Barbato, Paola - Cuore capovolto

estersable88

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Paola Barbato, come i grandi maestri del genere, immagina mondi di oscurità, li edifica davanti ai nostri occhi, ci invita a entrare. E ci lascia lì, in compagnia di un’angoscia sempre nuova.

«Tu non sei un mostro, non sei senza cuore. Lo nascondi soltanto, lo capovolgi, come, hai presente? Le persone che hanno gli organi invertiti? Ecco, tu sei un mostro con il cuore capovolto, che batte dalla parte giusta.»

Alberto Danini è un’ombra. Agente del Servizio centrale operativo, esperto informatico, si nasconde dietro a uno schermo del dipartimento di Polizia giudiziaria perlustrando i meandri della Rete a caccia di predatori. Si finge un adolescente fragile, ma è una maschera dolorosa da indossare: un adulto che si muove come un serpente in mezzo ai ragazzi, che cambia pelle di continuo. Quel ruolo da esca entra in risonanza con il bambino fragile che anche lui è stato; per questo è il migliore in quello che fa. La sua identità di copertura nasce e muore nel mondo virtuale, mentre i colleghi lottano tutti i giorni nel mondo reale: non importa se i meriti vanno ad altri, ad Alberto rimane la possibilità di elaborare ogni volta l’orrore di cui è stato testimone. Fino al giorno in cui l’agente Danini si imbatte nella vicenda di Leonardo P., tredici anni, caduto in una rete di mostri. O almeno questo è ciò che riferisce alla polizia il padre del ragazzo; questo è ciò su cui si concentrano Alberto e la squadra. Ma in realtà i bambini non c’entrano. Dietro l’app La Rete dei Cuccioli, dal nome innocuo, si nasconde stavolta un nemico diverso, dal volto ugualmente feroce. Mentre l’indagine entra nel vivo, Alberto è costretto a esporsi, a spingersi in prima linea, mosso non da un coraggio che non sente di avere, ma dalla paura. Di non saper difendere ciò che ha di più caro. Di non sapersi fermare in tempo. Di diventare come quelli che ha sempre combattuto.



COMMENTO:

Ah, io davvero vorrei fare una recensione accurata, sobria, non entusiastica… lo vorrei davvero, ma questo libro l'ho appena finito e l'ho divorato in poche ore, completamente preda dell'adrenalina, dal brivido, del "e ora che succede?" che mi spingeva avanti, pagina dopo pagina. Quindi ora non posso proprio esimermi dall'esclamare… Che meraviglia! Ma quant'è brava questa donna? Paola Barbato riesce come pochi ad entrare dentro certe dinamiche sociali, analizzarle, guardare in faccia la fallibilità e l'egoismo della mente umana, affrontare tutto questo e venirne a patti. E poi, magari, raccontarcelo con dovizia di particolari ed insieme con patos, brivido, tensione narrativa, con un occhio sempre fisso sulla psicologia dei personaggi, sul perché più recondito – e spesso più becero – delle loro azioni. Così è per tutti i personaggi di questo noir, siano essi vittime o lo sembrino soltanto, sia che appartengano alla schiera dei buoni o a quella dei cattivi, laddove per entrambe le categorie va aggiunto un aggettivo, "presunti". E come sempre, quando analizziamo il comportamento umano e le sue ragioni, siamo indotti a porci delle domande. Qui ce ne sarebbero tante, ma le prime che mi vengono in mente sono: fin dove siamo disposti a spingerci per ottenere ciò che vogliamo? Quante cose siamo disposti ad ignorare? Su quante persone possiamo passare sopra? Quanta negatività siamo disposti a tollerare per raggiungere il nostro obiettivo, quale che sia? Domande soggettive, sì, a cui però questo libro potrebbe, forse, aiutarci a rispondere, di sicuro ci aiuta a riflettere. Un noir bellissimo che consiglio a tutti, ma banalmente, soprattutto a chi ha figli adolescenti che spesso usano la rete. Fidatevi, anche se sono figli vostri e voi li vedete come angeli scesi sulla terra, sono molto più furbi, smaliziati ed intelligenti di quanto pensiate. Sì, è la società ad averli resi così… e forse è anche un po' colpa (?)/merito (?) vostro.
 
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