La foto del giorno

Shoshin

Shikata ga nai

Getty-Images-2123389679.jpg



Quasi sul tetto del mondo...
Manca poco.Manca poco!
 

Shoshin

Shikata ga nai
FB-IMG-1712861122099.jpg



La gattaiola più antica esistente.
La cattedrale di Exeter, nel Regno Unito, ha una porta del XIV secolo menzionata come ingresso per i gatti. Dal 1305 i conti della cattedrale registrano un assegno per pagamenti trimestrali di 13 denari “ai custodi e ai gatti”.

Il gatto che vedete nella foto è Stapledon, l'attuale gatto della cattedrale.

Foto di Feff Treadwell

Dal web
 

Shoshin

Shikata ga nai
maddalene3-1711556584609-1713543710247-jpg-vigevano-addio-maddalene-la-comunita-verra-chiusa-irr.jpg



... Le suore Maddalene di Vigevano.
Attendono una doverosa risposta.
Trovo vergognoso che debbano andar via dal loro convento e dalla comunita' che tanto le ama.
😔
 

Shoshin

Shikata ga nai
Era il 4 Maggio del 1949...
torino-superga-5-wp.jpg




Mio padre,grande tifoso di questi campioni
conserva ancora oggi i giornali del tempo.
 

Shoshin

Shikata ga nai
L’uomo in questa fotografia non è un povero, né un mendicante, né un vagabondo. Questo uomo è Lev Tolstoj: uno dei giganti della letteratura russa, conosciuto in tutto il mondo, ma pochi conoscono la straordinaria storia dietro questa foto.
A cinquant’anni, Tolstoj cadde in una profonda depressione. La sua tristezza aumentava di giorno in giorno, senza una ragione apparente. Tolstoj era un conte, uno degli uomini più ricchi del suo paese, famoso in tutto il mondo. Eppure, era infelice. «Il denaro non era niente, il potere non era niente. Si vedevano persone che avevano entrambi ed erano infelici. Anche la salute non contava molto; c’erano persone malate piene di voglia di vivere e persone sane che appassivano, angosciate dalla paura di soffrire».
Un giorno, passeggiando per il viale Afanasevsky, vide un orfano e, mosso dalla compassione, lo portò a casa sua. E per la prima volta da tanto tempo, si sentì bene. Si dimenticò di sé stesso, dei suoi problemi, della sua tristezza. Da quel momento, Tolstoj rinunciò ai suoi abiti da gentiluomo, ai suoi lussi e privilegi, e iniziò a condurre una vita semplice, donando ciò che possedeva ai bisognosi.
«Non parlarmi di religione, di carità, di amore», diceva spesso, «ma mostrami la religione nelle tue azioni». Tolstoj fu anche il primo teorico della non violenza, predicava la fraternità tra i popoli e le sue idee ispirarono un'altra grande figura del XX secolo, Mahatma Gandhi. Fino al giorno della sua morte continuò ad aiutare gli altri, e per questo molti lo consideravano pazzo. In un mondo in cui conta solo il possedere, l'avere cose e persino persone, dove tutti vogliono prendere ma nessuno sa dare, Tolstoj sembrava un folle.
Un giorno, un suo vecchio amico, che al contrario di Tolstoj viveva nel lusso e nella comodità, gli disse: «Che senso ha fare tutto questo? Che ti importano gli altri? Dovresti pensare a te stesso». Al che Tolstoj rispose: «Se senti dolore, sei vivo, ma se senti il dolore degli altri, sei umano».
FB-IMG-1731244968651.jpg



Dal web
 

Shoshin

Shikata ga nai
1027066-thumb-full-720-1111senago.jpg


Una madre e un giudice si abbracciano e si accarezzano.
Mi ha colpito molto questo piccolo momento di silenzio e vicinanza,dopo la potente requisitoria della PM,che pare quasi stanca e provata.Commossa forse.
 

Shoshin

Shikata ga nai
Non una libreria, ma un luogo dell'anima dove sentirsi a casa:
SHAKESPEARE AND COMPANY - Parigi

Per George Whitman, l’ex proprietario americano della libreria – che visse nel piccolo appartamento sopra il negozio fino quando morì nel 2011, a 98 anni – Shakespeare and Company era molte cose. Whitman la descrisse in modo sintetico ed efficace come "un’utopia socialista travestita da libreria", un’espressione di entusiasmo bohémien in cui i visitatori rimanevano a dormire al piano di sopra e veniva servito vino rosso in scatolette di tonno vuote. Ma George, com’era conosciuto da molte persone, considerava la sua libreria anche un’opera d’arte vivente. "Ho creato questa libreria nel modo in cui un uomo scriverebbe un romanzo, costruendo ogni stanza come se fosse un capitolo -diceva - Voglio che le persone aprano la porta nello stesso modo in cui aprono un libro; un libro che porta nel mondo magico della loro immaginazione." La libreria diventò un rifugio per generazioni di scrittori erranti che si presentavano improvvisamente nel negozio e iniziavano a viverci. George li chiamava “tumbleweed“, “rotolacampi“, e l’accordo prevedeva che se avessero lavorato due ore al giorno – oltre a promettere in modo vago di leggere un libro ogni giorno – avrebbero potuto dormire gratis nella libreria sulle brande nascoste tra le pile di libri, per poi lavarsi nei vicini bagni pubblici. “Be not inhospitable to strangers / Lest they be angels in disguise”, - "Non siate inospitali con gli sconosciuti", si legge su un cartello che è ancora appeso nel negozio a mo’ di motto, "potrebbero essere angeli sotto mentite spoglie" - i versi di Yates riassumono bene la filosofia che fin dalla nascita ha permeato ogni angolo di questo intricato labirinto di scaffali e scale a chiocciola, che nelle intenzioni del suo fondatore doveva essere innanzitutto un laboratorio, una fucina, la realizzazione di una utopia. Generoso, magnetico ma anche un po' dispotico e bizzarro (a volte lanciava i libri sui passanti e aveva l'abitudine di accorciarsi i capelli bruciandoli con una candela) era diventato una vera e propria istituzione a Parigi e nel mondo. Whitman è stato un personaggio eccentrico e carismatico, un bohemien con la passione per le lettere che ha viaggiato in lungo e in largo prima di fermarsi a Parigi: si narra ad esempio di quando fu curato dai Maya nello Yucatan durante una marcia di 5000 km attraverso l’America Latina, o di quando visse per alcuni anni in Groenlandia con la sua bellissima moglie eschimese…Nacque nel 1913 in New Jersey, crebbe in Massachusetts e iniziò a viaggiare giovanissimo per seguire il padre, professore di fisica, in Cina. Si laureò nel 1935 in giornalismo alla Boston University e prestò servizio nell'esercito in Europa durante la Seconda Guerra Mondiale. Nel 1948 si stabilì a Parigi e tre anni dopo fondò la libreria Le Mistral, dal nome della sua prima ragazza, che poi rinominò Shakespeare and Company come la leggendaria libreria di Sylvia Beach, un’altra espatriata americana che negli anni ’20 a Parigi aveva riunito attorno a sé gente del calibro di Ernest Hemingway , F.Scott Fitzgerald, nonché prima editrice dell’Ulisse di J.Joyce. Da lei comprò l’intera collezione di libri, perlopiù letteratura anglo-americana e inglese. A sua volta George attirò a sé l’eccellenza della scena letteraria dell’epoca: Burroughs, Ginsberg, Ferlinghetti che fondò poi la City Lights a San Francisco con la quale la Shakespeare & Co. è gemellata, Miller e Beckett. La sua libreria è comparsa in molti film, Midnight in Paris di Woody Allen, o il corto di Spike Jonze. George Whitman è stato sepolto al Pere Lachaise, in compagnia dei suoi tanti miti letterari, e saranno i suoi familiari, ai quali già da qualche anno aveva passato il testimone, a tenere in vita, si spera a lungo, il suo sogno.

Dal web


FB-IMG-1731487092467.jpg
 

Shoshin

Shikata ga nai
Un libraio di Southampton, Inghilterra, ha chiesto aiuto per trasferire la sua libreria a una nuova sede a causa degli alti costi d’affitto. Con sorpresa, si sono presentate più di 250 persone, tra giovani, anziani e persone con disabilità, per dargli una mano. Hanno formato una catena umana, passando migliaia di libri di mano in mano per coprire i 150 metri che separavano la vecchia sede dalla nuova. Il tutto è stato completato in appena un’ora.



FB-IMG-1731691654839.jpg




Dal web.
 

Shoshin

Shikata ga nai
Mi ero immerso in una secca poco lontana dal capo che protendendosi verso il mare aperto chiude a sud la baia di Siracusa. Quella mattina mi accadde di arpionare una cernia. Una cernia robusta, combattiva. Si scatenò sul fondo una vera e propria lotta titanica fra la cernia che pretendeva di salvare la sua vita e me che pretendevo di togliergliela. La cernia era incastrata in una cavità fra due pareti; cercando di rendermi conto della sua posizione passai la mano destra lungo il suo ventre. Il suo cuore pulsava terrorizzato, impazzito dalla paura. E con quel pulsare di sangue ho capito che stavo uccidendo un essere vivente. Da allora il mio fucile subacqueo giace come un relitto.

640x344-1479032882351-h-00445876.jpg



Enzo Maiorca ci ha lasciati da diversi anni.
Resta comunque il suo ricordo di grande apneista e uomo di mare.
 
Alto