XXVII Cineforum - Gran Torino di Clint Eastwood

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
L'impronta di Clint Eastwood è palese sia per il finale ad effetto che per il modo, a tratti tenero e a tratti crudo, di trattare temi sociali delicati, in questo caso l'integrazione e l'immigrazione, senza trascurare gli aspetti più scomodi, raccontandoci della dolcezza di Thao e dello spirito vitale di sua sorella così come, senza edulcorazioni o giustificazioni buoniste, la rabbia causata dall'emarginazione, che può portare a compiere atroci violenze gratuite soprattutto nei confronti dei più deboli. La famiglia di Eastwood/Kowalski è materialista, indifferente e sgradevole, così come lo erano i parenti di Hilary Swank in Million dollar baby, a voler sottolineare che il termine "famiglia" non ha niente a che vedere con i legami di sangue (o più semplicemente il regista avrà dei parenti di *****:mrgreen:?) e nemmeno con l'etnia. Concetti forse scontati, ma ben espressi, senza cadute di tono e con la giusta misura. Kowalski è un personaggio molto azzeccato, nonostante l'apparente scorza dura mi è risultato simpaticissimo fin dall'inizio per via della sua ironia dissacrante e delle sue battute sferzanti e liberatorie. Divertentissima la scena in cui lui e il barbiere insegnano a Thao "come si dovrebbe comportare un uomo".
Davvero un bel film, vale assolutamente la pena di vederlo, chi non l'ha ancora visto approfitti di quest'occasione per farlo :MUCCA
 

isola74

Lonely member
Ricordo che mi piacque molto..se ci riesco nel fine settimana lo rivedo anch'io!:)
 

Pungitopo

Far Far Away Member
Scusate l'ignoranza profonda ma cosa bisogna fare per partecipare al cineforum?

Vedere il film....quello l'ho capito....e poi postare una critica come si fa nella Piccola Biblioteca?

Io il film ora non posso ri-vederlo qui pero', anche se l'ho visto mesi fa, me lo ricordo molto bene. Vale lostesso ai fini partecipativi? :roll:


Postilla al post:
nella videoteca di bordo ho trovato il dvd di "Gran Torino" !:YY
Stasera me lo riguardero'.....:wink:
 
Ultima modifica:

skitty

Cat Member
Attenzione: mercoledì 16 marzo ore 21.00, danno Gran Torino su Rete 4. Occasione per molti di noi per aggiungersi al cine-forum! :)
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Scusate l'ignoranza profonda ma cosa bisogna fare per partecipare al cineforum?

Vedere il film....quello l'ho capito....e poi postare una critica come si fa nella Piccola Biblioteca?

Io il film ora non posso ri-vederlo qui pero', anche se l'ho visto mesi fa, me lo ricordo molto bene. Vale lostesso ai fini partecipativi? :roll:


Postilla al post:
nella videoteca di bordo ho trovato il dvd di "Gran Torino" !:YY
Stasera me lo riguardero'.....:wink:

certo basta guardarlo poi inserire il commento qua, ti aspettiamo :HIPP
 

isola74

Lonely member
rivisto domenica:)
Che dire? non posso che confermare il giudizio positivo espresso nella piccola cineteca. Gran film, mi è piaciuto molto. Grande prova di Clint Eastwood, sia come regista che come attore.
Sono d'accordo con Luisa, è troppo limitativo ridurre la trama al solo razzismo; è un film completo, fatto di emozioni a tutto tondo. E di molti spunti: nel rapporto di lui col barbiere, nella evoluzione del prete.
Bello il finale, anche se doloroso, secondo me un inno alla speranza.
Da vedere assolutamente!
 

Pungitopo

Far Far Away Member
Ho (ri)visto proprio ieri sera Gran Torino.

Mah, di questo film l’unica cosa che mi e’ piaciuta e’…….l’auto :D


A parte gli scherzi….secondo me e’ uno dei migliori film di Eastwood da regista e attore.
Una storia che racconta problematiche affrontate magari in tanti altri film ma che Eastwood ha saputo raccontare secondo la sua sensibilita’ e con una grande performance recitativa.
Anche l’ambientazione e’ eccellente e illustra la provincia americana in modo esemplare.

Cio' che apprezzo di piu’ in questo film e’ che non scade mai nella retorica, nel mieloso ; e’ asciutto, essenziale e nello stesso tempo offre un sacco di spunti di riflessione.
L’esperienza drammatica di un reduce (qualsiasi sia la guerra da cui e’ tornato) ; le estreme difficolta’ che possono esserci nel rapporto genitori- figli ; il razzismo (ma anche semplicemente la diffidenza verso l’altro) specie se diverso ; la forza benefica che esercita il sentimento dell’amicizia sull’uomo.

Concetti in cui e’ spesso difficile non scivolare nel retorico e che invece in questo film sono espressi al meglio.

Voto 5/5
 

El_tipo

Surrealistic member
mi ero perso gran torino al cinema qualche anno fa per pigrizia. Pur non essendo un film di grosse innovazioni, un po anacronistico e con una trama non del tutto originale, si puo considerarlo tutto sommato godibile, oscillante tra lo humor e il malinconico. Decisamente divertente il personaggio e i suoi dialoghi. Deliziosa è la protagonista femminile. La regia è ottima.
per me è un meritato 4/5
 

El_tipo

Surrealistic member
Cio' che apprezzo di piu’ in questo film e’ che non scade mai nella retorica, nel mieloso ; e’ asciutto, essenziale e nello stesso tempo offre un sacco di spunti di riflessione.
L’esperienza drammatica di un reduce (qualsiasi sia la guerra da cui e’ tornato) ; le estreme difficolta’ che possono esserci nel rapporto genitori- figli ; il razzismo (ma anche semplicemente la diffidenza verso l’altro) specie se diverso ; la forza benefica che esercita il sentimento dell’amicizia sull’uomo.

sono d'accordo sulla prima parte, il film è asciutto, non retorico e girato molto bene.
Ma gli elementi, di cui la cinematografia mondiale ha abusato (guerra in vietnam, razzismo, ecc) sono giocati non al meglio.
Prendiamo ad esempio il rapporto genitore-figli: non si capisce il perchè di un distacco così forte tra tutti i membri della famiglia, il film non lo approfondisce ma lo calca in maniera decisa. Si tratta di una tecnica narrativa poco convincente. E anche il rapporto con questo delitto che avrebbe commesso e la sua vita, non si capisce in che modo sia andato avanti, sembra una cosa buttata lì per fare scena.
 

Pungitopo

Far Far Away Member
sono d'accordo sulla prima parte, il film è asciutto, non retorico e girato molto bene.
Ma gli elementi, di cui la cinematografia mondiale ha abusato (guerra in vietnam, razzismo, ecc) sono giocati non al meglio.
Prendiamo ad esempio il rapporto genitore-figli: non si capisce il perchè di un distacco così forte tra tutti i membri della famiglia, il film non lo approfondisce ma lo calca in maniera decisa. Si tratta di una tecnica narrativa poco convincente. E anche il rapporto con questo delitto che avrebbe commesso e la sua vita, non si capisce in che modo sia andato avanti, sembra una cosa buttata lì per fare scena.

Si', capisco cosa vuoi dire ma credo che il profondo distacco con il figlio serva a sottolineare la chiusura e i problemi interpersonali che hanno sempre affetto il protagonista ( e che comunque sono parte di quella generale diffidenza verso il prossimo che vuol mettere in luce Eastwood). Il regista non poteva addentrarsi anche nella storia personale della famiglia, non era quella la storia che voleva raccontare.

Infine non capisco a quale delitto ti riferisci...:?
Lui e' un reduce della guerra di Korea in cui (lo racconta lui stesso) ha dovuto uccidere uomini anche faccia a faccia. E' il peso di avere dei morti sulla coscianza che lo affligge tutta la vita (almeno io ho capito cosi' ma dato che l'ho visto in versione originale potrebbe essermi sfuggito qualcosa...)
 

El_tipo

Surrealistic member
Infine non capisco a quale delitto ti riferisci...:?
Lui e' un reduce della guerra di Korea in cui (lo racconta lui stesso) ha dovuto uccidere uomini anche faccia a faccia. E' il peso di avere dei morti sulla coscianza che lo affligge tutta la vita (almeno io ho capito cosi' ma dato che l'ho visto in versione originale potrebbe essermi sfuggito qualcosa...)

Lui ha compiuto numerosi delitti in guerra ammazzando i musi gialli, ma solo di uno si pente, l'unico che non gli è stato ordinato dai suoi superiori: quello di un soldato che si era ormai arreso. Confida questa cosa prima del finale al ragazzino muso giallo, dicendo che è un fardello che si è portato dietro per tutta la vita. Mah :D
 

mario

New member
Gran Torino è in diretta linea di continuità con i grandi film di Ford.
La rappresentazione della morale e dell'america tramite il feticcio Clint
non fa rimpiangere Wayne, interessante è come in questo caso il regista ed il suo feticcio siano la stessa persona.
Dei film di Ford (The Searchers) ritroviamo:
1) L'eroe che ha combattuto in guerra, anche in guerre lontane di cui porta medaglie e storie che lo segnano ma di cui non sappiamo molto (pensiamo al wayne che ha combattuto nella guerra di secessione e poi in Messico, su quest'ultima guerra Ford lascia un meraviglioso alone di mistero grazie alla scena della medaglia nella bisaccia).
2) L'essere al di fuori della legge, che lui rispetta ma ne rimane come separato, la morale, l'ideale carnificato dell'america è la giustizia stessa, è lui stesso la parte sana e vigorosa degli USA. In Gran Torino come in The Searchers abbiamo il ruolo del pastore (in the searchers ricopre ancora più chiaramente anche il ruolo di sceriffo e capo della comunità), accettato ma che non può inferire su Wayne/Clint.
3) La chiara separazione fra buoni e cattivi, quindi gli indiani e gli stranieri non integrati.
4) Il compagno giovane di Wayne/Clint che verrà educato dalla parte sana dell'america è esso stesso uno straniero (Gran Torino), mezzo indiano (The Searchers), quindi ha un legame forte con il mondo dei cattivi, ma la sua indole e l'educazione di Clint/Wayne lo rendono un vero giovane americano, una speranza e la futura forza del paese.
5) L'amore perduto ma conservato nella propria anima (ricordiamoci che qui Ford riesce a regalarci una delle scene più belle di tutto il cinema).
6) La violenza dei cattivi sulla parte più debole ed innocente, in ambedue i casi una giovane poco più che bambina.
7) Inoltre in ambedue i film, l'eroe incarnazione dell'america esaurisce il suo ruolo con la sua missione di ristabilimento della giustizia (la morte in Gran Torino ed il finale meraviglioso di The Searchers con il saluto di Wayne che rimane fuori la casa)

Cosa ci racconta in più Clint?
Sicuramente The Searchers ha una regia superiore ed una tale capacità di rendere l'epico, l'amore, la dolcezza, l'addio che lo relegano fra i film più importanti della storia del cinema.
Ciò che possiamo apprezzare di Clint in questo lontano remake è il continuare a credere nella sua patria, nonostante la crisi sia economica che culturale che sta affliggendo gli USA, in questo lasciare il passo verso la Cina, come grande nuova superpotenza mondiale, che sembra un processo inevitabile come il tramonto, Clint ci regala un omaggio al sistema americano. A quel sistema america dove tutti possono trovare la loro strada e realizzare i propri sogni, ma ha ancora senso questo?
Probabilmente no, ma neanche The Searchers aveva senso, dopo il Grande Gatsby difficilmente possiamo trovare un senso nel sogno americano.
Ma forse c'è ancora una speranza per un paese che riesce ancora ad illudersi, forse è per noi Italiani che non c'è più speranza che nonostante grandi anniversari tricolori non riusciamo più a credere in sogni irreali.
 

asiul

New member
Gran Torino è in diretta linea di continuità con i grandi film di Ford.
La rappresentazione della morale e dell'america tramite il feticcio Clint
non fa rimpiangere Wayne, interessante è come in questo caso il regista ed il suo feticcio siano la stessa persona.
Dei film di Ford (The Searchers) ritroviamo:
1) L'eroe che ha combattuto in guerra, anche in guerre lontane di cui porta medaglie e storie che lo segnano ma di cui non sappiamo molto (pensiamo al wayne che ha combattuto nella guerra di secessione e poi in Messico, su quest'ultima guerra Ford lascia un meraviglioso alone di mistero grazie alla scena della medaglia nella bisaccia).
2) L'essere al di fuori della legge, che lui rispetta ma ne rimane come separato, la morale, l'ideale carnificato dell'america è la giustizia stessa, è lui stesso la parte sana e vigorosa degli USA. In Gran Torino come in The Searchers abbiamo il ruolo del pastore (in the searchers ricopre ancora più chiaramente anche il ruolo di sceriffo e capo della comunità), accettato ma che non può inferire su Wayne/Clint.
3) La chiara separazione fra buoni e cattivi, quindi gli indiani e gli stranieri non integrati.
4) Il compagno giovane di Wayne/Clint che verrà educato dalla parte sana dell'america è esso stesso uno straniero (Gran Torino), mezzo indiano (The Searchers), quindi ha un legame forte con il mondo dei cattivi, ma la sua indole e l'educazione di Clint/Wayne lo rendono un vero giovane americano, una speranza e la futura forza del paese.
5) L'amore perduto ma conservato nella propria anima (ricordiamoci che qui Ford riesce a regalarci una delle scene più belle di tutto il cinema).
6) La violenza dei cattivi sulla parte più debole ed innocente, in ambedue i casi una giovane poco più che bambina.
7) Inoltre in ambedue i film, l'eroe incarnazione dell'america esaurisce il suo ruolo con la sua missione di ristabilimento della giustizia (la morte in Gran Torino ed il finale meraviglioso di The Searchers con il saluto di Wayne che rimane fuori la casa)

