Buongiorno amiche.
Ho letto ieri sera fino al punto in cui con le zampette e la bocca riesce ad aprire la porta.
Vi lascio le mie considerazioni personali, prendetele cum grano salis
Avendolo letto 15 anni fa, non ricordavo per filo e per segno la dinamica e lo sviluppo della vicenda. A distanza di così tanto tempo, sono rimasto di nuovo folgorato da quello che ha appena postato francesca (che quoto) : una situazione paradossale viene tratteggiata quasi come fosse "normale", un qualcosa che può accadere a chiunque.
Gregor si sveglia trasformato in scarafaggio ma la reazione non è isterica o di panico: è tranquillo, sicuramente sarà la stanchezza dovuta al lavoro e ai viaggi ad annebbiargli la vista. La maestria di Kafka sta nel tratteggiare psicologicamente l'accettazione di quel nuovo, assurdo status, che in chiunque altro avrebbe scatenato urla, paura, terrore; Samsa invece è calmo, pensa solo al lavoro, a come farà ad arrivare alla stazione per prendere il treno. Significativa questa insistenza sull'annullamento dell'identità e della persona che il lavoro può provocare: Gregor vorrebbe licenziarsi, ma deve rimanere dov'è per pagare i debiti dei genitori al principale. Si parlava del personaggio più odioso della letteratura? Sicuramente un posto d'onore spetterebbe al signor procuratore.
Mi viene spontaneo chiedermi quanto di Franz kafka ci sia in Gregor Samsa: questo ragazzo "costretto" nella bottega del padre - sicuramente un padre padrone - che per ovviare all'impossibilità di uscire da quelle 4 mura chiamate lavoro, faceva vagare la mente, magari alzando il naso per aria e "vedendo" sul soffitto proprio i suoi personaggi prendere forma, come questo scarafaggio.
Passiamo allo stile e alla tecnica: mi fa specie leggere come scriveva un autore quasi 100 anni fa. Lo stile è asciutto, immediato, non c'è grossa ricercatezza anche nella scelta delle parole. La tecnica lascia un po' a desiderare, per lo meno nella traduzione della newton Compton che ho io, ci sono ripetizioni cacofoniche di parole ( quando scende dal letto la parola "letto" è ripetuta forse 5-6 volte), la punteggiatura a volte è un optional e i dialoghi sono sempliciotti.
Insomma, sorvolando sullo stile e concentrandomi sulla genialità della metafora che kafka ha voluto trasmettere come messaggio esistenziale, non posso che togliermi il cappello.
A domani, girls:wink: