De Giovanni, Maurizio - Caminito. Un aprile del commissario Ricciardi

qweedy

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“Aprile, il mese che finge bellezza e bontà, ma che ha un coltello nascosto dietro il sorriso”.

A cinque anni da "Il pianto dell'alba", torna il commissario Ricciardi nella Napoli del 1939.


"Cinque anni possono cambiare un mondo. Una vita, tante vite. Il grande ritorno del commissario Ricciardi. È il 1939, sono trascorsi cinque anni da quando l’esistenza di Ricciardi è stata improvvisamente sconvolta. E ora il vento d’odio che soffia sull’Europa rischia di spazzare via l’idea stessa di civiltà. Sull’orlo dell’abisso, l’unico punto fermo è il delitto. Fra i cespugli di un boschetto vengono ritrovati i cadaveri di due giovani, stavano facendo l’amore e qualcuno li ha brutalmente uccisi. Le ragioni dell’omicidio appaiono subito oscure; dietro il crimine si affaccia il fantasma della politica. Con l’aiuto del fidato Maione – in ansia per una questione di famiglia – Ricciardi dovrà a un tempo risolvere il caso e proteggere un caro amico che per amore della libertà rischia grosso. Intanto la figlia Marta cresce: ormai, per il commissario, è giunto il momento di scoprire se ha ereditato la sua dannazione, quella di vedere e sentire i morti."

Era da tanti anni che non leggevo Maurizio De Giovanni, e ho ritrovato con piacere il suo stile di scrittura così efficace nel raccontarci la sua Napoli e le sue descrizioni così accurate e poetiche. Scrive divinamente, il suo romanzo non è un giallo, ma pura poesia.

Caminito è un tango ispirato da due stradine, i caminitos, con una peculiarità: la musica è stata scritta nel 1923, le parole nel 1926. A distanza di tre anni in due città diverse due uomini hanno provato lo stesso sentimento: un ritorno senza speranza.
Caminito è il sentiero di campagna dove Ricciardi e la moglie Enrica erano soliti passeggiare nelle ore rubate quando erano fidanzati, e non avevamo smesso di andarci, anche da sposati.
Caminito è il primo dei tre che, nelle intenzioni di De Giovanni, avranno nomi di tango: il secondo s’intitolerà Perfidia, che in realtà è un bolero, ma viene suonato spesso con il ritmo del tango, e il terzo Volver, tornare.


“Aprile è difficile da capire, impossibile da esplorare. Perché è fatto di fiori e di frutta nuova, fa immaginare che il peggio sia passato e che non ci sia più da aver paura”.

“Aprile che dà speranze, aprile che ne toglie. Aprile che sussurra parole terribili, con il tono della poesia”.
 
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