Cosa ci racconta in più Clint?
Sicuramente The Searchers ha una regia superiore ed una tale capacità di rendere l'epico, l'amore, la dolcezza, l'addio che lo relegano fra i film più importanti della storia del cinema.
Ciò che possiamo apprezzare di Clint in questo lontano remake è il continuare a credere nella sua patria, nonostante la crisi sia economica che culturale che sta affliggendo gli USA, in questo lasciare il passo verso la Cina, come grande nuova superpotenza mondiale, che sembra un processo inevitabile come il tramonto, Clint ci regala un omaggio al sistema americano. A quel sistema america dove tutti possono trovare la loro strada e realizzare i propri sogni, ma ha ancora senso questo?
Probabilmente no, ma neanche The Searchers aveva senso, dopo il Grande Gatsby difficilmente possiamo trovare un senso nel sogno americano.
Ma forse c'è ancora una speranza per un paese che riesce ancora ad illudersi, forse è per noi Italiani che non c'è più speranza che nonostante grandi anniversari tricolori non riusciamo più a credere in sogni irreali.

Bella recensione! Anche se non è proprio il sogno americano che ci vuole raccontare.Almeno non secondo me.
Trovo al contrario che distrugga questo sogno. C'è bisogno del suo sacrificio per salvare il ragazzo e la sua famiglia. Il sacrificio di un uomo che ha sì combattuto per il suo paese, ma che evidentemente è da lui stato abbandonato. Nella decisione dell'attore Clint c'è la certezza che il suo paese non lo proteggerà più, perché non ne è capace.
 
Ultima modifica:

asiul

New member
sono d'accordo sulla prima parte, il film è asciutto, non retorico e girato molto bene.
Ma gli elementi, di cui la cinematografia mondiale ha abusato (guerra in vietnam, razzismo, ecc) sono giocati non al meglio.
Prendiamo ad esempio il rapporto genitore-figli: non si capisce il perchè di un distacco così forte tra tutti i membri della famiglia, il film non lo approfondisce ma lo calca in maniera decisa. Si tratta di una tecnica narrativa poco convincente. E anche il rapporto con questo delitto che avrebbe commesso e la sua vita, non si capisce in che modo sia andato avanti, sembra una cosa buttata lì per fare scena.

Il distacco della famiglia forse si comprende con la morte della moglie. I figli che vorrebbero la casa del padre perché più grande della loro.Un padre che è sempre stato assente con un carattere da orso.Anaffettivo con i nipoti (come dargli torto!:mrgreen:).
Mah!Forse è questa la causa (?).

Sai Tipo? Come ho scritto secondo me il razzismo non è l'argomento principale del film.Quello che ho osservato è un sottolineare i rapporti umani. E l'inutilità di chiudersi al mondo...l'essere diffidenti senza una ragione.Solo per paura di essere "contagiati" dalla felicità. :roll:


Ammetto, però, d'essere acritica con Eastwood...:sbav:
 

SALLY

New member
L'ho rivisto questa sera su rete 4,gran regista Eastwood,personalità misantropa recitata benissimo,un vecchio ormai trincerato dietro atroci ricordi di guerra,diffidente verso gli stranieri e i giovani,figlio, nuora e nipoti meglio perderli (aveva tutte le ragioni),unici rapporti:l'auto e il cane.Ma in ultimo ha cancellato tutta l'inutilità da cui si sentiva oppresso,ed ha ripagato chi gli ha dato questa possibilità.Gran bel film,Eastwood,come sempre,superlativo.
 

