Neanch'io condivido tanto disfattismo. Se la famigerata generazione attuale ha dei problemi, se ad esempio alcuni tendono ad isolarsi, la colpa non è certo di internet; anzi, essa fornisce la possibilità di aprirsi se la si utilizza in prima persona e non come spettatori. Quindi i social network sono solo uno strumento, certamente possono prestarsi ad assecondare alcune tendenze deleterie, ma hanno anche aspetti positivi ed alla fine ognuno li utilizza secondo le proprie necessità.
Personalmente non mi piacciono molto perché li trovo un po' vuoti, rispetto ad altri strumenti simili (forum, blog) la possibilità di comunicare qualcosa di non troppo banale è ridotta. Facebook mi è utile essenzialmente per contattare le persone in maniera rapida evitando di spendere i soldi del cellulare, per avere notizie su eventi-concerti-spettacoli, per fare pubblicità a qualche progetto. Con twitter seguo i personaggi sportivi che mi interessano, e mi tengo aggiornato direttamente dalla loro voce.
Su questo sono latamente d'accordo, del resto tu stesso noti la tendenza alla sostanziale vacuità di questi strumenti. Dirò di più: da qualche tempo mi rendo sempre più conto della smisurata mediocrità della rete, della sua sconfinata incapacità di offrire materiale valido e, specialmente attendibile. Si trova sempre ciò che è mediocre, spesso errato, e comunque insufficiente per chi cercasse una fonte di un certo rilievo. E questo è dovuto all'algoritmo google, il quale, diversamente da altri, tesse la propria tela attraverso i link: potrebbe esistere una perfetta e preziosissima versione della Vulgata, e nessuno lo saprebbe per il semplice fatto che non si trova inserita nel circuito dei clic, ovvero non costituisce parte del circolo dei link a darsi tra loro man forte. E questo perché? Voglio dire, esisterà un perché gli ipotetici siti di spessore non vengono considerati dall'algoritmo: evidentemente chi cerca dietro lo schermo non sa cosa farsene. Sono gli internauti ad essere spaventosamente mediocri, e la conseguenza è il livellamento di internet, o, meglio, di google. Questo per dire che, ancora una volta, lo strumento non ha colpe.
Quanto ai social network, sono anch'essi il trionfo della mediocrità, e, peggio, della superficialità. Come tu noti si nutrono di vuoto, ne rappresentano l'encomio. Se da un lato le relazioni sono favorite dalla semplicità di un clic, dall'altro sono irrimediabilmente compromesse. Il contenimento dei periodi, l'inespressività meteverbale, talvolta anche l'idealizzazione dell'interlocutore. Sono tutti fenomeni militanti contro, al punto che la relazione da A a B, e viceversa, può sussistere solo in T (questo caso, twitter), e non fuori. Sono strumenti limitanti, preclusivi: e, guarda caso, i gangli veri e propri di quella rete complessissima di link tra loro interconnessi di cui parlavo prima. Con il tempo hanno assunto questo ruolo di propulsori del sistema google, e dunque ancora una volta ritorniamo alla circolarità di ciò che è mediocre. Poi, sai, parla uno che detesta persino i telefoni, se non se ne potesse fare a meno.