Recchia, Roberta - Io che ti ho voluto così bene

qweedy

Well-known member
"Luca non ha neanche quattordici anni, ma ha una sensibilità silenziosa che lo rende diverso dai coetanei. Con i genitori e il fratello maggiore abita in una località di mare, dove tutto sembra immutabile: un posto sicuro che con la bella stagione si popola anno dopo anno. Un'estate una ragazza piena di vita diventa il suo primo sogno d'amore. Quando però lei scompare, e i carabinieri bussano alla loro porta, l'esistenza di Luca e dei suoi viene segnata per sempre. Per sottrarre lui, con la sua innocenza di bambino, all'ombra che si propaga inesorabile sulla famiglia, la madre gli riempie in fretta una valigia e lo mette su un treno con un biglietto di sola andata: al Nord lo aspettano lo zio Umberto, professore al liceo, e la zia Mara con le cugine. In un mondo diverso, lontanissimo da quello della sua infanzia, Luca prova a ricostruirsi, cresce e mette nuove radici, cercando di restituire un senso a parole come fiducia e appartenenza. A sostenerlo ci sono lo zio Umberto, che per lui dà tutto se stesso, e Flavia, una ragazzina determinata a fargli ritrovare la speranza nel futuro."

Dopo il primo romanzo "Tutta la vita che resta", che ruotava intorno all'omicidio dopo una violenza della sedicenne Betta Ansaldo, raccontando la disperazione della sua famiglia, in questo nuovo libro Roberta Recchia ripesca un personaggio minore del precedente romanzo, Luca, e racconta qui la storia della sua famiglia. Non è un sequel, ma il racconto di ciò che succede all'altra famiglia coinvolta nel fatto di cronaca. Luca era rimasto in disparte nel precedente romanzo dell'autrice, ora è colto nel momento del primo amore, e della tragedia che lo accompagnerà per molti anni.
Molti i temi affrontati in modo profondo, lo sradicamento, il perdono, il rapporto genitori figli.

Consigliato!
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
La prima volta che Luca vede Betta è un ragazzino. È estate, a torre Domizia, sono gli anni 80 e i ragazzini non erano informati e social come lo sono oggi, perciò quel ragazzino sensibile e buono non sa che quel che prova per quella ragazza più grande, procace e disinibita, è la sua prima scottatura amorosa. Luca si cura poco delle maldicenze, del sarcasmo, dei giudizi facili, lui pensa solo a vivere quanti momenti possibile accanto a Betta, alla giusta distanza, anno dopo anno… finché una mattina d'estate, Luca capisce che non la rivedrà più, perché Betta è morta, proprio lì, sulla spiaggia di Torre Domizia, per mano di sconosciuti che di notte hanno voluto farle del male. La vita di Luca prende qui una prima svolta inattesa, la prima di molte, la prima di un percorso neanche troppo lungo che lo porterà lontano. Lo porterà, anni dopo quella mattina di agosto, su un treno verso il nord, verso la casa di zio Umberto, zia Mara e le cugine, verso un'altra vita. Sullo sfondo le macerie di una famiglia distrutta, la sua. Questa è la storia di un ragazzino che diventa uomo tra le insidie di un dramma molto più grande di lui. La storia di un ragazzino che avrebbe potuto perdersi ma non l'ha fatto, di una ragazzina matura e saggia più di una donna fatta, di un padre devastato e di uno zio buono… la storia di una, due più famiglie che, in modi diversi, cercano di riassestarsi dopo un terremoto e ritrovano la loro composta dignità. È un romanzo consolatorio, con una morale non ostentata, con una sobrietà non comune nel descrivere dolori ed angosce. Mi è piaciuta tanto la sensibilità di Luca, il rapporto con Flavia e Umberto, la fragilità che fa commettere errori dai quali però si può rinsavire. Lo consiglio a chi ama le belle storie ricche di sentimenti, a chi ha letto "Tutta la vita che resta" e a chi non l'ha fatto.
 
Alto