L'impronta di Clint Eastwood è palese sia per il finale ad effetto che per il modo, a tratti tenero e a tratti crudo, di trattare temi sociali delicati, in questo caso l'integrazione e l'immigrazione, senza trascurare gli aspetti più scomodi, raccontandoci della dolcezza di Thao e dello spirito vitale di sua sorella così come, senza edulcorazioni o giustificazioni buoniste, la rabbia causata dall'emarginazione, che può portare a compiere atroci violenze gratuite soprattutto nei confronti dei più deboli. La famiglia di Eastwood/Kowalski è materialista, indifferente e sgradevole, così come lo erano i parenti di Hilary Swank in Million dollar baby, a voler sottolineare che il termine "famiglia" non ha niente a che vedere con i legami di sangue (o più semplicemente il regista avrà dei parenti di *****?) e nemmeno con l'etnia. Concetti forse scontati, ma ben espressi, senza cadute di tono e con la giusta misura. Kowalski è un personaggio molto azzeccato, nonostante l'apparente scorza dura mi è risultato simpaticissimo fin dall'inizio per via della sua ironia dissacrante e delle sue battute sferzanti e liberatorie. Divertentissima la scena in cui lui e il barbiere insegnano a Thao "come si dovrebbe comportare un uomo".
Davvero un bel film, vale assolutamente la pena di vederlo, chi non l'ha ancora visto approfitti di quest'occasione per farlo :MUCCA
Davvero un bel film, vale assolutamente la pena di vederlo, chi non l'ha ancora visto approfitti di quest'occasione per farlo :MUCCA