Dory

Reef Member
Visto anch'io ieri sera... finalmente! :)

Bellissimo film, che conferma ancora una volta la mia adorazione per Clint Eastwood.
Concordo con i commenti precedenti, in particolare di Elisa, Luisa e Alessandra, non mi sento di aggiungere altro in merito, perché ciò che hanno detto loro mi sembra una sintesi perfetta.
L'unica cosa che mi sento di aggiungere, che mi ha colpito più di tutto, è il rapporto e i dialoghi del protagonista con il ragazzo prete, che, secondo me, spiegano tutto del suo atteggiamento burbero e distaccato: il tutto si riassume nella frase che Walt dice al prete "cosa ne sai tu della vita e della morte".
Lui, reduce di una guerra così atroce, pensa di saperla molto lunga su tutto, pensa che tutte le persone che non hanno vissuto quegli orrori, vivano in modo frivolo e non capiscano il vero valore delle cose.
E' per questo, io credo, che lui tratta tutti con sufficienza, compresi, o forse soprattutto, i suoi figli, che, sentendosi continuamente giudicati da lui per ogni cosa che fanno, diventano proprio come lui non avrebbe voluto, estremamente frivoli.
Si sente invincibile, superiore a tutto e tutti, lui, che è stato capace di vivere e di sopravvivere in condizioni così estreme, non ha bisogno di niente e di nessuno. Finché non conosce la famiglia hmong, finché, ricorrendo ancora una volta alla violenza, si rende conto che non ha ottenuto che altra violenza.
Come gli dice il giovane prete, in realtà lui ne sapeva molto di più della morte che della vita, e, nel suo gesto finale, è come se compensasse tutte le sue mancanze.
 
Ultima modifica:

skitty

Cat Member
Anche io visto ieri sera.
Veramente un film magnifico, da ingenuotta non mi aspettavo un finale così tragico.
I tratti dei personaggi sono un pochino esasperati (Clint forse troppo perfettamente orso, e i figli troppo perfettamente odiosi ed insensibili...), però penso sia stato fatto per rappresentare al meglio i problemi sociali che trovano spesso davvero riscontro nella realtà, radunando tutti i peggiori difetti in pochi personaggi.

E' angosciante pensare che esista realmente una simile violenza tra i giovani, e l'impossibilità di essere difesi legalmente dalle forze dell'ordine...

Molti altri punti sono già stati toccati nei vostri commenti precedenti, e li condivido, e non vorrei incorrere in ripetizioni.

Una cosa che ho notato è il ruolo del sacerdote, che si è presentato ai miei occhi di spettatrice all'inizio come rompi-scatole con parole di rito come da routine... e invece si è man mano rivalutato, in concomitanza con l'approfondirsi della conoscenza con il protagonista, fino a divenire (secondo la mia opinione) una persona vera, al di là dell'abito che veste, semplicemente una persona che ha fatto una promessa ad una donna in punto di morte, che ha a cuore i problemi della sua comunità, e non si spaventa della sua posizione scomoda nel tentare di fare qualcosa per alleviarli.

Quoto Luisa: "E l'inutilità di chiudersi al mondo...l'essere diffidenti senza una ragione."
Anche secondo me uno dei messaggi principali del film, è proprio l'apertura verso gli altri, non necessariamente limitata a razze e comunque comunità a noi estranee, ma proprio verso il nostro prossimo: nessuno dovrebbe sentirsi inutile nella società, c'è sempre un modo per interagire con gli altri ricavando e donando grande ricchezza interiore.
 

Gian

New member
Finalmente sono riuscito a vedere questo film che inseguivo da tempo...
e come sempre accade quando vedo un film di Clint Eastwood, ne sono molto soddisfatto.
Davvero bello.
Ho letto nei post precedenti in particolare in quello di Mario, il riferimento a Ford e al western.
Il confronto con Ford ci sta ed è universalmente riconosciuto come un film che ricorda e anche Clint è un regista che a volte ricorda Ford, naturalmente l'aspetto della storia è da imputare allo sceneggiatore e al soggettista (Nick Schenk).
ed è vero che ci sono personaggi un pò stereotipati, e anche Walt è molto marcato nei suoi tratti caratteriale. A me questo non ha dato fastidio, anzi. non credo sia un errore bensì una maniera di arrivare più facilmente al dunque, di essere più immediato nel parlare delle mille tematiche di cui riesce a trattare.
Ieri sera ho pensato che si trattasse di un Western moderno, poi c'ho pensato bene e non credo che sia così. Piuttosto si tratta di una sorta di western ambientato nei nostri giorni. Un western moderno è Gli Spietati sempre di Clint. Effettivamente la costruzione e i personaggi ricordano il western, anche se la regia è più sobria, più semplice e camuffata, ma non assente, anzi è ben presente ma non appesantisce...tutto scorre in modo naturale.
 

Zefiro

da sudovest
M'avete fatto venir voglia di vederlo con questa marea di 4/5 e 5/5.
Interrompo qui la lettura dei post di questo 3d per non incappare in involontari spam.
Mi metto alla ricerca del dvd, lo vedo e torno.
 
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Alto