Oliva, Marilù - L'Eneide di Didone

estersable88

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Didone ha conquistato con l’astuzia una terra per il suo popolo, i Fenici, sulle coste africane. Regina senza re, ha fondato Cartagine, l’ha cinta di mura, l’ha dotata di leggi. Ma è assediata dall’avidità dei capi nomadi, stanca delle quotidiane fatiche diplomatiche, preoccupata per il futuro e si sente sola. Un giorno approdano le navi degli stranieri: sono fuggiti da Troia in fiamme e li guida un eroe di cui lei ha udito cantare le gesta, Enea.
Comincia così una delle più grandi storie d’amore, tradimento e disperazione mai raccontate, immortalata nell’Eneide di Virgilio. Ma c’è una voce da cui non l’abbiamo mai sentita narrare: quella della protagonista, Didone stessa, donna forte e sopravvissuta a mille traversie che pure si uccise per amore. O almeno, questo è ciò che sappiamo. Ma come sono andate «davvero» le cose? Qual è la versione al femminile dietro alla partenza di Enea da Cartagine e al suo viaggio verso la penisola italica, che portò alla fondazione di Roma? Meglio di chiunque altra lo sanno forse due dee, Giunone e Venere: l’una è la guida agguerrita di Didone, l’altra è l’amorevole protettrice di Enea. E un conflitto divino farà da sfondo a una sorprendente avventura umana sulle due sponde del Mediterraneo, che cambierà le sorti del mondo.
Con audacia e talento, Marilù Oliva entra nei pensieri e nei sentimenti di una delle più appassionate e tragiche eroine della letteratura d’ogni tempo. Arricchendone la vicenda non solo di sfumature e intuizioni, ma di avvincenti e inattese svolte narrative, dimostra ancora una volta l’inesauribile potenza del mito. E delle donne.


La scrittrice bolognese Marilù Oliva ha saputo ritagliarsi uno spazio tutto suo nella narrativa italiana degli ultimi anni perché, con maestria, intelligenza e lungimiranza, ci racconta i poemi epici da un punto di vista inedito, quello delle donne che ne sono state protagoniste, sia che abbiano natura umana che divina. Nel suo ultimo romanzo, pubblicato da Solferino a febbraio 2022, il poema prescelto è l'Eneide virgiliana, narrata seguendo la prospettiva di ben tre donne: Didone, Giunone e Venere. Ciascuna di loro ha i propri interessi in gioco, il proprio temperamento, la propria indole, ma tutte e tre hanno in comune due caratteristiche: sono donne e la loro voce, nonostante fossero attrici in prima linea nella storia, è rimasta inascoltata. Virgilio narra l'incontro tra Enea, il capo dei troiani figlio di Venere e Anchise, e la bella e valorosa regina fenicia Didone. Ci racconta anche, il poeta antico, che nel constatare la frettolosa partenza delle navi troiane dalle rive cartaginesi, la prode Didone, afflitta e straziata dall'amore per un uomo che l'ha abbandonata senza neanche un addio e dall'onta di aver tradito il suo popolo e la memoria del marito morto per giacere con un condottiero straniero, si sia uccisa. Ma questa narrazione, nel tempo, è apparsa innegabilmente strana e incongrua a molti e a molte: com'è possibile che una regina che fino ad allora aveva dimostrato tutt'altra tempra e ben altro coraggio, abbia compiuto un gesto così lontano dal suo essere? E se le cose fossero andate diversamente? È questa la versione, avvincente e credibile, che ci racconta Marilù Oliva. E lo fa, come al solito, con la perizia che viene dallo studio, dalla conoscenza, dall'approfondimento dei testi classici; non manca, tuttavia, l'inventiva e l'audacia sempre nuova di chi si interroga su possibili direzioni differenti, su altri modi di interpretare le storie, su finali e sviluppi alternativi. Ancora una volta quest'autrice ha reso egregiamente omaggio non solo ai testi classici troppo spesso accantonati e trascurati, ma anche – e soprattutto – alle voci inascoltate delle donne di altre epoche e al loro coraggio, nel quale non è difficile ritrovare quello di tante donne venute dopo, che hanno affrontato ed affrontano ogni giorno nuove battaglie.
 

MonicaSo

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Ho letto questo libro dopo aver conosciuto l'autrice leggendo "L'Odissea raccontata da Penelope, Circe, Calipso e le altre".
Non posso dire mi siano piaciuti moltissimo ma in particolare questo secondo l'ho concluso con un po' di fatica: troppe invenzioni, per I miei gusti. Perché riscrivere il mito? Che bisogno abbiamo di inventare nuovi miti se quelli che già esistono sono bellissimi così?
 

estersable88

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Ho letto questo libro dopo aver conosciuto l'autrice leggendo "L'Odissea raccontata da Penelope, Circe, Calipso e le altre".
Non posso dire mi siano piaciuti moltissimo ma in particolare questo secondo l'ho concluso con un po' di fatica: troppe invenzioni, per I miei gusti. Perché riscrivere il mito? Che bisogno abbiamo di inventare nuovi miti se quelli che già esistono sono bellissimi così?
Mah, ti dirò, a me non è dispiaciuta questa rivisitazione della storia... confesso che il gesto di Didone mi è sempre sembrato... sperequato? Sì, è vero che il prezzo da pagare per lei, con la partenza di Enea, sarebbe stato, tuttavia...
 
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