Nabokov, Vladimir - Pnin

MonicaSo

Leggo... quindi sono
Nella carrozza semideserta di un treno che corre attraverso la campagna siede un uomo dalla grande testa calva, forte di torace e con un paio di gambette sottili su cui ricadono i calzini allentati di lana scarlatta a losanghe lilla. Il passeggero solitario altri non è che il professor Timofej Pavlovic Pnin, esule negli Stati Uniti e titolare di un corso di lingua russa all’Università di Waindell, in viaggio per recarsi a tenere una conferenza presso il circolo femminile di un’altra località della sterminata provincia americana. Ma il professor Pnin – tradito dalla sua passione per gli orari ferroviari, che lo ha indotto a ignorare ogni suggerimento e a elaborare personalmente il proprio itinerario – si trova sul treno sbagliato. Comincia così, in modo emblematico, il ritratto ironico e affettuoso, esilarante e patetico di uno di quei personaggi che Nabokov sa disegnare con arte insuperata: un buffo émigré caparbiamente determinato a ricercare l’impossibile adattamento a un’altra civiltà, in lotta impari con un mondo in cui tutto – lingua, ambiente, gli oggetti stessi – pare rivoltarglisi contro. Perde tutte le sue battaglie, Pnin: con l’ex moglie Liza, ormai inesorabilmente «americana»; con il figlio Victor, nel cui personalissimo e un po’ lunare universo non riesce a far breccia; con le beghe e mene e manovre accademiche del campus, dalle quali uscirà sopraffatto; persino con la piccola comunità dei suoi compatrioti, chiusa nelle proprie diatribe meschine e nel disperato tentativo di reiterare un passato irripetibile. Anche Pnin si rifugia talvolta, oniricamente, in quel passato: e sono pagine mirabili, affidate a una gamma di intonazioni che trascorre dalla pura comicità alla malinconia.


Che bello questo romanzo, mi ha fatto conoscere un Nabokov diverso dall'autore di Lolita (per fortuna).
Pnin è delizioso, surreale: goffo, pasticcione, distratto, sfortunato. Fa sorridere ma anche immalinconire... avrei voluto un finale diverso, un riscatto per questo prof... e invece lo vediamo passare, come un mr Bean qualunque, sulla sua automobile e accanto il cane: non possiamo fare altro che augurargli maggior fortuna.
 

Pnin

Well-known member
Che coincidenza @MonicaSo! io ho appena iniziato Lolita sulla quale ho sempre avuto resistenze (e l'inizio obiettivamente non promette bene)... e appena aperto il forum ho trovato la tua recensione sul libro che mi ha ispirato il nick! ❤️
 

MonicaSo

Leggo... quindi sono
Che coincidenza @MonicaSo! io ho appena iniziato Lolita sulla quale ho sempre avuto resistenze (e l'inizio obiettivamente non promette bene)... e appena aperto il forum ho trovato la tua recensione sul libro che mi ha ispirato il nick! ❤️
L'ho letto proprio perché mi ha incuriosito il tuo nick; dopo Lolita, che ho detestato, avevo chiuso con Nabokov, ma qui è proprio tutta un'altra cosa, un'altra storia (meno male).
 

Pnin

Well-known member
Pnin è delizioso, surreale: goffo, pasticcione, distratto, sfortunato. Fa sorridere ma anche immalinconire... avrei voluto un finale diverso, un riscatto per questo prof... e invece lo vediamo passare, come un mr Bean qualunque, sulla sua automobile e accanto il cane: non possiamo fare altro che augurargli maggior fortuna.
Il ritratto che ne fai qui rende magnificamente l'idea!
L'ho trovato il personaggio più commovente che abbia mai incontrato nelle mie letture, con quella vena anche un po' comica che gli risparmia di cadere nel patetico. Un perdente agli occhi dei più, ma talmente puro da non riuscire a prendere nemmeno in considerazione questo tipo di giudizio
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Volevo assolutamente leggerlo ma me ne sono ricordata solo ora. Lo farò dopo il/i GdL. Promesso!
Mi servirà anche per la RC come autore russo*... che vergogna per me che li amo tanto, quest'anno non ne ho letto ancora nessuno ☺️.
*vale anche se è naturalizzato statunitense 🙄?
 

Pnin

Well-known member
vale anche se è naturalizzato statunitense 🙄?
Per me sì, e basta il suo "Lezioni di letteratura russa" a dimostrarlo, anche se certi americani tendono a volerlo far passare per "loro".
Credo che sia considerato di difficile incasellamento (c'è chi per far prima lo considera cosmopolita), ma appunto per questo a mio parere ogni lettore può mettergli l'etichetta che vuole.
In ogni caso "Pnin" potrebbe averlo scritto solo un russo
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Appena finito.
Mi è piaciuta molto la storia di questo professore, ben ritratto già nelle precedenti recensioni, ma ho trovato anche qualche parte più lenta e noiosa perché non amo le descrizioni di paesaggi, oggetti, case, ecc. Ho infatti preferito quelle sul carattere del protagonista e degli altri personaggi.
Mi sono rimasti 2 dubbi (perdonatemi, ma purtroppo ho sempre meno concentrazione):
chi narra la storia? Forse Nabokov stesso? Victor è figlio di Pnin o del secondo marito di Liza?
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Qualcosa che Pnin aveva solo avvertito durante quella giornata, e che era stato riluttante ad approfondire, adesso lo turbava e lo opprimeva, come succede per un errore che abbiamo commesso, una villania che ci siamo consentiti o una minaccia che abbiamo scelto di ignorare.
 

Pnin

Well-known member
Mi sono rimasti 2 dubbi (perdonatemi, ma purtroppo ho sempre meno concentrazione):
chi narra la storia? Forse Nabokov stesso? Victor è figlio di Pnin o del secondo marito di Liza?
Sono dubbi legittimi perché Nabokov resta volutamente ambiguo in entrambi i casi, tuttavia...
Per il figlio lascia intendere che molto probabilmente sia del secondo marito ma non lo afferma con certezza; mentre per la voce narrante, non so perché, io non mi sono nemmeno posta il problema e ho dato per scontato che Nabokov impersonasse un ipotetico conoscente del professore
 
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