Togawa, Masako - Residenza per signore sole

estersable88

dreamer member
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La Residenza K, un palazzo di mattoni rossi che ospita donne nubili, appare agli abitanti di Tokyo come una dimora tranquilla per signore per bene, ma nasconde in realtà un passato sinistro. Quando dalla portineria sparisce misteriosamente il passe-partout, la chiave universale che apre tutte le centocinquanta stanze affacciate sui lunghi corridoi dei cinque piani, le inquiline cominciano a vivere nell'ansia. Ogni camera, infatti, oltre a un'immensa solitudine, custodisce colpe che ciascuna di loro tiene scrupolosamente per sé: strani furti, incidenti sospetti e persino un suicidio aleggiano tra quelle mura, abitate da donne assorte nel ricordo dei tempi andati. E adesso, in previsione dello spostamento dell'edificio che deve far posto a una strada, queste donne temono che succeda qualcosa di orribile: i lavori potrebbero portare alla luce un crimine avvenuto anni prima, e con esso tanti altri segreti che le pareti spesse della Residenza K – e la sua curiosa portinaia con la passione per i libri – serbano con discrezione. Pubblicato per la prima volta nel 1962, Residenza per signore sole è un grande classico del noir giapponese. Una perla rara, ricca di tensione e atmosfera, che ricorda i thriller di P.D. James, conservando però l'inconfondibile tocco di magia che continua a far innamorare della letteratura del Sol Levante le lettrici e i lettori di tutto il mondo.

Fino a poco tempo fa mi sorprendeva sempre la locuzione "noir giapponese". Ero vittima del pregiudizio che considera gialli e noir un'esclusiva occidentale? Forse, o più probabilmente conoscevo così pochi gialli/noir che quelli giapponesi mi parevano una rarità. Oggi, anziché sorprendermi, incappare in uno di questi libri mi esalta: ho avuto modo di appurare – e di apprezzare – che i giapponesi li sanno scrivere i noir, e pure bene… specialmente le donne. Masako Togawa, per esempio, io l'ho conosciuta pochi giorni fa, ma Residenza per signore sole, recentemente tradotto in italiano da Marsilio, lei l'aveva scritto nel 1962… non proprio l'altro ieri, dunque. Come tutti i noir giapponesi che ho letto finora, Residenza per signore sole è un libro sobrio, con parecchi personaggi ed altrettante storie apparentemente slegate l'una dall'altra, ma in realtà concatenate in un unico, grande percorso verso l'epilogo finale. Leggendo questo romanzo si ha come l'impressione di osservare un pittore mentre dipinge un quadro: dapprima le pennellate sono lente, incerte, quasi esitanti, poi si fanno via via più metodiche e sicure, fino a diventare convulse, quasi precipitose nel dipingere il dramma. Tante donne, tanti segreti, un unico luogo dove custodirli. E all'improvviso la paura che vengano svelati e la curiosità morbosa di conoscere quelli delle altre… concetti semplici, istinti primordiali, reazioni prevedibili che unite danno vita ad un noir lucido, sobrio sì, ma non per questo meno spietato perché mette in luce debolezze e manchevolezze dell'essere umano. C'è un aspetto che mi affascina e mi meraviglia nella letteratura giapponese e specialmente nei noir: il modo tutto particolare che hanno questi autori di descrivere gli eventi tristi, tragici o cruenti. È come se per loro fosse tutto naturale, come se non si scomponessero davanti a niente, come se non perdessero la testa di fronte ad alcun avvenimento inatteso; e il loro non è neppure un approccio rassegnato: semplicemente, si "limitano" ad agire, così, come se fosse tutto normale. Anche in queste pagine ho riprovato questa stessa sensazione che, per chi come noi ha un approccio mentale diverso, è quasi straniante ma che probabilmente è la peculiarità di questi romanzi, ciò che li rende così speciali e diversi da quanto siamo abituati a leggere di solito. Un noir diverso, al femminile, uno spaccato di società nipponica post seconda guerra mondiale scritto da una donna. Consigliato? Certo che sì!
 

qweedy

Well-known member
Mi è piaciuto tantissimo, è un gioiellino! Con un incastro letterario di gran classe si entra nelle solitudini e nei vuoti della vita di queste signore. Ci si aspetterebbe forse un po' più di solidarietà tra di loro, in fondo le loro vite sono abbastanza simili.
Una chiave passepartout, legata con un nastro rosso, che apre tutte le porte delle stanze, è al centro della storia ed è anche il titolo originale di questo romanzo (The Master Key).

Eccellente!

"Pensando a queste donne rimaste sole, che passano qui dentro giornate senza scopo, assorte nel ricordo dei tempi andati e come prigioniere di queste mura, mi sento rabbrividire. La mattina, seduta in portineria, guardo uscire quelle che ancora lavorano, poi osservo la scala silenziosa e spesso vengo colta da una sorta di allucinazione: vedo scendere i gradini e invadere l'ingresso, levando tutte insieme un lungo gemito, queste poverette che sono solite trascorrere le giornate in silenzio nelle loro stanze, a ogni piano, lasciandosi a volte sfuggire sospiri che trapelano nei corridoi, perse nella contemplazione di quel che resta dei loro sogni di gioventù."
 

MonicaSo

Well-known member
Letto un po' di tempo fa (rimango sempre indietro con le recensioni), posso dire che complessivamente mi è piaciuto.
Mi sono lasciata un po' confondere dal pass partout... chi ce l'aveva, quando è stato usato, per quante volte... anche i nomi delle protagoniste non mi sono stati subito chiari e ho dovuto fare una mia piccola legenda (cosa che non ho fatto neanche per Guerra e Pace).
Tra tutte mi è piaciuta la descrizione di Noriko, fatta molto bene, particolareggiata e tenera. Me la sono immaginata proprio bene: insegnante come me, male alle ossa come me... fortunatamente le somiglianze finiscono qua 😉
 
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