Masetto
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Un horror eccellente: basta confrontarlo con uno degli Scream per notare come là gli attori urlino, mentre qui recitano. I volti di Wendy e del bambino esprimono autentico terrore, mentre Nicholson è bravissimo nel tratteggiare mimica e gesti d'un uomo che poco alla volta scivola nella follia. Spiccano poi le invenzioni stilistiche del regista: il labirinto come simbolo della confusione via via dilagante nella mente di Jack (lo ritroviamo nel giardino, nella rete di corridoi dell'albergo e perfino nel disegno ad esagoni sui tappeti); l'uso degli specchi per introdurre una nuova visione delle cose; l'invenzione della camera "mobile" che insegue il triciclo di Danny; la terrorizzante scena della stanza 237; la sequenza dove Jack abbatte la porta della camera (l'inquadratura si muove assieme all'ascia raddoppiando quasi l'orrore di ogni colpo) ...
Il film rende appieno l'inquietudine e l'orrore del romanzo, anzi lo fa anche meglio perchè è più compatto.
Però << resta un superbo esercizio di stile [...], più a riprova d'alta intelligenza professionale che d'ispirazione poetica. Siamo nella confezione d'alta classe, con un sospetto d'intellettualismo: per cui s'applaude, ma alla prodezza. >> Giovanni Grazzini
Un horror eccellente: basta confrontarlo con uno degli Scream per notare come là gli attori urlino, mentre qui recitano. I volti di Wendy e del bambino esprimono autentico terrore, mentre Nicholson è bravissimo nel tratteggiare mimica e gesti d'un uomo che poco alla volta scivola nella follia. Spiccano poi le invenzioni stilistiche del regista: il labirinto come simbolo della confusione via via dilagante nella mente di Jack (lo ritroviamo nel giardino, nella rete di corridoi dell'albergo e perfino nel disegno ad esagoni sui tappeti); l'uso degli specchi per introdurre una nuova visione delle cose; l'invenzione della camera "mobile" che insegue il triciclo di Danny; la terrorizzante scena della stanza 237; la sequenza dove Jack abbatte la porta della camera (l'inquadratura si muove assieme all'ascia raddoppiando quasi l'orrore di ogni colpo) ...
Il film rende appieno l'inquietudine e l'orrore del romanzo, anzi lo fa anche meglio perchè è più compatto.
Però << resta un superbo esercizio di stile [...], più a riprova d'alta intelligenza professionale che d'ispirazione poetica. Siamo nella confezione d'alta classe, con un sospetto d'intellettualismo: per cui s'applaude, ma alla prodezza. >> Giovanni Grazzini
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