Mabanckou, Alain - Memorie di un porcospino

MonicaSo

Leggo... quindi sono
Narra una leggenda africana che alcuni uomini hanno un doppio animale, un «doppio nocivo». Quello di Kibandi è un porcospino, a cui è indissolubilmente legato da quando suo padre lo ha condotto nella foresta e lo ha costretto a bere il mayamvumbi, una disgustosa bevanda che ha sancito la sua iniziazione. E così il povero porcospino è obbligato ad abbandonare i compagni per unirsi al ragazzo e al suo «altro sé», la fotocopia esatta di Kibandi se non fosse che gli mancano il naso e la bocca. Il problema è che il destino di un doppio è di assecondare il padrone qualunque cosa faccia, e Kibandi da bambino mite si trasforma col tempo in un feroce assassino. Vicini di casa, abitanti del villaggio: la sua furia si abbatte su chiunque osi ostacolarlo. Il porcospino lo segue ubbidiente, si rende complice di efferati omicidi usando gli aculei come un’arma, finché un giorno si ritrova inaspettatamente libero e, rifugiatosi tra le radici di un baobab, inizia a raccontare la sua storia tragicomica.
Mabanckou rievoca miti e usanze della sua terra, perché «i libri che sopravvivono più a lungo sono quelli capaci di reinventare il mondo, di rivisitare la nostra infanzia». D’altronde «il mondo è soltanto la versione approssimativa di una favola» e lo scrittore congolese è maestro nel fondere cultura alta e cultura popolare trasformandole in un linguaggio universale.


Una favola africana, con il colore e il sapore dell'Africa, con l'ispirazione delle tradizioni e delle superstizioni dei congolesi.
Una favola crudele che racconta la trasformazione di due vite, da bambino tranquillo a crudele assassino e da "doppio" amico d'avventure a complice di efferati delitti.
Un racconto fatto interamente dal protagonista porcospino, di lettura scorrevole e piacevole che non fa rimpiangere l'assenza di punteggiatura e di maiuscole.

 

MonicaSo

Leggo... quindi sono
Istrice o porcospino: è il nome scientifico corretto per il roditore di grandi dimensioni che si trova in Italia, Africa e parte dell'Europa, famoso per i suoi lunghi aculei.

A volte lo confondiamo con il riccio... ma quest'ultimo è più piccolo ed è onnivoro, mentre il nostro istrice o porcospino è erbivoro/vegetariano

😉
 
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