motore concreto dell’azione. Così Geppetto diventa il ritratto di un uomo introverso e temerario, candido e visionario, che si accinge ad affrontare il mondo e a scoprirlo di nuovo, inseguendo il sogno di una creatura che sia carne della sua carne, in cui riversare le emozioni e l’affetto che porta dentro. Ma quel mondo lo disprezza e lo deride, rivelando tutta la sua ferocia in una condanna impietosa della solitudine e della diversità.

Ho trovato bellissimo questo racconto di Pinocchio (che è e rimane un burattino) visto con gli occhi del padre.
Stassi dice di essersi ispirato, per la figura di Geppetto, a Benigni (nel film di Matteo Garrone) e anche io l'ho sempre visualizzato così.
Mi è piaciuto molto... ma tanta tanta tristezza (e rabbia verso questi concittadini, tra tutti Mastro Ciliegia, che si mostrano proprio crudeli).
 

estersable88

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Siamo tutti abituati a leggere/guardare le avventure di Pinocchio dal punto di vista di quel birbone d'un burattino, ma se per una volta provassimo a metterci da quello del suo babbo? Fabio Stassi l'ha fatto, peraltro con un'opera egregia, immaginando una vita prima di Pinocchio ed un contesto sociale intorno a quel falegname così mite e paziente. Un contesto sociale sorprendente e sorprendentemente realistico, un paesino arroccato sul fango, in cui tutti si conoscono e – come accade solo raramente, per le grandi occasioni, laddove normalmente forse si scannerebbero – si coalizzano contro il singolo, il tocco, l'emarginato. Provoca una grande tristezza immaginare Geppetto come ce lo rappresenta Stassi, perché questa rappresentazione tocca corde profonde ed intime in ciascuno di noi, sia egli giovane o anziano, solo o circondato da un gruppo di amici. Fa tenerezza quest'uomo poverissimo, ormai acciaccato dagli anni, che conserva ancora l'innocenza e la voglia di sognare di un bambino. Gli si vorrebbe quasi tendere la mano, incontrandolo per la via, e dirgli "Vada, buon uomo, e non dia retta a nessuno, che il mondo è crudele con chi si mostra debole". Lettura caldamente consigliata… a tutti.
 
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